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Midwest – La legge di Swanigan

Autore: Manuel Follis
Data: 19 Mar, 2017

Nell’unica gara del Midwest Regional Purdue sconfigge Iowa State 80-76 in una gara dominata dagli attacchi e dai due volti: 30 minuti di dominio tecnico dei Boilermakrs, poi una fiammata firmata Monte Morris e Deonte Burton ha portato i Cyclones addirittura sopra di 2 prima del finale dominato da Caleb Swanigan e Vincent Edwards. Ecco gli spunti principali.

Mister doppia-doppia non si ferma

Ne abbiamo parlato così a lungo che sembra di essere monotoni. Caleb Swanigan però è quel tipo di giocatore che mette insieme statistiche da stropicciarsi gli occhi e non lo fa dando la sensazione di aver sfoderato la partita della vita. No, sembra sempre normale amministrazione. E così 20 punti, 12 rimbalzi, 7 assist son sembrati quasi “poco”. Di fatto, ogni volta che il lungo di Purdue tocca la palla accade qualcosa di buono. E onestamente ci sono stati casi in cui i compagni hanno cercato un po’ troppa gloria personale con le triple piuttosto che servire il loro leader (che peraltro dall’arco ha registrato un 3/6). Sarà noioso, ma servirlo porta alla vittoria. Per dovere statistico: la 28esima doppia-doppia è record ogni epoca per un giocatore della Big Ten. E il tassametro corre. Il video solo per darvi un assaggio di che giocatore sia, 50 secondi di poesia.

Cosa sarebbe Batman senza Robin?

Ok, finito di celebrare Batman, ovvero Swanigan, dedichiamoci alla sua spalla, giocatore che nelle prime due gare del Torneo è stato il suo perfetto compagno, cioè Vincent Edwards. Che, punto primo, ha fatto segnare 21 punti, 10 rimbalzi e 4 assist e, punto secondo, risponde sempre presente quando ci sono da fare giocate clutch. L’intesa tra lui e Swanigan è forse l’arma più mortale di Purdue.

Inside-out

La dimensione dentro-fuori di Purdue è unica in Division I (superiore persino a quella di Gonzaga), perché nessuna squadra può schierare contemporaneamente tre lunghi con fisico, mani ed efficacia come Swanigan, Edwards e Isaac Haas (che è 218 cm) e la squadra è costruita in maniera funzionale. Palla dentro, raddoppio e scarico per un altro lungo o per la tripla sul perimetro. Morale, se Purdue tira appena appena decentemente diventa una rogna da affrontare. Spesso però difendono con l’intensità da “spiaggia di Ibiza la mattina dopo aver fatto serata in discoteca”, altrimenti la Final Four non gliela toglieva nessuno.

Losing effort

Iowa State aveva di fronte un reparto lunghi onestamente inaffrontabile per una squadra la cui ala grande è un 1,95 (pur muscoloso) come Deonte Burton. Nel primo tempo Haas ha preso la difesa dei Cyclones e l’ha usata come cestino della carta straccia e non a caso, alla fine del match il conto dei rimbalzi (38-28), ma anche quello degli assist (27-14), era tutto a favore dei Boilermakers.  La squadra di coach Steve Prohm però, negli ultimi 10 minuti dell’incontro, ha messo a segno un parziale pazzesco (figlio anche delle scelte offensive bizzarre di Purdue che si è intestardita a tirare da 3) grazie al trio Burton-Monte Morris-Matt Thomas. Poi i ragazzi allenati da Matt Painter si sono ricordati di dare palla a Swanigan-Edwards e gli sforzi sono stati vanificati. Ultima partita con la maglia dei Cyclones per 4 senior del quintetto base, dall’anno prossimo parte un nuovo ciclo. Vogliamo ricordarli così.

 

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