Home 9 Approfondimenti 9 Gli italiani in NCAA 2024-25

Gli italiani in NCAA 2024-25

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 25 Ott, 2024

Diversi cambi di casacca e tanti volti nuovi fra gli italiani in NCAA per la stagione 2024-25: passiamoli in rassegna uno per uno.

 

Nuovi capitoli

Niccolò Moretti (Florida Atlantic). Poco spazio a Illinois, ma ha ancora tre anni di eleggibilità da spendere e FAU potrebbe essere il posto giusto per lui. Squadra tutta da scoprire e con un coach nuovo, ma può essere una mina vagante nell’American. Per lo slot di point guard, Leland Walker sembra essere il candidato principale al ruolo di starter ma Moretti potrebbe anche giocare qualche minuto al suo fianco e non solo come cambio.

Abramo Canka (Stetson). Third time’s the charm? Fin qui l’avventura NCAA del ligure è stata tutto tranne che positiva, non trovando spazio né a UCLA né a Wake Forest. Per rilanciarsi ha dunque fatto un doppio salto all’indietro in quanto a livello. Ha le carte in regola per giocare un ruolo importante per Stetson, low-major vista alla March Madness l’anno scorso e alle prese con un rimescolio profondo nel roster, ma con tanti pezzi interessanti (occhio anche all’italo-argentino Stefano Alesso) e il potenziale per stupire.

Emmanuel Innocenti (Gonzaga). Ha capitalizzato un’annata da statsheet stuffer a Tarleton State (6.6 punti, 6.4 rimbalzi, 2.9 assist, 1.7 recuperi) inserendo il proprio nome nel portal e scegliendo di compiere un salto enorme. Ha ancora tre anni di eleggibilità davanti a sé e il giudizio è pressoché unanime: l’ala è un developmental piece con buoni mezzi fisici e versatilità sulle due metà campo, adatto ad alzare l’intensità degli allenamenti e spendere una stagione di apprendistato. Non è detto però che debba rimanere completamente ai margini delle rotazioni e potrebbe rosicchiare minuti qua e là se saprà farsi valere in difesa ad alto livello.

Giovanni Emejuru (George Mason). Rara nota lieta in una stagione disgraziata per Siena, ha fatto le valigie ed è stato uno dei primissimi giocatori ad accasarsi durante il ciclo di trasferimenti dell’offseason, salendo di livello. Che parta titolare o meno in una GMU da piani alti nell’Atlantic 10, il big man dovrebbe comunque trovare minutaggio abbondante: niente giocate di fino o varietà di soluzioni, ma il suo fisico potente gli permette di fare a sportellate con chiunque sotto canestro (11.3 punti e 6.3 rimbalzi di media l’anno scorso).

 

Altro anno, stessa casacca

Matteo Picarelli (Temple). Ultimo anno di college e secondo in maglia Owls, è reduce da una stagione avara di acuti individuali ma dovrebbe conservare il proprio ruolo di titolare senza troppi problemi, visto che le sue capacità balistiche rappresentano una risorsa importante per la squadra: 36.8% da tre su 4.8 tentativi nel 2023-24, non sorprendetevi se tornerà a viaggiare intorno al 40% quest’anno.

Leonardo Bettiol (Abilene Christian). Due anni solidi e di progresso costante, il veneto si è guadagnato un posto da titolare (9.8 punti e 5.0 rimbalzi in 21.5 minuti) e chiuso la stagione scorsa in crescendo pur senza godere del 100% della forma. Un po’ undersized per il ruolo di 5 e senza armi affilate lontano dal canestro, ha però tutta la concretezza necessaria per essere un fattore in area. Coach Brett Tanner lo vede persino come potenziale all-conference player nella WAC.

Nicolò Nobili (Boston University). Il junior dovrebbe conservare il ruolo di starter conquistato l’anno scorso (7.1 punti, 4.4 rimbalzi in 23.1 minuti) e forma un frontcourt duo dalle mani educate con Otto Landrum, in una squadra risparmiata dal via vai del portal e che può provare a essere la seconda forza della Patriot League.

Riccardo Ghedini (Davidson). Visto poco e nulla in campo per due annate, complice uno stato di forma non ottimale. Se sano però potrebbe cominciare a dire la sua, tant’è che coach Matt McKillop lo ha definito un fattore x nelle rotazioni di quest’anno.

Davide Poser (New Hampshire). Pochi minuti (7.8) e zero sussulti da freshman, ma sembra esserci moderato ottimismo riguardo un suo maggiore utilizzo quest’anno.

Francesco Borra (UC Davis). Gli Aggies dovranno fare a meno del suo contributo dalla panchina, visto l’infortunio al crociato (il secondo in carriera) che lo terrà fermo per tutta la stagione.

 

Debuttanti

Riccardo Greppi (Wisconsin). Unico azzurro nelle Power 5 quest’anno e ultimo in ordine di tempo ad annunciare il proprio commitment. Il lungo canturino avrà presumibilmente bisogno di un periodo di adattamento e dunque ha virtualmente zero chance di conquistare minuti significativi al primo anno in una conference come la Big Ten (la storia sarebbe stata diversa se avesse optato per una LM o una MM di fascia bassa).

Gabriel Pozzato (Evansville). Tra gli italiani in NCAA è la matricola con maggiori probabilità d’impatto immediato. Atletico, esplosivo e spettacolare come pochissimi azzurri in circolazione, l’ala da NBA Academy ha anche buona versatilità da offrire a livello mid-major e sembra aver scalato le gerarchie interne durante la preseason. Un possibile giocatore-sorpresa per una possibile squadra-sorpresa: i Purple Aces sono ancora poco quotati nella Missouri Valley, ma il cammino tracciato da coach David Ragland sembra essere quello giusto.

Timoty van der Knaap (Bradley). Rimaniamo nella MVC ma passando ad una squadra abituata ai piani alti e da più parti vista come favorita nella conference. Il prodotto di Bassano ha forse possibilità di minutaggio ridotte nel roster attuale, ma porta una buona combinazione di taglia e qualità tecniche nel reparto ali. Inoltre coach Brian Wardle non è di quelli che nega opportunità ai suoi freshmen.

Mario Brunetto (Eastern Michigan). Non è il freshman azzurro più conosciuto e nemmeno quello più pronto, ma è forse il più intrigante in prospettiva. 210 cm d’altezza con mobilità, tiro e qualche flash dal palleggio, ma anche poca esperienza ad alto livello in ambito giovanile e tanti chili da metter su. Quest’ultimo fattore in particolare dovrebbe frenare il suo impiego durante il primo anno, ma ha il potenziale per diventare un matchup nightmare nella MAC.

Stefano Faloppa (UT Martin). Unico italiano in arrivo dai junior college, in una squadra come nessun’altra nel panorama low-major, strapiena sia di europei (ben 8 sulle 13 scholarship spese più un walk-on) che di prodotti JUCO. Coach Jeremy Shulman sembra riporre molta fiducia in lui e dovrebbe avere ampio minutaggio nel ruolo di 4.

Alfredo Addesa (Lehigh). Può trovare spazio in una squadra piuttosto debole fra i lunghi. Il milanese verrà presumibilmente impiegato come 5 perimetrale in uscita dalla panchina ma può anche dare alcuni minuti da 4.

Michelangelo Oberti (Penn). Forse avrà le sue chance, ma da freshman probabilmente lo vedremo poco in campo, vista la presenza in roster di giocatori più esperti di lui da affiancare a Nick Spinoso nel frontcourt.

Articoli correlati

Italia-Arcidiacono, c’è ancora da aspettare
Ryan Arcidiacono (Villanova)

Un ragazzo “con il dna del leader”, da prendere “a prescindere dal passaporto” perchè può diventare “un giocatore da medio-alta Leggi tutto

Buddy Hield, il sorriso delle Bahamas

Buddy Hield: la cosa più simile a Stephen Curry su un parquet di college basketball (parafrasando SB Nation). Ecco chi Leggi tutto

Nuova stagione, tutti i coach da seguire
Chris Beard - coach Texas Tech

Chris Beard ne ha cambiate addirittura due nella stessa estate, altri ne hanno più semplicemente trovato una nuova. Vediamo cosa Leggi tutto

Dagli Usa all’Italia, ecco i nuovi freshman
Harry Gilles (Duke)

Non c’è IL nome come l’anno scorso, quando lo sbarco di Ben Simmons a LSU è stato preceduto da fiumi Leggi tutto

Tutto quello che non sapete su Tom Izzo
Tom Izzo - coach Michigan State

Dallo stato del Michigan alle squadre Nba che l’hanno cercato fino ai video più divertenti. Coach Tom Izzo è appena Leggi tutto