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Da Ryan Odom a Kevin Willard, tutti i nuovi coach NCAA

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Autore: Paolo Mutarelli
Data: 12 Set, 2025

Villanova trova in Kevin Willard il coach con cui ripartire, Virginia fa una scelta perfetta per un colpo di scena hollywoodiano, mentre Drake conferma di essere una fucina di allenatori incredibili con un paio di suoi ex che hanno fatto il colpo grosso. Per inaugurare l’avvicinamento alla nuova stagione NCAA partiamo con i coach che siederanno su nuove panchine.

NBA e i ricorsi storici

Ve la ricordate UMBC? Quella piccola università di Baltimora che regalò al mondo il primo upset #16vs#1 della storia contro la Virginia di Tony Bennett? Ecco UMBC era allenata da Ryan Odom che siederà la prossima stagione proprio sulla panchina della Virginia post Bennett. Un colpo che profuma di Hollywood da ogni angolazione ma la realtà è che Odom, dopo aver costruito quel miracolo, ha mostrato una grande adattabilità a VCU, dove ha cucito attorno ai giocatori a disposizione squadre basate su differenti concetti. Un fattore essenziale in una pallacanestro collegiale come quella attuale.

Rimanendo in ACC, le ultime due squadre ad esser arrivate alle Final Four – con l’eccezione di Duke – hanno un nuovo giovane volto sulla panchina: North Carolina State richiama Will Wade dal suo esilio a McNeese, dove ha costruito una squadra ingiocabile per il livello low major e ha messo insieme in questa off-season una rotazione di tutto rispetto per i Wolfpack con Darrion Williams terminale principale. Miami, invece, punta sul pedigree immacolato dell’esordiente Jai Lucas, top recruiter prima a Kentucky e poi a Duke di neanche 37 anni. Il livello del figlio d’arte (suo padre John Lucas, uno dei primissimi coach afroamericani di successo in NBA) si è visto quest’estate quando si è portato dietro da Durham Shelton Henderson, recruit 5 stelle, che promette essere il primo violino degli Hurricanes.

É stata anche l’estate degli assistenti Nba chiamati a gestire dei programmi di alto livello in NCAA. Uno su tutti, Luke Loucks, discepolo di Mike Brown prima a Golden State e poi a Sacramento, che torna nella sua alma mater, Florida State, per sostituire il suo ex coach e decano Leonard Hamilton. Percorso simile per Alex Jensen, membro della famosa Utah di Rick Majerus, finalista con Andre Miller e Hanno Mottola nel 1998, che dopo anni tra i Jazz e i Mavs torna a casa per allenare gli Utah Utes, abbastanza derelitti dopo il passaggio in Big 12. Queste due assunzioni sono il sintomo più largo di un avvicinamento tra il mondo NBA e quello NCAA, sempre più variegato e professionalizzato in seguito all’avvento del NIL.

Tradimenti, ritorni e figliol prodigi

Durante l’ultima March Madness si era discusso parecchio di quanto Maryland fosse distratta dalle voci di mercato sul suo coach Kevin Willard. Voci che si sono rivelate tutt’altro che infondate, visto che Willlard ha preso il posto di Kyle Neptune sulla semiderelitta panchina di Villanova e ci vorrà almeno un anno di riassestamento prima di poter esser effettivamente valutato. Il domino ha innescato l’inaspettato spostamento di Buzz Williams – insofferente a lunghi cicli in un singolo college – ai Terrapins. e l’approdo a Texas A&M. dell’ormai mitico Bucky McMillan, chiamato al salto di livello dopo anni pallacanestro fast&furious a Samford.

Un altro collegamento tra SEC e Big East è quello che ha riportato su una grande panchina Sean Miller. L’intermezzo a Xavier è valso all’ex Arizona una panchina scottante ma molto ambiziosa come quella di Texas che vuole ripartire dopo aver sbagliato la scelta di coach Rodney Terry. Al suo posto a Xavier ci sarà Richard Pitino che ritorna su una panchina di alto livello. La prima esperienza a Minnesota era andata abbastanza male, ma il livello toccato negli ultimi anni a New Mexico fa bene sperare. Specialmente perché il figlio d’arte ha in mano un potenziale Nba tricolore come Gabriel Pozzato. 

Ben McCollum

Da piccolo andava a vedere al palazzetto Iowa giocare, ora Ben McCollum l’allenerà

Anche la Big Ten si rifà il look su tre panchine chiave. Una su tutte quella di Indiana che defenestra il figliol prodigo Mike Woodson – il cui connubio con il college basketball lasciava desiderare dal Day 1 – per sostituirlo con un potenziale enfant prodige come Darian DeVries, chiamato alla prova del nove della sua breve ma sempre vittoriosa carriera. Chi invece ha scelto la carta del figliol prodigo è stata Iowa che ha puntato sulla sorprendente e vincente stagione a Drake di coach Ben McCollum, nativo proprio di Iowa City, città sede dell’Università. Da sottolineare come DeVries e McCollum sono gli ultimi due coach di Drake che ora ha puntato su un usato sicuro del mondo Mid Major, come Eric Henderson, ex coach di South Dakota State dove ha allenato gente come Mike Daum e Baylor Scheierman.

A chiudere la parentesi sulla Big Ten ci pensa Minnesota, reduce da sei stagioni sotto il 50% dell’ultime otto. Il prescelto è stato Niko Medved (altro ex Drake) che ha costruito negli ultimi anni uno dei programmi più solidi della Mountain West come Colorado State, capace di arrivare a 20 o più vittorie in cinque delle sue sette stagioni. A rimpiazzarlo in Colorado arriva l’uomo di uno dei tiri più famosi della storia della March Madness: Ali Farokhmanesh. Se non conoscete la sua storia, non siamo vostri amici (ma potete cliccare qua per scoprirla). 

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