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La rinascita di Pitt nel segno di Xavier Johnson

BasketballNcaa - Pittsburgh - Xavier Johnson
Autore: Giovanni Bocciero
Data: 14 Gen, 2019

Tra i tanti volti nuovi che stanno caratterizzando la stagione di Pittsburgh c’è di sicuro Xavier Johnson. Il playmaker ha avuto un grande impatto in Division I, facendo rivalutare le considerazioni in merito al suo reclutamento.

In verità il nativo di Arlington (Virginia) non rientrava neppure nei piani dei Panthers. Infatti, la scorsa primavera mentre coach Jeff Capel prendeva posto nel suo nuovo ufficio il ragazzo strappava la lettera d’intenti con Nebraska. E siccome l’università ha perso diversi giocatori, aveva una borsa di studio per accaparrarselo. Giocatore veloce, atletico, fisico, che lavora molto duro perché gli piace competere e naturalmente vincere, ha iniziato a far parlare di se ben prima che si presentasse al campus.

 

Sin dalle prime partite ha poi dimostrato di essere un atleta versatile, capace di realizzare due doppie-doppie in punti e assist e sfiorare una tripla-doppia da 15+9+7 rimbalzi. È il giocatore più utilizzato dei Panthers (29.5 minuti di media) e guida la squadra in punti (17) ed assist (4.9) oltre a contribuire con 3.5 rimbalzi e 1.1 recuperi. Resta comunque un giocatore al primo anno con tutti i suoi pregi e difetti.

Di questa Pittsburgh è comunque l’unico metronomo vero, con Capel che gli ha affidato le chiavi della cabina di regia e per questo tocca quasi tutti i palloni. Essendo un attaccante dal primo passo veloce e dalla invidiabile forza fisica tende sempre a cercare la via del canestro, utilizzando rapidi cambi di direzione per smarcarsi e senza avere paura dei contatti.

 

Ha un ottimo ball-handling e una discreta visione, il che unito alla grande mole di palloni che gestisce lo rendono uno discreto assist-man. Inoltre, sapendo che prova la penetrazione con continuità le difese avversarie si adattano con il raddoppio, e pur non riuscendo sempre a leggere bene la situazione (ha un Ast/To ratio di 1.3) dai suoi scarichi nascono tanti punti.

 

Per essere considerato un grande tiratore ha bisogno di acquisire maggiore costanza, soprattutto dalla lunga distanza, ma l’82.4% ai liberi (quarto in ACC) è un dato che fa ben sperare. Per il resto tira con il 46.7% dal campo (85/182, nono in ACC), e con il 40.7% dall’arco segnando 1.4 triple a gara.

 

Anche difensivamente dimostra di avere diverse lacune, alle quali sopperisce però con la grande energia che riversa sul parquet. Lo possiamo definire un difensore indisciplinato, che segue molto il proprio istinto. Sa comunque rendersi utile su entrambe le metà campo, ed anzi, spesso da un recupero lancia la transizione offensiva.

 

«Ascolta ed è disponibile – ha detto coach Capel –. Vuole imparare velocemente per questo è un lavoratore infaticabile. Abbiamo bisogno che continui ad essere affamato, per la sua e la nostra crescita come squadra». Di questo passo, la rinascita di Pittsburgh non può che passare per le sue mani.

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