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NBA Combine: le sorprese e le delusioni

Grayson Allen (Duke)
Autore: Giulio Scopacasa
Data: 21 Mag, 2018

Mo Bamba e Jaren Jackson Junior tra i grandi vincitori, Trae Young invece un po’ in ombra. La Combine NBA è un passaggio importante del processo che porta al draft. Non è un appuntamento che modifica completamente le quotazioni di un giocatore come accade in NFL, ma è un primo passo per mettere in contatto ragazzi e franchigie pro.

A Chicago si sono presentati circa 70 giocatori e una quantità numerosa di scout, general manager e allenatori pronti a osservare shooting drills ed esercizi atletici e a parlare faccia a faccia con i ragazzi. Prima della Combine peraltro si è anche svolta la lottery, che ha permesso di sapere l’ordine con cui sceglieranno le franchigie NBA. Ma ecco chi ha vinto e chi ha perso.

Chi ha migliorato il proprio draft stock

Mohammed Bamba

L’ex Texas Longhorns ha impressionato alla Combine, registrando una apertura alare record di 238,7 centimetri. Ma se le abilità atletiche sono da sempre il suo punto di forza, a stupire sono state altre sue caratteristiche. Ha impressionato, per esempio, la sua capacità di stare di fronte alla telecamera, parlando diverse lingue e restando sempre composto e calmo. Allo stesso modo ha intrigato la possibilità di trasformarlo in un lungo che possa aprire il campo. Drew Hanlan, coach specialista di sviluppo delle abilità, sta lavorando con lui sul tiro, e Bamba è sembrato in grado di sfruttare il tocco morbido per diventare un buon tiratore nel futuro modificando la meccanica.

Jaren Jackson Jr.

Dopo una stagione nella quale ha aumentato partita dopo partita le sue quotazioni, il lungo in uscita da Michigan State sembra aver convinto anche alla Combine. Anzi, se c’è qualcuno che esce sconfitto da questi quattro giorni, sono le squadre sorteggiate indietro nella lottery che speravano che l’ex Spartan potesse scendere sotto la quarta scelta assoluta. Il mix costituito da fisico, esplosività e skillset offensivo ha fatto effetto su molti scout e potrebbe colpire ancora di più man mano che ci si avvicina al draft.  I lunghi versatili sono il futuro, e giocatori come Jackson Jr. si inseriscono nel solco degli Anthony Davis e dei Kristaps Porzingis di questa lega.

Jaren Jackson - Michigan State

Grayson Allen

Nonostante il suo nome stoni un po’ vicino a Bamba o Jackson, Grayson Allen è stato il break out player di questa Combine. Il tempo di 10.31 secondi fatto registrare nell’esercizio di agilità è entrato nella Top 5 della storia dell’evento, mentre il salto verticale di 1,03 metri ha stupito tutti, soprattutto perché ottenuto caricando con una gamba sola. Non è scontato, considerato che andare su in questa maniera permette di essere più veloce ad arrivare in alto ed è una caratteristica molto apprezzata dagli scout. Il laureando di Duke potrebbe essere una chiamata a fine primo giro per le squadre in cerca di guardie che possano portare intensità dalla panchina.

Wendell Carter Jr.

Il lungo ex Blue Devils ha tratto grandi vantaggi fin dalle semplici misurazioni. C’erano dubbi sulla possibilità di schierarlo da centro e in effetti i 205 centimetri misurati senza scarpe alla Combine qualche perplessità la lasciano. Ma è un ruolo che sta cambiando moltissimo in Nba e Carter è un giocatore versatile, che può sia aprire l’area in attacco che marcare gente più piccola e anche più grande di lui in difesa, visto che comunque i chili sono 113. Ha mostrato di poterlo fare e quindi non vi stupite di sentire il suo nome prima di quanto pensaste.

Donte Di Vincenzo

L’eroe del titolo Ncaa di Villanova ha affermato di volere essere sicuro di una chiamata al primo giro per restare al draft ed è possibile che la Combine lo abbia aiutato. È stato suo il record per il salto da fermo di quest’anno ed è risultato primo a pari merito nel salto in movimento (insieme a Okogie, di cui parliamo sotto). L’agilità e il 5 vs 5 sono stati di un ottimo livello e tra la ventesima e la trentesima scelta le squadre in cerca di punti dalla panchina adesso potrebbero aver messo nel mirino anche Big Ragu. Che, a questo punto, se deciderà di tornare al college lo farà solo per amore di Villanova.

 

Kevin Huerter

Senz’altro una delle grandi sorprese di Chicago, la guardia di Maryland ha incuriosito diversi scout. Ancora indeciso se tornare per l’anno da junior, Huerter è uno specialista del tiro, ma ha colpito anche per il suo alto QI cestistico e per le abilità di passaggio. Sono doti non scontate per chi spesso deve soltanto guardare il canestro quando ha la palla tra le mani. Tornare a Maryland potrebbe essere una scelta coerente per cercare di entrare nella lottery del prossimo anno. Allo stesso modo, rimanere nel draft dopo aver capitalizzato l’invito alla Combine potrebbe rivelarsi una giusta scelta.

 

Josh Okogie

La guardia di Georgia Tech ha disputato una combine pressoché perfetta e a questo punto desterebbe meno stupore se Okogie assumesse un agente. Il sophomore ha mostrato una grande fiducia nel proprio tiro e ha messo in mostra un grande atletismo. Ha un potenziale difensivo altissimo, nonostante ci sia tanto da lavorare e il suo 5 vs 5 ha colpito molti osservatori, così come il miglior salto in movimento insieme a Donte DiVincenzo.

E chi lo ha peggiorato

Trae Young

Forse le sue quotazioni non subiranno grandi ripercussioni, visto che è una delle poche guardie da Top 10, però non sono stati giorni facili per il playmaker dei Sooners. E’ stato infatti uno dei più piccoli della storia nelle misurazioni con i suoi 184 centimetri (senza scarpe) per 80.6 chili. Non che contino troppo i dati, come hanno dimostrato più volte in molti, da Isaiah Thomas a Steph Curry (che era impercettibilmente più alto e con sostanzialmente lo stesso wingspan), però sicuramente in questa fase pre-draft sono la maggiore fonte di dubbi per questo tipo di giocatori. Nonostante non abbia brillato, il freshman di Oklahoma ha fatto qualche dichiarazione spavalda: “Sono il più forte di questo draft ma non mi concentro solo su quello perchè il mio obiettivo è diventare il giocatore più forte dell’Nba. Auguri.

Tyus Battle

La guardia di Syracuse in sostanza non è riuscita a distinguersi dalla massa, senza dimostrare di poter essere una prima opzione offensiva davvero credibile. a questo punto probabilmente deciderà di tornare al college dato che riprovarci nel 2019 potrebbe essere la scelta migliore.

Brandon McCoy

A inizio stagione ci si aspettava che finisse al primo giro. Dopo la Combine, si parla invece di una scelta tra la 40 e la 50. Perchè? Non ha fatto faville nei test atletici, come ci si aspettava, e ha confermato tutte le sue lacune tecniche. Il problema più grave è che le sue capacità complessive non rientrano nei canoni dei lunghi del futuro. Non è capace di aprire il campo con il tiro, non è un protettore del ferro puro, e alla Combine il suo stile di gioco in post troppo incentrato sulla forza fisica non ha avuto la stessa efficacia mostrata a UNLV.

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