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L’Italia vince un Europeo U20 pieno di talenti NCAA

Europeo under20
Autore: Raffaele Fante
Data: 21 Lug, 2025

Dopo 12 anni, l’Italia torna a vincere l’Europeo Under20 e lo fa senza il suo talento migliore della classe 2005-06, cioè Dame Sarr volato a Duke. Assenti anche altre stelle, ma gli azzurri hanno battuto una serie di squadre guidate da talenti che l’anno prossimo andranno in Ncaa.

Vediamo quali sono i migliori prospetti europei del college basket visti in azione a Creta.

 

Mantas Juzenas – SF, Lituania, Saint Mary’s 

I suoi problemi di falli in finale contro l’Italia hanno creato un vuoto offensivo che la Lituania non è riuscita a colmare, ma Juzenas ha il physique du role per essere uno dei migliori tiratori in D-I della prossima stagione. Step back, dal palleggio, piedi per terra dall’angolo, è pericoloso in ogni situazione dall’arco come visto nella splendida semifinale contro la Francia, dove ha iniziato con un 4/4 dalla lunga distanza chiudendo con 7/10. Il problema è che può diventare monotematico e prevedibile (40% da tre su 40 tentativi e solo 28 tiri da due) dato che non va praticamente mai al ferro. L’addio del connazionale Augustas Marciulonis a Saint Mary’s gli toglie un playmaker in grado di innescarlo, ma la coppia con Paulius Murauskas promette di essere scoppiettante.

Jan Vide –  PG, Slovenia, Loyola Marymount

Con la maglia della sua nazionale, sembra quasi un altro: la stella della Slovenia è stato tra i migliori giocatori dell’Europeo mentre in Ncaa, a UCLA e poi a Loyola Marymount, ha lasciato finora ben poca traccia. Il prodotto del Real Madrid ha confermato di avere talento e leadership e ricorda in fisico e movenze un’altra guardia della cantera dei blancos, e cioè l’ex BYU Egor Demin. Con 17.9 punti a partita, è stato il miglior marcatore del torneo nonostante abbia confermato il suo principale problema: da fuori, e in particolare da 3, non tira mai (12 triple tentate in due anni al college, 2/9 a Creta), mentre è in grado di attaccare e concludere al ferro con grande efficacia e anche eleganza.

Omer Mayer – PG, Israele, Purdue

Potremmo suonare un po’ ripetitivi perché ne avevamo parlato già nel pezzo sugli International dei Mondiali U19, ma a Mayer piace attirare l’attenzione. Seppur in un’edizione di medio livello, l’Europeo con i più grandi ha confermato che il freshman di Purdue è uno degli international più forti che arrivano negli Stati Uniti anche se, dopo un grande inizio, con l’Italia è praticamente scomparso. Ha più esplorato il suo gioco off the ball alternandosi con Yoav Bitlem nella gestione della squadra, uscendo spesso dai blocchi o agendo come finalizzatore più che come playmaker. In difesa, è stato molto più attivo nei raddoppi e negli aiuti nella sua metà campo in un ruolo più da uomo squadra rispetto al Mondiale. Rimane uno scorer micidiale e creativo: non a caso è diventato il miglior marcatore della storia delle nazionali giovanili del suo paese.

Fridrik Curtis – C, Islanda, Nebraska

Altro leader assoluto della sua nazionale, è una gran bella presa quella fatta dalla Nebraska di Luca Virgilio che avrà un freshman di grande talento a disposizione. Molto mobile nonostante i suoi 216 cm, Curtis ha un’ottima mano anche se ha il problema opposto di Vide: innamorato del suo tiro da 3, ogni tanto ne abusa senza motivo (1/7 contro l’Italia, 7/30 nel torneo) visto che di gente alta come lui non ce n’è tantissima in giro ed è senz’altro più pericoloso dalle parti del ferro. Ma ha mobilità di piedi, controllo del corpo e anche un’ottima capacità di mettere la palla per terra e quindi tutto per dare subito il suo contributo ai Cornhuskers

Neoklis Avdalas – G, Grecia, Virginia Tech

Probabilmente era il prospetto più atteso di questa edizione di europeo. Una guardia di 206 cm con il piglio del giocatore maturo, sempre in controllo della situazione, senza fagocitare palloni e responsabilità su di sé. Sulla rocambolesca uscita di scena dei greci ai quarti di finale contro la Francia hanno pesato lo 0/3 e la palla persa negli ultimi due minuti che hanno sporcato una partita fin lì di altissimo livello, ma stiamo parlando di un giocatore intelligentissimo, difficilmente arginabile nel momento in cui ti batte dal palleggio, che predilige la scelta giusta a quella estetica e che sa muoversi molto bene anche senza palla. Se ne torna con una tripla doppia messa a referto e la netta sensazione di poter essere il volto di Virginia Tech nella prossima stagione.

Honorable Mentions

Alvaro Fogueiras – PF, Spagna, Iowa: malino nelle partite che contano, dominante nel tabellone parallelo per gli sconfitti. Contro la Slovenia ha fatto il diavolo con una prestazione degna di un’altra competizione: 27+16+9 assist.

Aleksja Ristic, PG, Serbia, Indiana: l’abbiamo intervistato prima di questo europeo e non vedeva l’ora di giocarlo. Il neo play degli Hoosiers ha guidato l’attacco serbo con creatività e penetrazioni, smarrendo però il tiro da tre che è l’arma principale della casa.

Viktor Mikic, C, Serbia, Florida: molta panchina con i Gators lo scorso anno e probabilmente la rifarà anche quest’anno visto il frontcourt a disposizione di Todd Golden, ma è stato l’opzione No.1 della nazionale con più talento dell’Europeo e l’ha guidata a suon di post, svitamenti e canestri in avvicinamento.

Martin Kalu, SF, Germania, Charleston: c’è il suo zampino nell’unica sconfitta dell’Italia in questo Europeo. Mani morbidissime, specialmente dal mid-range, atletismo all’altezza del contesto americano e una forza fisica che lo rende efficace anche a rimbalzo, anche se arriva a malapena a due metri.

Ramon Domon, SF, Francia, Murray State: ha tenuto testa degnamente a Juzenas durante la semifinale, ma alla fine si è accontentato del terzo posto. Ala molto interessante con un ball handling pazzesco che gli garantisce sempre spazio per il suo jumper.

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