La squadra
Ad Hamilton, cittadina dello stato di New York, aspettavano questo momento da 23 anni. Colgate, pur essendo alquanto giovane, era una delle favorite nella Patriot League a inizio annata e non ha tradito i pronostici tornando finalmente al Gran Ballo per la prima volta dal lontano 1996. La squadra di coach Matt Langel, per quanto migliorata di anno in anno, non ha di certo una difesa impenetrabile (appena 4a per DRtg in una conference non irresistibile come la Patriot) ma il suo attacco sa essere davvero pericoloso (13a in tutta la Division I per percentuali da tre punti col 39.1%). Ivo Simovic, vice di Loyola-MD, li ha avuti come avversari e ce li descrive come «una squadra forte, bilanciata, con un attacco molto efficace che fa leva in primo luogo su spaziature a favore dei tiratori e blocchi sulla palla per creare vantaggi nei mismatch». Colgate ha una striscia aperta di 11 vittorie consecutive, la più lunga nella storia dell’università: riusciranno a fare 12 con un bel upset memorabile? Molto difficile, ma se cominciano a metterla dall’arco…
Giocatore chiave
Rapolas Ivanauskas (16.4 punti, 7.9 rimbalzi) è stato uno dei migliori europei di quest’anno e una gran sorpresa nella Patriot, di cui è stato eletto Player of the Year. Era lecito immaginare che il transfer da Northwestern avrebbe avuto un impatto di rilievo fra le mid-major ma era difficile pronosticare che ciò potesse accadere già ora, visti i due anni d’inattività quasi assoluta (per problemi alla spalla) dai quali era reduce.
Pur occupando spesso lo spot di 5, il lituano è un 4 che può giocare in post ma che predilige il gioco fronte a canestro, può prendere gli avversari in controtempo partendo in palleggio dalla linea dei tre punti e ha una mano dolcissima dalla distanza (43.4% da tre con quasi tre tentativi a partita). Con altri due anni di eleggibilità da sfruttare, chissà quanto potrà portare in alto questa Colgate.
Prospetti
Ci sono un paio di giocatori che finiremo per vedere in Europa. Will Rayman è un’ala che fa il paio col lituano in qualità di cecchino (43.2%) ma le sue qualità vanno ben oltre la precisione dall’arco. Il junior (13.1 punti, 6.5 rimbalzi) è il vero leader della squadra sia per qualità tecniche che umane, un giocatore versatile e d’impatto in entrambe le metà campo il cui rendimento ha tratto giovamento dalla presenza di un nuovo leading scorer in squadra (Ivanauskas, appunto).
Poi c’è Jordan Burns, già giocatore importante da matricola ed esploso quest’anno da sophomore (15.8 punti, 5.8 assist). La PG texana è da tenere d’occhio, avendo dimostrato di poter avere delle giornate in cui vede il canestro come una vasca da bagno: è stato lui, infatti, l’eroe della finale di conference contro Bucknell con un career-high da 35 punti.
Pronostico
Può fare festa anche solo per il fatto di essere arrivata qui e il seed numero 15 riduce molto le speranze di upset al primo turno.