Con tutto il rispetto per un programma comportatosi in modo grandioso negli ultimi anni, Yale non è esattamente il meglio che la Ivy League potesse offrire in questa March Madness. E sì, fa strano dire una cosa del genere proprio a proposito della formazione arrivata seconda in stagione regolare, ma il livello della conference quest’anno è stato abbastanza modesto. Princeton era l’unica con picchi di talento individuale e coralità offensiva tali da farla sembrare una candidata intrigante come prossima Cenerentola. I Tigers però hanno fallito l’appuntamento conclusivo, ed eccoci qui coi ben più cinici Bulldogs, che la finale di conference l’hanno vinta proprio col loro marchio di fabbrica, cioè la difesa (perlomeno quella mostrata nei possessi decisivi).
Yale fa un lavoro molto buono nel mettere pressione nelle zone perimetrali e costringere gli avversari a cattive percentuali da tre che spesso sono risultate decisive in loro favore (48.9 di eFG% subito in stagione). I pregi collettivi di maggiore rilievo sono questi, perché la squadra del veterano coach James Jones fa proprio fatica a scaldare i cuori in altri aspetti del gioco, specie quelli offensivi: #203 in Division I per Adj. Offense, quarto peggior dato stagionale fra tutte e 68 le formazioni qualificatesi al Torneo NCAA. Metteteci anche che al primo turno devono affrontare una Purdue che verosimilmente li divorerà sul piano fisico ed eccovi servita una missione impossibile per i secchioni del Connecticut.
Giocatori chiave
- AZAR SWAIN – Sr. – SG – 185 cm, 84 kg
Nettamente il più talentuoso dei suoi. Piccolo, tondo e spesso imprendibile: è l’unico giocatore del roster ad avere tanti punti nelle mani (19.2 di media), è un grande attaccante di uno-contro-uno e un ottimo tiratore da tre punti, anche se quest’anno le sue percentuali sono calate visibilmente (34.9% su 6.5 tentativi). È anche il miglior rimbalzista della squadra (4.2), il che però sembra dire qualcosa più sulla pochezza dei lunghi-poco-lunghi di Yale che non delle sue qualità del senior. Tre trentelli messi a segno in carriera di cui due quest’anno: serve una sua giornata di grazia per avere qualche speranza di upset, altrimenti si fa notte fonda.