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La dolce rivincita di Kentucky

Autore: Raffaele Fante
Data: 12 Mar, 2018

 Da seed n.4 a titolo n.4

Da 9 anni, cioè da quanto John Calipari siede sulla panchina di Kentucky, i Wildcats non avevano mai iniziato il torneo della Sec con un seed così basso come il n.4. Troppe sconfitte in stagione, troppi alti e bassi, troppi freshman altalenanti. “Questa squadra ha bisogno di tempo”, ha continuato a ripetere coach Cal. E il suo tempo è arrivato a Saint Louis, dove ha vinto il quarto titolo di fila della conference.

Due le chiavi del successo: la difesa e Shai Gilgeous-Alexander. Georgia ha tirato con il suo minimo stagionale (28%), Alabama è l’avversaria che ha fatto meglio con il 38%, Tennessee si è fermata al 37%. I giovani Wildcats le braccia lunghe le hanno sempre avute, ma finalmente le hanno messe insieme a gambe piegate e testa concentrata, contestando qualsiasi tiro per 40′ a una squadra che li aveva battuti due volte su due in regular season.

Wenyen Gabriel ha sorpreso tutti con 7/7 contro Alabama, cioè la miglior performance di sempre al tiro da 3 nella storia di Kentucky, ma è dall’inizio della stagione che c’è solo da stropicciarsi gli occhi guardando Gilgeous-Alexander. Il freshman meno atteso dei freshman arrivati a Lexington è invece ormai una star del college basketball: Mvp del torneo e finale dominata con 29 punti

 

Sembrava tutto facile per Kentucky, avanti 33-16 contro i Vols freddi e bloccati, quando Admiral Schofield ha deciso che non doveva continuare così: tutti suoi i 13 punti finali del primo tempo per Tennessee, che ha poi messo anche la testa avanti nella ripresa. Ottimo il torneo della squadra di Rick Barnes, che ha faticato contro Mississippi State ma ha poi distrutto Arkansas in semifinale, mostrando sempre grande carattere e anche un backcourt più efficace, con i due sophomore Jordan Bone e Lamonte Turner in crescita.

 

I grandi protagonisti

E’ iniziato con Texas A&M, è proseguito con Auburn e poi si è fermato contro Kentucky: il Collin Sexton show è stato lo spettacolo più divertente visto alla Scottrade Center, anche se non è stato sufficiente per portare Alabama in finale. Ma con 26 punti di media e una serie di gran giocate, il freshman dei Crimson Tide è stato l’assoluto protagonista del torneo.

 

Non è stato l’unico freshman ad avere tutti gli occhi puntati addosso, perché a Saint Louis si è rivisto in campo Michael Porter jr e vi abbiamo raccontato qui come è stato il suo secondo esordio stagionale

A proposito di protagonisti e grandi giocate, Lamar Peters è stato l’anima di Mississippi State che hanno fatto sudare parecchio Tennessee prima di perdere 62-59. Due ventelli per il sophomore dei Bulldogs e il miglior crossover del torneo.

 

Le due deluse

Una delle più inaspettate prestazioni a due facce della stagione l’ha messa in piedi Auburn nel quarto di finale contro Alabama: dopo aver chiuso in vantaggio di 10 punti il primo tempo, i Tigers non hanno segnato dal campo per oltre 10′ e hanno subito un parziale di 3-28, prendendo ferri su ferri mentre Collin Sexton dava vita al suo show. Poco da fare, la squadra di coach Bruce Pearl è corta ed è in calo e, se i suoi attaccanti tirano con il 30% (12/38 per Heron, Brown e Harper), è notte fonda. E Pearl ha pure litigato alla fine della partita.

E’ durato meno (5′) ma anche Florida ha pagato caro un black out offensivo di cui ha approfittato soprattutto Jaylen Barford con 27+10 e così anche il torneo dei Gators è finito subito, senza che Arkansas abbia dovuto sudare poi tanto. L’assenza di un rim protector decente è il problema della stagione (e Daniel Gafford ne ha approfittato con 16+12), la serata storta di Jalen Hudson è stato il problema della giornata e Keith Stone da solo non è bastato. Coach Mike White ha poco tempo per trovare soluzioni e intanto un altro obiettivo della stagione se n’è andato.

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