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I primi due mesi dei giocatori italiani

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 14 Gen, 2017

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C’è chi sembrava dover esplodere ma poi ha rallentato, chi mette i tiri della vittoria, chi gioca poco ma bene e chi tra infortuni e scelte vede poco il campo. Da Mussini a De Nicolao, ecco il borsino degli italiani nel college basketball dopo i primi due mesi.

Federico Mussini

St. John’s Red Storm (Big East, 8-10) – 15 GP, 20.1 MIN, 8.6 PTS, 2.0 REB, 0.8 AST

Anche quest’anno, St. John’s è alle prese con una stagione complicata: la non-conference season ha riservato alcune brutte sorprese come le sconfitte con squadre poco quotate come Delaware State e LIU Brooklyn, o quella nettissima patita al Madison Square Garden contro Penn State. Proprio dopo quest’ultima, però, i Red Storm hanno infilato tre belle vittorie consecutive, massacrando Syracuse a domicilio, rifilando un upset inaspettato ai danni di Butler e infine passando sul campo di DePaul. Dopo il buon inizio in Big East, ecco di nuovo le sconfitte, tutte molto nette (Creighton, Xavier e Georgetown) e che hanno evidenziato i grossi limiti difensivi della squadra.

In tutto questo, Federico Mussini non se la sta passando benissimo. Intorno alla prima metà di dicembre aveva vissuto il suo periodo migliore, viaggiando costantemente in doppia cifra in cinque incontri consecutivi (14.2 punti di media) e tirando con un discreto 48% dal campo (51.5% da tre). Un’infezione l’ha però tenuto lontano dal parquet proprio nelle tre vittorie menzionate. Al rientro, il Musso è apparso assai distante dai livelli visti un mese fa, mettendo insieme un magrissimo 4/16 dal campo nelle ultime tre partite. St. John’s sta facendo una gran fatica nel trovare interpreti offensivi validi al di fuori dei due mattatori del backcourt, Marcus LoVett e Shamorie Ponds: coach Mullin, ora più che mai, ha bisogno del Mussini migliore per poter risalire la china in una conference così difficile.

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Nicola Akele

Rhode Island Rams (Atlantic 10, 10-6) – 16 GP, 16.1 MIN, 3.5 PTS, 2.6 REB, 0.9 AST

Indicata fra le migliori squadre (se non la migliore) della Atlantic 10 e con un posto nella AP Top 25, Rhode Island era partita molto bene per poi incassare due sconfitte esterne consecutive (Valparaiso e Providence) a cavallo fra novembre e dicembre che ne hanno determinato l’estromissione dall’Ap Poll. Dopo il “derby” coi Friars, i Rams hanno dovuto fare a meno del centro Hassan Martin per cinque incontri, riuscendo comunque a cogliere quattro successi. La stagione di conference era iniziata nel migliore dei modi, con due larghissime vittorie su Saint Louis (+34) e Saint Joseph’s (+30). Ora però URI si ritrova nuovamente in un periodo difficile, con Martin tornato nei ranghi ma non all’altezza delle prove offerte nel mese di novembre e, soprattutto, con due sconfitte consecutive sul groppone: una all’ultimo respiro sul campo di Dayton e una, pesantissima, subita in casa con La Salle, la quale ha dominato l’incontro dall’inizio alla fine.

Non è certo il giocatore più appariscente e di lui si parla abbastanza poco, ma Nicola Akele ha confermato il suo posto nelle rotazioni di Dan Hurley, fatto tutt’altro che scontato in partenza vista la lunghezza del roster di quest’anno. Poca gloria (ovvero, palloni toccati) in attacco anche a fronte di ottime percentuali (50% dal campo, 43.8% da tre) ma tanto, utile lavoro sporco in entrambe le metà campo con una presenza a rimbalzo migliorata: è così che l’ex Reyer Venezia ha visto aumentare il suo minutaggio rispetto alla stagione da freshman con un impiego sempre molto costante (tre sole partite sotto ai 10 minuti in campo).

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Giovanni De Nicolao

UT San Antonio Roadrunners (Conference USA, 8-9) – 17 GP, 26.2 MPG, 8.3 PTS, 3.2 REB, 2.8 AST

Annata di rebuilding per una squadra poco abituata a vincere e ora guidata dal nuovo staff di coach Steve Henson. Questo 2016/17 non era partito certo sotto i migliori auspici, con la sospensione del leading scorer della passata stagione Christian Wilson (possesso di sostanze illecite e aggressione) e l’infortunio di J.R. Harris (appena rientrato) incorso alla seconda partita. Giunti alla vigilia della stagione di conference con un non entusiasmante record di 5-8 (fra cui due vittorie con squadre che non appartengono alla Division I), i Roadrunners stanno sorprendendo dopo aver conquistato tre successi in quattro partite di cui due senza Nick Billingsley, secondo miglior realizzatore della squadra.

Giovanni De Nicolao, da freshman, si è inserito immediatamente bene nella nuova realtà assumendo il ruolo di playmaker titolare. Buona gestione dei ritmi e nessun timore di prendersi tiri pesanti, non di rado mettendoli dentro, come nel caso della vittoria esterna su Louisiana Tech giunta grazie alla sua tripla del 69-68 (che sarà poi il risultato finale) a meno di 20″ dalla fine. Leader della squadra per assist distribuiti e terzo miglior scorer, De Nik sta vivendo un buonissimo momento fatto di tre partite di fila chiuse in doppia cifra, compresi i 19 punti segnati contro Southern Miss, suo career-high. Restano da risolvere i suoi problemi di falli (3.5 di media, ha dovuto lasciare il campo quattro volte nelle prime sette partite) e da aggiustare le percentuali al tiro, che risultano ancora basse (33.1% dal campo).

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Giacomo Zilli

UNC Asheville Bulldogs (Big South, 12-6) – 12 GP, 12.3 MIN, 5.8 PTS, 2.6 REB, 0.8 AST

I campioni in carica della Big South stanno rispettando i pronostici d’inizio stagione che li volevano ai vertici della conference insieme a Winthrop e Liberty: le tre squadre sono al momento in testa nella graduatoria con un identico record di 4-1.

Dopo un anno passato in panchina, il senior Giacomo Zilli ha finalmente ripreso a calcare il parquet con continuità, o meglio, aveva, dato che ha saltato cinque delle ultime sei partite in seguito ad alcuni guai fisici. Durante il primo mese e mezzo di stagione, coach McDevitt lo ha sempre fatto partire in quintetto pur preferendo usare delle line-up più dinamiche nel corso dei vari match. Il minutaggio del friulano risulta quindi più simile a quello d’un giocatore che parte dalla panchina. In attacco, il suo gioco è limitato alle situazioni di post-basso e, quando si trova lontano dal canestro, partecipa attivamente alla manovra offensiva essendo ben conscio di come servire i suoi compagni. A inizio stagione, ha affermato d’aver lavorato molto sul rimbalzo: sopperisce alla poca verticalità con tagliafuori piuttosto energici, ma la sensazione è che possa migliorare ulteriormente sotto i tabelloni.

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Scott Ulaneo e Mattia Da Campo

Seattle Redhawks (Western Athletic, 8-9)

Ulaneo: 17 GP, 16.3 MIN, 4.8 PTS, 4.1 REB, 0.8 AST

Da Campo: 6 GP, 8.7 MIN, 0.7 PTS, 1.5 REB, 1.3 AST

La non-conference season di Seattle è stata contrassegnata da sconfitte con squadre di livello superiore ad essa (Colorado, Notre Dame e UCF) e dalle due con Eastern Washington, giunte incredibilmente dopo due overtime in entrambe le occasioni. Delle otto vittorie conquistate, tre sono arrivate con squadre di Division II, III e della NAIA, e cinque con formazioni di Division I provenienti da conference come la SWAC e la Big West. La stagione nella WAC non è cominciata nel migliore dei modi (0-2) e i Redhawks sono dunque chiamati a un pronto riscatto.

Coach Cameron Dollar ha coinvolto nelle rotazioni molti dei suoi giocatori durante la prima parte di stagione: Scott Ulaneo figura fra i soli sei giocatori a essere sceso in campo in tutte e 17 le partite disputate. Molto apprezzabile il suo contributo offensivo sotto canestro e a rimbalzo, ha vissuto il suo momento migliore nella seconda metà di dicembre, in partite come quella con Arkansas Pine-Bluff (12 punti in 10 minuti) o Mississippi Valley State (9+10 in 26 minuti), non sfigurando nell’arduo confronto con Washington (9 punti e 7 rimbalzi in 20 minuti). L’idea proclamata dal suo coach a inizio stagione è di sfruttarlo come lungo che possa aprire il campo: fin qui, Scott non ha però colto grandi frutti dall’arco (21.4%). Probabilmente è già in via di miglioramento la mira ai liberi: 54.3% in stagione ma con un 9/12 complessivo nelle ultime tre uscite.

La concorrenza nel reparto esterni ha invece limitato molto l’impiego di Mattia Da Campo, sceso sul parquet solo in sei occasioni (tre volte con minutaggio in doppia cifra).

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Roberto Vercellino

Northern Colorado Bears (Big Sky, 7-9) – 13 GP, 10.6 MIN, 2.4 PTS, 2.5 REB, 0.3 AST

Altra squadra in ricostruzione col neoarrivato Jeff Linder in panchina e che difficilmente potrà ambire a grossi risultati (oltretutto, la squadra è estromessa dai tornei di post-season per quest’anno), anche se il 3-2 con cui hanno iniziato la stagione di conference è certamente molto incoraggiante.

Iniziata la stagione nello starting five destando buone impressioni – per quanto molto poco coinvolto in fase offensiva – Roberto Vercellino è però scivolato giù nelle rotazioni sin dall’ultima partita di novembre (Oklahoma). Negli ultimi 10 incontri è rimasto seduto in panchina per tre volte e solo in occasione dell’ultimo match (una sconfitta netta in casa di Montana) è riuscito a toccare la doppia cifra di minuti in campo.

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