In una notte piena di risultati a sorpresa, da Duke che vince all’ultimo contro Virginia a Kentucky che segna in ogni modo contro Tennessee, di cui parleremo nelle nostre pagelle del lunedì, i veri riflettori erano puntati sulla Big 12 dove un duplice scontro al vertice interessava ben quattro squadre del ranking. Prima è stata la volta di Kansas (#23), ospitare e battere per la seconda volta Texas Tech (#15), poi è toccato a West Virginia (#13) espugnare il campo di Texas (#12) in un match segnato dal litigio tra i compagni di squadra Andrew Jones e Courtney Ramey. Vediamo com’è andata.
Kansas 67 Texas Tech 61
McCormack da urlo
In pochi sanno sviluppare i lunghi come fanno coach Bill Self e il suo staff. La partita di David McCormack contro Texas Tech ha rappresentato il simbolo dell’evoluzione del centro dei Jayhawks che ha sofferto terribilmente i lunghi avversari nei big match di inizio stagione. Contro i Red Raiders invece è stato semplicemente immarcabile. Il suo apporto è andato oltre i 17 punti (7/10 dal campo) e gli 8 rimbalzi finali.
È stato il leader difensivo di Kansas, facendosi trovare sempre posizionato sui pick and roll, nei cambi sulle penetrazioni di McClung e Edwards o nelle bagarre a rimbalzo contro Santos Silva. Non a caso, i suoi cinque minuti di riposo hanno coinciso con il momento offensivo più brillante di Texas Tech. Ciliegina finale, il contributo di McCormack anche in fase offensiva: pronto a ribaltare il lato quando raddoppiato e anche in post alto a pescare il taglio dei compagni. Cruciale.
Sdeng brothers, ma decisivi
Le sorti della stagione di Kansas, ormai è chiaro, dipendono più di tutto dalle percentuali da tre molto dei suoi esterni, che infatti finora sono state altalenanti. I Jayhawks avrebbero potuto chiudere molto prima la partita se Ochai Agbaji (3/8 da tre) e Christian Braun (2/10) avessero segnato le numerose triple aperte arrivate grazie a una buona circolazione. Va detto che lo sforzo difensivo è stato intenso: Agbaji si è occupato degli esterni dei Raiders e Braun ha partecipato, come al suo solito, alla battaglia a rimbalzo.
Di fatto Kansas ha gestito la fase offensiva meglio di quanto non dicano i numeri e il motivo sta nelle scarse percentuali (Agbaji ha chiuso con 4/11 dal campo). In compenso, entrambi hanno segnato due triple decisive nel finale: il nigeriano quella del +11 a quattro minuti dalla fine, che sembrava aver chiuso la partita, mentre Braun quella che poi invece ha effettivamente chiuso la gara, quella del +6 a 20 secondi dalla fine.
L’attacco stronca le ambizioni di Texas Tech
Cos’hanno in comune le sconfitte dei Red Raiders contro Kansas (due volte), Baylor e Houston in stagione? L’attacco di Texas Tech non è riuscito a battere una difesa d’élite. Un grosso problema quando l’obiettivo è arrivare a giocare ad aprile. Per battere LSU, Texas e Oklahoma (due volte) è bastato un attacco brutto ma efficace, mentre contro i Jayhawks McClung e compagni si sono scontrati contro un muro. Kansas ha fatto ruotare tutti i suoi esterni in difesa sul giocatore più pericoloso di Texas Tech che non ha mai trovato spazio per arrivare a canestro.
In generale, i Red Raiders hanno fatto fatica dall’arco (5/15 alla fine), fatte salve le tre triple estemporanee nell’ultimo minuto di ogni tempo. Sotto canestro Marcus Santos Silva ci ha provato, ma contro lunghi rocciosi come McCormack si vedono tutti i suoi limiti e i vari McCullar, Peavy e Shannon hanno un range limitato ai cinque metri che imbottiglia un attacco che già di suo a volte si inceppa. Se poi nel momento di massimo sforzo per rientrare, si sbagliano tre liberi per andare a -3 con cinque minuti da giocare la situazione si fa nerissima.
West Virginia 84 Texas 82
Momento topico del match? Un litigio tra compagni
Se qualcuno avesse guardato il match fino ai primi minuti del secondo tempo avrebbe dato West Virginia per spacciata. Bravi i Mountaineers a crederci sempre (che poi è una delle caratteristiche della squadra e di coach Bob Huggins) ma probabilmente un po’ di demerito va anche ai Longhorns. Nel corso di un timeout infatti è andato in scena uno scazzo nemmeno troppo lieve tra due compagni di squadra: Andrew Jones e Courtney Ramey (guardate la parte in basso del video durante il timeout).
Il risultato è che Texas ha “sprecato” il career-high di Ramey, 28 punti con 7/8 da tre e dopo essere stata in vantaggio anche di 19 punti, dal momento del litigio ha subito un parziale di 34-18. Coach Shaka Smart a fine gara si è limitato (per ora) a dire “Il litigio ha avuto un impatto sulla squadra e i due ragazzi non sono contenti di quello che è successo“.
Parole irripetibili
“No scusate, ma è meglio non vi ripeta le parole esatte che ho detto ai miei nell’intervallo“, ha spiegato coach Huggins. “Diciamo che avevamo giocato male come sappiamo giocare male noi nei primi tempi“. Le parole dell’allenatore però sono servite perché nel secondo tempo West Virginia è stata un incubo difensivo per Texas (causando 11 delle 16 palle perse totali). Poi però dall’altra parte bisogna mettere punti a referto, e l’eroe del secondo tempo è stato il junior Sean McNeil (16 punti con 3/5 dall’arco) che nel primo tempo era uscito subito dalla gara a causa di due falli prematuri.
West Virginia a sorpresa quest’anno è la seconda squadra della Big 12 per percentuali da tre, la migliore percentuale per una squadra allenata da Huggins in carriera. La rimonta nei 15 minuti finali è arrivata a suon di triple, un festival al quale hanno partecipato anche il solito Miles Mc Bride ma anche Jalen Bridges e Taz Sherman.
La lotta sotto canestro
Texas ha vinto la sfida a rimbalzo 34-31, valori però frutto di un primo tempo tutto targato Longhorns, con Jericho Sims che ha devastato il post basso dei Mountaineers fino a quando non ha avuto problemi di falli e di un secondo tempo in cui West Virginia ha contribuito in maniera più corale alla difesa lasciando meno solo Derek Culver. Il lungo roccioso al terzo anno è stato poco incisivo (5 rimbalzi) e sprecone dalla lunetta (6/11) anche se ha messo un 2/2 decisivo nei minuti finali.
A proposito di finale, proprio Sims e il talentuoso Kai Jones sono stati protagonisti in negativo per Texas, il primo con il mancato tap-in sulla sirena (Smart ha protestato per un fallo non fischiato) e il secondo con una persa sanguinosissima nei secondi finali. Di fatto Texas ha guidato grazie a ottime percentuali dall’arco (4/5 per Matt Coleman) e rimbalzi offensivi, facendosi poi rimontare quando la precisione ha iniziato a scemare tra stanchezza e il nervosismo legato a una delle peggiori prestazioni dell’anno per Jones (9 punti con 4/16 al tiro e 6 palle perse) e per la star Greg Brown (8 rimbalzi difensivi ma 0 punti con 0/4 dall’arco).