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Le facce cattive di New Mexico State

New Mexico State players begin to celebrate at the end of an NCAA college basketball game against Grand Canyon for the Western Athletic Conference men's tournament title Saturday, March 10, 2018, in Las Vegas. New Mexico State won 72-58. (AP Photo/L.E. Baskow)

La stagione

L’avvicendarsi di tre allenatori in tre anni non ha destabilizzato una squadra che puntualmente finisce per dominare la WAC. Campione sia di regular season che del torneo di conference, New Mexico State presenta un curriculum davvero invidiabile: record 28-5 con tanto di vittorie contro due partecipanti a questa March Madness (Miami e Davidson). L’attacco degli Aggies non è esattamente di quelli che fanno sognare a occhi aperti e, infatti, la squadra di coach Chris Jans ripone tutte le proprie risorse in una difesa aggressiva e spietata, una delle migliori in circolazione: sono davvero pochi, i punti concessi (94.8 di AdjDE, ovvero il 14° assoluto), specialmente dalle zone perimetrali (appena il 30.8% concesso dalla linea da tre). Pur avendo partecipato spesso nelle ultime stagioni, non vince una partita al Torneo dal 1993: che sia questo, l’anno buono?

Il giocatore chiave

Player of the Year della WAC, Zach Lofton è un giocatore d’importanza inestimabile, essendo l’unico in possesso di capacità realizzative e di tiratore affidabili. Una storia personale complicata, quella di questo grad transfer che compirà 26 anni a novembre: quattro college diversi (a Minnesota, dove venne cacciato via, non giocò nemmeno una gara) e tanto tempo lontano dal parquet prima di trovare continuità durante le ultime due stagioni. Ora però è il go-to-guy (19.8 punti a partita) in un contesto vincente dove può sfoggiare tutta la propria bravura: la sua capacità di creare da situazioni d’isolamento (attaccando il ferro o anche col jumper) ha spesso tolto le castagne dal fuoco per i suoi.

I prospetti

Unico elemento oltre a Lofton in doppia cifra realizzativa di media (11.0 punti), il senior Jemerrio Jones è un giocatore atipico nel senso più ampio del termine: è alto 1.95 metri ma ha l’impatto a rimbalzo d’un lungo (13.2 carambole a partita) grazie a esplosività, istinti e cattiveria agonistica di prim’ordine. La totale assenza di perimetralità, però, ne mina fortemente i margini di crescita in prospettiva professionistica.

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