La squadra
Il primo anno di coach Mike Woodson sulla panchina di Indiana è stato un bell’ottovolante. Di fatto, la vittoria più significativa, probabilmente quella che ha permesso agli Hoosiers di acciuffare all’ultimo la March Madness, è stata quella ai quarti del torneo della Big Ten contro Illinois. In semifinale poi la sconfitta contro Iowa è arrivata a causa di una tripla di tabella all’ultimo secondo. Insomma, se la sono giocata.
Il risultato è che è difficile decifrare Indiana, che anche all’interno delle partite alterna momenti di dominio a pause davvero inspiegabili. La sensazione è che il materiale per avere una buona squadra ci sia e che sia arrivata a marzo in forma, tanto che già qualcuno la indica come possibile spacca-bracket di questa March Madness. Come molte delle squadre della Big Ten è più orientata alla difesa fisica che all’attacco scintillante.
In fase offensiva, quasi tutto ruota attorno a Trayce Jackson-Davis, stella indiscussa della squadra e perno dell’attacco che catalizza l’attenzione delle difese. Il primo imperativo di Indiana è cercare di servire nella migliore posizione possibile Davis, così come fondamentale è preservare il suo lungo dai falli in difesa. Quando esce dal campo le cose si complicano, perché l’attacco perde un riferimento e la squadra può far leva solo sulla sua difesa, che retsa eccellente.
Attorno a lui ruotano Xavier Johnson, secondo violino e principale assistman della squadra e poi due ali versatili come Miller Kopp (transfer da Northwestern) e Race Thompson. Dalla panchina partono invece Rob Phinisee, che ha avuto problemi di infortuni per tutto l’anno e Trey Galloway, epitome del giocatore dell’Indiana, bianco tosto e lottatore.
Giocatori chiave
Trayce Jackson-Davis – So. – PF/C – 206 cm 111 kg
Il suo scontro al primo turno con Graham Ike di Wyoming sarà stellare. Jackson-Davis è un osservato speciale della NBA per le sue indiscusse capacità di giocare in post basso, tra jumper e virate di spalle. Diabolico nello sfruttare i tagli e gli angoli, corre anche bene il campo e non è un telepass in difesa. L’unico dubbio rispetto al piano di sopra è il range di tiro. Ma resta un prospetto super interessante