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Russell Westbrook, riscatto e record a Washington

BasketballNcaa - Russell Westbrook
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 11 Mag, 2021

Centottantadue triple doppie. Crollato un record che sembrava essere indistruttibile (era dal 1961-62 che rimaneva in piedi), il posto nella storia di Russell Westbrook è stato impresso con ancora più vigore. È stata l’autentica anima di una versione di Washington che nessuno si immaginava ai playoff dopo il terribile inizio di campionato.

L’ex OKC, infatti, è arrivato nella capitale al termine di una offseason estremamente complicata per Houston, con le due stelle che hanno chiesto lo scambio. Il primo ad essere accontentato è stato proprio Westbrook, arrivato l’anno precedente in cambio di Chris Paul e di un discreto numero di scelte al draft. Il fatto che i Rockets abbiano ottenuto in cambio il solo John Wall, infortunato da due anni, e una scelta al primo giro con ampie protezioni, fa capire quanto il valore di mercato dell’ex OKC fosse calato.

In realtà prima della bolla Russell era stato reduce dai mesi più efficienti della carriera, impiegato come centro in una small ball portata all’estremo da D’Antoni. Ma a seguito di un infortunio al quadricipite, Russ non ha giocato le prime gare contro i Thunder ai playoff, e quando è rientrato è parso tutt’altro che in forma. E così, complici anche problemi di spogliatoio dovuti al caso Danuel House jr, i Rockets si sono sciolti di fronte ai Lakers dopo aver vinto e convinto in gara 1, andando a casa in sole 5 gare.

Un inizio complicato

Giunto nella capitale in prossimità del training camp, Russell non ha trovato una situazione idilliaca: ai Wizards trova un’altra stella in Bradley Beal, in questa stagione All-Star e leader dei marcatori della lega, ma anche molti altri giocatori fuori forma o nuovi al contesto della NBA. Primo tra tutti un Davis Bertans fresco di 80 milioni di rinnovo contrattuale, arrivato in ritardo al training camp, fuori forma e reduce da 8 mesi lontano dal basket giocato; il lettone era infatti tornato in madre patria durante la pandemia, ed è difficile immaginare che abbia trovato strutture di allenamento paragonabili a quelle di una franchigia NBA.

Quanto ad Hachimura, il rookie giapponese cresciuto molto nella bolla, è stato fuori ben tre settimane per un’infezione all’occhio rimediata nei primi giorni di training camp. Il rookie Deni Avdija aveva un potenziale interessante, ma esperienza nulla nella lega. Thomas Bryant, centro ex Lakers, aveva dimostrato progressi importanti al tiro e nell’atteggiamento difensivo a Orlando, non corroborati tuttavia dai risultati della squadra. 

I Wizards erano reduci da una pessima stagione in cui erano stati la 29esima difesa della lega, con molti problemi a rimbalzo difensivo e di comunicazione e impegno. Pensare di risolvere tutto subito ingaggiando Westbrook e Robin Lopez è stato forse un po’ troppo ottimistico. Non a caso la stagione è iniziata in modo disastroso: 5 le sconfitte consecutive in avvio, che presto si sono trasformate nel record di 3-12, con una vittoria di prestigio contro i Nets e molte occasioni sprecate. Le triple di Bertans finivano corte sul primo ferro, la difesa aveva enormi problemi di concentrazione e di protezione del ferro, le rotazioni di Scott Brooks finivano per mettere fuori ritmo tutti senza dare continuità a nessuno. 

E soprattutto Russell Westbrook sembrava aver di colpo perso tutta la sua esplosività. Semplicemente non andava più al ferro, limitandosi a scaricare sul perimetro la palla quando penetrava in area. Pochissime le schiacciate tentate, pochissimi i tentativi al ferro, troppi i tiri dalla media e da tre punti. La conseguenza erano transizioni mortifere sugli errori al tiro, che portavano a rimbalzi lunghi che la difesa dei Wizards non riusciva ad arginare. Mettiamoci anche l’infortunio al crociato di Bryant e una rotazione lunghi con Lopez, Wagner e Alex Len e le ambizioni playoff sembravano un sogno. Soprattutto con quel Westbrook, che si è scoperto poi avere uno strappo al quadricipite

Alti e bassi rincorrendo il play-in

Poteva mancare un’epidemia di covid ai Wizards? Ovviamente no, ma col senno di poi ha salvato la stagione, permettendo a Westbrook di rimettersi in forma e ai compagni di dare una svolta alla stagione: 26esima difesa NBA prima dello stop forzato, dopo la pausa la difesa è migliorata fino a diventare accettabile, a metà classifica. Questo è dovuto al maggior impegno da parte di tutta la squadra, a partire dal fino ad allora miglior scorer della lega Bradley Beal. Con un Hachimura consapevole di poter cambiare su quattro ruoli e disposto ad applicarsi, e un impegno maggiore da parte di tutti nei closeout, arriva a febbraio una serie di 7 vittorie in 8 gare. 

I Wizards sembrano aver trovato la quadra, ma finiscono per arrivare al 5 aprile col record di 17-32. Mancano poco più di 20 gare e per Washington è più facile puntare alla lottery che ai playoff. Ma Russell Westbrook non ci sta, e inizia a giocare il mese migliore della sua stagione, guidando i suoi a 14 vittorie in 17 gare: le 3 sconfitte arrivano solo all’ultimo possesso e tra le vittime ci sono anche gli Utah Jazz. Benché facilitati dal calendario, è evidente il cambio di passo dei giocatori allenati da Brooks, che fanno un salto anche a livello mentale.

Westbrook sembra riuscito a portare la cultura vincente che lo ha sempre portato ai playoff tranne in casi di infortunio, rievocando qualche ricordo della magica stagione dell’MVP. Nella trade deadline i Wizards sistemano i problemi sotto canestro con l’arrivo di Daniel Gafford; dopo un rapido adattamento Russ e Washington iniziano a volare: nelle ultime 20 gare le cifre del numero 4 sono 22.1 punti, 13.9 rimbalzi e 13.3 assist. La stagione è nuovamente in tripla doppia di media, ma quello che più conta è l’impatto positivo sulle vittorie della squadra. 

Potendo collezionare i rimbalzi lasciati dai compagni, Russ può lanciare contropiedi efficacissimi, anche grazie alla sua esplosività. Non è un caso che l’AST% sia un assurdo 47% in questa stagione e che Russell sia al career high negli assist. Westbrook è prima di tutto uno dei migliori creatori per i compagni e solo successivamente pensa al suo tiro, anche perché la sua efficienza, 50.5% di TS%, è decisamente sotto la media della lega. Se riuscirà a mantenere questo ruolo di facilitatore per tutta la gara per poi accendersi nei momenti decisivi della gara, in cui quest’anno è uno dei migliori della lega, allora Washington ha speranza anche ai play-in. Nel momento in cui scriviamo i Wizards sono decimi (32-37, mezza partita di distanza dai Pacers e 1.5 da Charlotte ottava), e lotteranno fino in fondo per la postseason, passando proprio per il play-in, entusiasmati per aver salvato la stagione in extremis. 

Atlanta, Cleveland e Charlotte le ultime tre partite prima della chiusura della regular season. Il vantaggio di due partite e mezza su Chicago dà praticamente la certezza ai Wizards di essere almeno ai Play-in. Da lì in avanti, con questo nuovo atteggiamento e questo Russell Westbrook tutto sembra possibile.

Pezzo realizzato da Francesco Contran di TrueShooting.com

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