Per Evan Mobley c'è chi scomoda paragoni con Anthony Davis e Tim Duncan. Per ora però lui fa parlare solo il campo. E lo fa alla grande.

Evan Mobley è un giocatore che stuzzica le fantasie dei dirigenti NBA. Un lungo moderno, la cui presenza sotto canestro ha reso da sola la difesa di USC una delle migliori della nazione (concesso il 42.1 da due agli avversari, 2° miglior dato della D-1). Lunghissimo, dalla spiccata verticalità, molto mobile e quindi capace di essere una minaccia anche in aiuto o sulle linee di passaggio. Ma soprattutto è a proprio agio quando accetta il cambio sulla guardia avversaria, accettando anche l’1 vs 1.
In attacco potenzialmente può fare tutto: dal rollante al tiratore da tre (30% su soli 40 tentativi, ma si prende il tiro con naturalezza). Ha già un suo marchio di fabbrica, ovvero l’arresto con gancetto da 3/4 metri e sono interessanti i flash visti in quanto visione di gioco. Mano morbidissima (61.5% da due) che sfrutta anche dal mid-range (46.3% da lì) e, nonostante il tonnellaggio non proprio da centro, ha un fisico esplosivo nei pressi del canestro, dove sfrutta anche le sue lunghe braccia per catturare rimbalzi offensivi.
Gli unici punti deboli sono relativi al fisico da entrambi i lati del campo. Sembra un grissino sia per lunghezza che per chilogrammi e per questo spesso coach Andy Einfield ha preferito mettere suo fratello Isaiah in marcatura sul lungo di peso come al torneo contro McCormack o Timme. Se questo è un problema a livello Ncaa, figuriamoci in Nba. Inoltre, al momento in attacco sembra muoversi meglio negli spazi e non da fermo spalle a canestro. Il post è una zona poco frequentata e da migliorare. Le cose migliori viste lì sono le sue capacità da playmaker, per il resto non ha un singolo movimento per battere l’avversario. Va detto, però che raramente USC gli chiedeva di giocare da quella posizione. Infine, c’è un tiro da tre da inserire nel modo migliore nel suo arsenale
Da sottolineare come ha alzato il rendimento durante le partite di post-season: 26 punti di media nelle due partite del torneo della Pac 12, quattro assist e tre stoppate di media nel viaggio dei Trojans fino alle Elite Eight. Con le attenzioni di una difesa e di un piano partita contro, è capace comunque di produrre. Inizialmente potrebbe giocare con un lungo accanto, ma è potenzialmente un talento generazionale capace di cambiare l’oroscopo di una franchigia Nba.
Per Evan Mobley c'è chi scomoda paragoni con Anthony Davis e Tim Duncan. Per ora però lui fa parlare solo il campo. E lo fa alla grande.
Davion Mitchell ha fatto un figurone alla March Madness. I prospetti Nba messi in fila da chi si è comportato meglio a chi è andato peggio.