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Sull’ottovolante con Georgia State

La stagione

Montagne russe. All’inizio di febbraio nella Sun Belt Conference non c’era nessuna squadra forte come i Panthers, che in casa avevano demolito anche Louisiana Lafayette, mettendo a segno una striscia di 10 W consecutive. Sempre all’inizio di febbraio l’università di Georgia State aveva anche annunciato che avrebbe investito 80 milioni di dollari per costruire una nuova arena da 8.000 posti. Pubblico in delirio, ma da quel momento blackout: 4 sconfitte in 6 partite e la sensazione di aver perso il bandolo della matassa. Poi la redenzione: la netta vittoria contro la bestia nera Troy e una finale dominata contro Texas Arlington. Difficile prevedere cosa succede quando sono in campo i Panthers. Il gioco di Georgia State in attacco ruota intorno al sophomore D’Marcus Simonds, che fa e disfa a piacimento, e nonostante sia un realizzatore (quasi 21 punti per gara) ha percentuali non eccelse (27.8% da 3). In difesa invece la squadra esegue una zona 2-3 piena di adattamenti.

Il giocatore chiave

Difficile non dire Simonds, visto che nell’intera Ncaa i giocatori che gestiscono più palloni e prendono più tiri di lui sono davvero pochi. Il torneo però ha messo in mostra la funzione cruciale del junior Malik Benlevi, 193 cm di utilità che garantisce rimbalzi e pericolosità sul perimetro.

Prospetti

Niente Nba in casa Panthers, ma un senior interessante in ottica europea è Jordan Session (si veda il video sopra). Il lungo (202) cm è un buon rimbalzista dinamico, motivo per cui più efficace a rimbalzo d’attacco, ma nel corso della sua carriera con Georgia State ha anche lavorato sul suo tiro da fuori. È un giocatore più interno, e prende pochi tiri a partita dall’arco, ma realizzati con il 42.9% .

 Video

 

 

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