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East – Villanova dice addio al repeat

Autore: Raffaele Fante
Data: 19 Mar, 2017

La regina dell’upset

Aprile 2015, Nigel Hayes e Bronson Koenig segnano 12 punti a testa e mettono fine alla stagione perfetta di Kentucky. E’ la grande sorpresa delle Final Four, il risultato meno pronosticato di tutti. Non siamo allo stesso livello ma da quelle parti senz’altro perché Villanova sembrava in grado di essere la prima squadra a bissare il titolo dopo 10 anni, cioè da quando Florida vinse le edizioni 2006 e 2007. E sotto di 7 a 5 minuti dalla fine, non sembrava proprio Wisconsin quella in grado di interrompere il sogno. Peccato che Koenig e Hayes avessero idee diverse e hanno segnato 12 dei loro 36 punti nel parziale di 15-5 che ha girato la gara e mandato a casa i Wildcats. Nonostante il 7/16 ai liberi, il 6/18 da 3, i problemi di falli e le 14 palle perse.

Michael Jordan? No Nigel Hayes

Vi abbiamo già raccontato qui gli ultimi due minuti, e se Vitto Brown fa in difesa la giocata fondamentale strappando la palla a Josh Hart (e complimenti agli arbitri per la no call), in attacco il canestro decisivo è questo di Nigel Hayes

 

“I drove baseline, and if you guys are familiar with the Michael Jordan highlight, the fake spin back? I did my fake spin back, got to my left hand, and fortunately it went in”, ha detto Hayes. Questo è l’originale, è indubbio che al senior dei Badgers l’imitazione sia venuta piuttosto bene

 

I traditori di Wright

L’aveva definita “the greatest eight seed I’ve ever seen” e Jay Wright aveva ben ragione ad avere paura di Wisconsin. Ma più che da una grande prestazione dei Badgers,il coach di Nova è stato tradito dalla partita anonima di troppi suoi giocatori: per chiarirci il primo canestro segnato da un giocatore diverso da Josh Hart e Donte DiVincenzo è arrivato dopo 13’ ed è stato Kris Jenkins a realizzare i suoi primi punti dopo 6 tiri sul ferro. E’ proprio l’eroe del 2016 il primo ‘traditore’ di Wright: 4/22 con 0/8 da 3 nelle due partite al torneo, una fatica immensa su Nigel Hayes in difesa e nessuna leadership in campo. Due punti in due per Mikal Bridges e Darryl Reynolds, altri Wildcats completamente assenti. Non sono bastati i 19 di Hart che ha chiuso la sua carriera con Jenkins e Reynolds con il record di 129-17. E un titolo che non verrà ripetuto.

La passione di Virginia

Se avessero passato la giornata a zappare la terra, forse si potrebbe spiegare la prestazione dei Cavaliers contro Florida: nove ragazzi senza energia impegnati per 40’ a camminare in attacco e a rincorrere in difesa. Nessuno in doppia cifra, 17 punti segnati nel primo tempo, 39 alla fine a un solo punto dal minimo mai realizzato negli 8 anni di Tony Bennett a Virginia, con 16/54 complessivo al tiro e 1/15 da 3. Altro da aggiungere? Proprio no in una partita durata 15’ e che Florida non pensava proprio di vincere così facilmente. Molto bene ancora una volta Devin Robinson, notare la pulizia del suo tiro

 

London in lacrime

Si è chiusa nel peggiore dei modi la carriera universitaria di London Perrantes, leader di una squadra che ha perso l’anno scorso la sua grande occasione buttando via le Final Four contro Syracuse. Pessima anche la sua partita con 2/12 al tiro e senza di lui, i Cavaliers non hanno davvero niente da dire in attacco. Alla fine, lacrime per un giocatore che difficilmente avrà un futuro nella pallacanestro ma che in 4 anni ha saputo interpretare alla perfezione uno stile di gioco particolare come quello di Tony Bennett.

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