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Guida al pazzo mondo delle Mid Major 2024-25

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 28 Ott, 2024

Tra conference che perdono e aggiungono pezzi, coach capaci di reinventare roster reclutando in ogni dove e giocatori fortissimi sparsi per tutta l’America, ecco a voi la Guida alle Mid-Major, che ha un solo obiettivo: scoprire la prossima Cinderella! 

L’aristocrazia del mondo mid-major

Il mondo delle mid-major, agli occhi di chi osserva e si nutre solo delle partite delle power conference, ha due principali attrazioni da scoprire durante l’anno: giovani coach in rampa di lancio e possibili cinderella. A questo livello superficiale, c’è stato un vero e proprio ricambio generazionale: i vari Dusty May, Pat Kelsey, Danny Sprinkle, Mark Byngiton, Darian DeVries, David Riley e Steve Lutz che hanno attirato le luci negli scorsi anni hanno spiccato il volo, creando una bella mobilità interna per i coach che si sono destreggiati con ottimi risultati nei bassifondi.   

C’è chi come Josh Schertz ha la grande occasione di importare il suo attacco efficacissimo ad un livello più alto, vecchi volponi a caccia di riscatto come Chris Mack a Charleston, campioni di Division II, come Ben McCollum, che prendono in mano Drake, assistenti di livello come John Jakus e Austin Claunch alle prese con le prime esperienze da capi allenatori o promettenti allenatori che salgono di livello come Jerrod Calhoun a Utah State o Preston Spraldin a James Madison.

Nove viaggi al torneo, tre Sweet Sixteen, un’Elite Eight con Xavier, primo posto del ranking con Louisville: Chris Mack non è proprio il classico profilo da mid-major

Ma il mondo delle mid-major presenta una netta divisione anche al suo interno: non solo tra mid-major e low-major, ovvero le conference meno ricche e le università più disastrate della D-I, ma anche all’interno delle mid-major. Non a caso c’è una fascia intermedia, formata da conference come Atlantic, 10, American Athletic, Mountain West e West Coast che presenta programmi più famosi, ricchi e più forti. Quindi andiamo ad analizzare i principali protagonisti di questa fascia, sia a livello di squadre che a livello di giocatori.

Partiamo dalla Mountain West. Lo scorso anno ha portato ben sei squadre al Torneo, quest’anno si prevedono un po’ di meno. Parte con i galloni della favorita Boise State che ha dalla sua Tyson Deghenart, un lungo sottodimensionato, tozzo e mancino in grado di segnare con continuità sotto canestro mentre dall’arco fatica un po’ (31.6% lo scorso anno). Dopo due selezioni nel primo team MW, ora punta al premio di MVP della conference dove si dovrà scontrare però con Nick Davidson di Nevada e Donovan Dent di New Mexico. I due guidano le principali contendenti a Boise per la palma della squadra più forte. Il primo è il fulcro dell’attacco dei Wolf Pack sotto canestro, mentre Dent è uno dei migliori playmaker in circolazione, veloce nelle gambe e nelle scelte. Parte un pochino dietro la solita San Diego State, alle prese con un ricambio abbastanza notevole (ma segnatevi il nome di Reese Dixon Waters che potrebbe esplodere dopo un anno da 6° uomo) e anche Utah State che ha cambiato allenatore ma ha in Ian Martinez il proprio leader.

Siamo stati coraggiosi a mettere la Saint Louis di coach Josh Schertz e Robbie Avila in Top 25, ma come dubitare di una coppia che lo scorso anno ha reso Indiana State una delle storie principali da seguire? Certo in Atlantic 10 la competizione è molto alta: c’è una VCU che sembra essere l’artefice principale del ritiro di Tony Bennett, ormai ex coach di Virginia. Joe Bamisile è uno scorer coi fiocchi al quale coach Mike Rhoades ha aggiunto anche Philips Russell, reduce da un’ottima stagione a UT Arlington. In più, la ricetta principale in casa dei Rams è una difesa di altissimo livello. C’è anche la Dayton di Malachi Smith e Nate Santos che prova a sparigliare le carte puntando su un ultimo tentativo insperato di far esplodere il talento di Posh Alexander, oppure Loyola Chicago che ritorna con molti leader della grandissima difesa dello scorso anno. Da segnalare Darius Maddox di George Mason come potenziale funambolo capace di mettere tanti punti a referto

Il capitoletto sull’AAC non può che iniziare con una notizia terribile: Amir Abur Rahim, coach della sorprendente South Florida capace di vincere lo scorso anno la regular season partendo lontana dai riflettori, è venuto a mancare all’età di 43 anni a seguito di una malattia non divulgata. Un coach e un programma in rampa di lancio, ora tremendamente scosso dalla notizia a poche settimane dall’inizio della stagione. Così l’hanno ricordato molti suoi colleghi come Tom Crean.

Passando a faccende meno serie di questa, la conference sembra essere in mano all’UAB di coach Andy Kenendy che si fa forte del ritorno di un dominatore sotto canestro e macchina da doppie doppie Yaxel Lendeborg, assoluto favorito per il premio di NPOY. Parte dietro Memphis, alle prese con l’ennesimo rimasto della gestione Penny Hardaway ma con un backcourt fuori categoria formato dal floor general Tyrese Hunter e dallo scorer PJ Haggerty e un frontcourt interessante con due profili diversi tra loro, come lo stoppatore Moussa Cissè e l’orso ballerino Dain Dainja. É la conference di un derby italiano, come quello tra la Temple di Matteo Picarelli e la Florida Atlantic di Niccolò Moretti, e occhio a due possibili guastafeste come la guardia RJ Felton di East Carolina e il centro di Wichita State Quincy Ballard. Soprattutto i secondi, forti anche di un backourt interessante e proveniente dal mondo hi-major, potrebbero essere la sorpresa .

Di Gonzaga ne abbiamo parlato già nell’articolo della Top 25. Anche qui una bandierina italiana va piazzata con la presenza di Emmanuel Innocenti che sta riscuotendo più successo dell’atteso nei circoli di Spokane. La domanda è riuscirà a Saint Mary’s, che ha perso gente come Aidan Mahaney e Johsua Jefferson direzione high-major e Alex Ducas direzione NBA, a dare filo da torcere ai Bulldogs prima del loro passaggio in Pac-12? Mai scommettere contro coach Randy Bennett, ma sembra che anche quest’anno possa essere un assolo della squadra di coach Mark Few. Occhio perché in questa conference ci sono Washington State e Oregon State, le due esuli della Pac-12. Vi segnaliamo Adama Bal da Santa Clara come nuovo possibile prospetto Nba da parte dei Broncos

Potenziali cinderella e giocatori di culto

Entriamo quindi nel vero cuore di questo mondo, il posto dove germogliano i semi di potenziali storie a primavera. L’ovvio punto da chiarire è che l’essenza stessa delle Cenerentola è quella di devastare i bracket a suon di sorprese, per questo la guida vi suggerirà diverse squadre forti e interessanti che, nonostante siano tra le favorite potrebbero non fare il torneo. Partiamo quindi da Grand Canyon che, per ambizioni e risorse (la seconda squadra della WAC per budget ha meno della metà a disposizione), potrebbe stare tranquillamente al piano di sopra e infatti nel 2026 andrà in WCC.

Da quando l’allena coach Bryce Drew ha spiccato il volo trovando i primi titoli di conference, la prima apparizione e la prima vittoria al torneo. Tre March Madness in quattro anni, una stagione da 30-5 con annesso upset al torneo per gli Antelopes che hanno ricevuto anche qualche voto nella preseason Top 25 dell’AP Poll. Il motivo è semplice e risiede in un prospetto Nba come Tyon Grant Foster, tornato a giocare alla grande lo scorso anno dopo due anni di inattività per problemi al cuore, e nella guardia Ray Harrison, uno scorer travestito da floor general. Hanno reclutato Ja’Kobe Coles, un coltellino svizzero che quando sano ha fatto la differenza in Big 12 con TCY, hanno una discreta versatilità sotto canestro con il titolare sotto dimensionato Lok Wur e il gigantesco Dennis Evans (7’7 di wingspan). In molti pensano che questa squadra abbia la stoffa per poter fare una bella corsa al torneo. A confermalo c’è KenPom che li ha messi alla No.54.

Mitch Henderson ha appena concluso un triennio a Princeton dove ha collezionato un ricordo da 70-21 e un viaggio alle Sweet Sixteen. Peccato che quello è stato l’unico viaggio al torneo di un programma che quest’anno parte con ambizioni grandissime, anche quelle di portare, nuovamente, un giocatore in Nba. I secchioni della Ivy League puntano tutto sul duo formato da Xaivan Lee e Caiden Pierce, ovvero da 40 punti ambulanti su un campo da pallacanestro. La sfida principale sarà con la Yale di John Poulakidas, ma il playmaking di Lee e il tiro e la difesa di Pierce dovrebbero avere la meglio, grazie anche ad un rotazione profonda piena di underclassmen.

Riuscirà Vermont a sfatare il mito di una vittoria nella March Madness? Un po’ come Colgate con la Patriot League, anche i Catamounts dominano ormai da un decennio l’America East e partono con l’obiettivo di vincere per la prima volta nella storia della conference quattro regular season di fila. La squadra di John Becker, che solitamente gioca un grande attacco, parte da una difesa fortissima fondata sul talento difensivo delle ali Ileri Ayo-Faleye e Sam Alamatu. C’è da migliorare l’attacco e la basi ci sono: oltre ai due scorer Shamir Bouges e TJ Long, Becker ha portato dal transfer portal un potenziale X Factor come Shy Odom, un fisico che non si vede a quelle latitudini che potrebbe dare un quid in più alla squadra.

Milwaukee ha la grande occasione quest’anno per finalmente approdare al torneo. Sono anni che coach Bart Lundy ha costruito un programma promettente ma manca ancora il viaggio alla March Madness per consacrare il programma. La squadra sembra esserci: Erik Pratt è lo scorer principale e possibile POY dell’Horizon e sarà affiancato da un altro grande scorer come AJ McKee. Il tutto con l’esperto Themus Fulks a guidare il ritmo della squadra e Kentrell Pullman ad essere il leader della difesa. Anche il reparto lunghi è fornitissimo con un’ampia scelta che va da Faizon Fields, fortissimo a rimbalzo, e Jamichael Stillwell, macchina da doppia doppia negli JuCo. In più c’è anche il transfer da Lousiville Danilo Jovanovich.

Una delle conference più interessanti degli ultimi anni è la Missouri Valley Conference che quest’anno potrebbe essere vinta da chiunque. Mentre programmi come Missouri State e Indiana State ricostruiscono, altri com Bradley e Belmont provano a giocarsi le loro carte in una sfida complicata che vede anche formazioni come Northern Iowa, Illinois State e Drake partire con delle possibilità. Belmont è una delle grande vittime del nuovo mondo: un programma old style, basato sul player development, capace di vincere per quattordici stagione consecutive almeno venti gare, che ora si ritrova perdere i principali giocatori, pezzi pregiati per le high major, e cambiare notevolmente il roster. Johnatan Pierre è il nome da seguire qui, come Duke Deen è il nome da seguire in una Bradley che ha i favori del pronostico grazie ad una grande difesa e ha anche un italiano in Timothy Van Der Knaap. Il sophomore di Illinois State Johnny Kinzigier proverà ad insidiare quel trentellista di Dean per essere il miglior scorer della MVC mentre Northern Iowa punta sulla coppia di ali Tytan Anderson e Rory Campbell per vincere.

É stata anche l’estate di due trasferimenti sorprendenti dal mondo del giornalismo a quello dell’NCAA. Uno direttamente in panchina, l’altro nelle stanze oscure di dipartimenti atletici. Uno è famosissimo e ha rivoluzionato il modo di comunicare nel mondo dell’NBA, l’altro lo conosceva solo un vero impallinato del mondo del college basketball. Stiamo parlando di coach Doug Gottlieb, neo coach di Wisconsin-Green Bay, e di Adrian Wojnarowski, neo GM della sua Alma mater Saint Bonaventure.

La notizia più singolare dell’approdo di Gottlieb non solo è che il giornalista non ha alcuna esperienza, neanche da assistente, in panchina nel basket giocato, ma che resterà comunque al timone del suo programma radiofonico sul college basketball in onda su Fox Sports. Sembra comunque esserci elettricità nell’aria visto che ha reclutato anche un 4 stelle. Woj, invece, potrebbe rivoluzionare il mondo del college basket come fatto in NBA: solo Duke al momento aveva optato per una figura come quella del General Manager, che sembra essere sempre più cruciale in questo mondo collegiale con free-agency e soldi da spendere. Sarà lui la più grande sorpresa di questo pazzo mondo Mid Major?

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