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Non solo Mikal Bridges, ecco le migliori SF

Autore: Manuel Follis
Data: 8 Mag, 2018

Ultimo appuntamento con la stagione passata per parlare delle ali piccole, giocatori il cui ruolo è sempre più determinante sia al college sia in Nba, sia perché permettono cambi difensivi indolori sia perché, soprattutto quando dotati di buon tiro, permettono soluzioni tattiche interessanti anche in attacco, schierati un po’ fuori ruolo da guardie o da power forward. Ecco i 5 giocatori più forti della stagione passata.

Keita Bates-Diop

Ohio State – junior – 19.8pts, 8.7reb, 1.6ast, 48.0%FG

Una delle rivelazioni della stagione, tanto rivelazione da diventare a sorpresa un prospetto da draft. Non lo aiutano l’età (22 anni) e il fatto di essere stato fermo l’anno scorso per una frattura da stress. Per il resto, difficile trovare molti altri difetti a Bates-Diop. È stato l’anima di Ohio State per tutta la stagione, sempre ultimo ad arrendersi nelle sconfitte e faro della squadra sia della fase offensiva sia di quella difensiva. Giocatore elegante, che sembra talvolta mancare di grinta, ma che in realtà approccia la partita con applicazione costante, come si evidenzia dalla fase difensiva dove ha sostanzialmente retto le sorti dell’intero reparto di Ohio State. In attacco ha mostrato grande versatilità, alternando conclusioni al ferro a un tiro solido e temibile dalla media e alla capacità di tirare da 3 (una sentenza sugli scarichi), ma non è un grande gestore della palla, che maneggia con abilità ma come finalizzatore più che come creatore di gioco.

Mikal Bridges

Villanova – junior – 17.7pts, 5.3reb, 1.9ast, 51.4%FG

Il tiratore per eccellenza, ha iniziato l’anno considerato un papabile 3&D (triple e difesa) da NBA e, nel corso della stagione, ha confermato pienamente questa sua caratteristica portandola a livello extralusso. Il suo sguardo perennemente pacato e quasi beffardo, che sembra non dover cambiare mai nemmeno in caso di terremoto, celano un istinto da killer professionista. Perfettamente a suo agio nel tiro dalla lunga distanza, non a caso quest’anno ha tentato 239 triple (tirando con il 43%) contro solo 77 jumper dalla media, sintomo di un giocatore inserito alla perfezione nelle spaziature moderne. È stato spesso utilizzato con la palla in mano nella gestione dei pick&roll laterali più che in uscita dai blocchi, e questo perché è efficace nel tiro dal palleggio. Il tutto considerando che, in teoria, il suo vero punto di forza dovrebbe essere la difesa, marchio in generale di Villanova, ottima sia sulla palla in scivolamento sia lontano dalla palla.

Miles Bridges

Michigan State – sophomore – 17.1pts, 7.0reb, 2.7ast, 45.7%FG

È stato uno dei giocatori più controversi nella scorsa stagione e probabilmente dividerà anche i fan NBA. Giocatore che ispira forte simpatia o forte antipatia, è stato benedetto dagli dei del basket che gli hanno donato il fisico perfetto, con una muscolatura da bronzo di Riace che però non gli impedisce esplosività, atletismo e verticalità. Se parliamo di spettacolo, probabilmente non ha rivali tra questi 5. Se parliamo di efficacia, il discorso cambia. Anche se non gli mancano grinta e aggressività, la sensazione è che gli manchi sempre la giusta lucidità per fare la scelta giusta, in difesa ma soprattutto in attacco. Ha chiuso la stagione con il 36.4% dall’arco (il 38.5% in Big Ten), ma spesso ha dato l’impressione di incaponirsi nel tiro dalla lunga distanza invece di provare ad attaccare il ferro, considerando poi che tira il liberi con oltre l’83%. Considerata anche la sua naturale abilità a gestire l’attacco in contropiede, probabilmente il suo futuro dipenderà molto dal sistema in cui sarà inserito.

Kevin Knox

Kentucky – freshman – 15.6pts, 5.4reb, 1.4ast, 44.5%FG

Altro giocatore che, come Miles Bridges, ha generato pareri molto discordanti tra loro, divisi tra chi è rimasto incantato dal mix di talento e doti fisiche e chi invece lo ha considerato un “né carne né pesce” poco produttivo. La verità probabilmente sta nel mezzo e Knox gode ancora di estimatori, nonostante un’annata non brillante di Kentucky, anche vista la giovane età (ha ancora 18 anni) e quindi i possibili e probabili ampi margini di miglioramento. Sceglierlo al draft rappresenterà dunque una scommessa, ma che sicuramente qualcuno farà, visto che con i suoi 206 cm Knox è la più alta ala piccola di questa cinquina. In stagione, prima che esplodesse Shai Gilgeous-Alexander, è stato sostanzialmente l’unico faro offensivo di UK, e si è dimostrato un attaccante mortifero con il jumper dalla media. I difetti non mancano, a partire dalla difesa (lontano dalla palla è un mezzo disastro) per finire con la capacità di ball-handling e di selezione dei tiri. Ma resta per potenziale, forse il più intrigante dei 5 giocatori elencati.

Sviatoslav Mykhailiuk

Kansas – senior – 14.6pts, 3.9reb, 2.7ast, 43.4%FG

Non l’abbiamo inserito tra le migliori guardie, anche se in NBA probabilmente sarà il suo ruolo principale, non l’abbiamo inserito tra le top 5 ali-grandi, anche se per gran parte della stagione coach Bill Self lo ha utilizzato come 4 tattico, ma lo mettiamo tra le ali-piccole, il ruolo naturale di Mykhailiuk e quello che probabilmente ricoprirà in Europa, qualora non dofesse sfondare tra i pro. Il giocatore ucraino è l’epitome del buon soldato, che ha saputo incarnare i dettami di Kansas andando a ricoprire di anno in anno il ruolo migliore per la squadra. Quest’anno ha brillato per capacità tattiche, versatilità e abnegazione difensiva (fondamentale la marcatura su Marvin Bagley al Torneo Ncaa). La sua abilità offensiva più spiccata è il tiro (259 triple con il 44.4%), ma ha sviluppato una grande abilità nell’attaccare i close out, finendo per diventare un play aggiunto e punendo anche con il jumper dalla media. Nel video la tripla più importante della stagione al torneo, per lui e per Kansas.

 

 

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