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Chi sale e chi scende, il borsino del 2017

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 26 Dic, 2017

Il 2017 sta per finire, la stagione di college basketball ha vissuto i primi due mesi e così la redazione si è fermata un momento per fare qualche primo bilancio, anche perché spesso vediamo più partite e leggiamo più storie di quante riusciamo a raccontarne.

Quale squadra vi ha stupito di più?

Ric: c’è qualche matto qui dentro che non risponde Arizona State?
Bobby: ha ragione Ric, alzi la mano chi si sarebbe aspettato un inizio di stagione del genere dopo la scorsa annata (15-18). Bobby Hurley è passato da una panchina che scottava a essere il primo candidato a coach of the year.
Pablo: sì sì ok, Arizona State è la scelta più ovvia, però il cambio di rotta da una stagione all’altra di Oklahoma è stato clamoroso. Certo coincide con l’arrivo del possibile freshman of the year ma siamo passati dal Kameron McGusty Show dello scorso anno a un attacco corale e una difesa tosta. Chapeau a Lon Kruger.

Da Arizona State a TCU, ecco le sorprese

Giovanni: anche io faccio “il diverso” e scelgo Florida State perché, nonostante abbia perso il trio Bacon, Isaac e Rathan-Mays (che produceva il 47% dei punti l’anno scorso), è nel ranking ed è andata vicina a pareggiare la miglior partenza della storia dell’università.
Raffaele: Ric tu sei un hipster, io te l’ho già detto questo, lo sai.
Ric: Dai su, non era assolutamente preventivabile che una squadra che aveva così tanti difetti nella scorsa stagione potesse essere una delle migliori in circolazione, oltretutto senza inserire chissà quante novità.
Raffaele: Ma certo che hai ragione, Arizona State è assieme a Trae Young LA storia della stagione.
Manuel: Young storia sicura, ma dei giocatori parleremo in altra sede. Anche io faccio l’alternativo e NON indico Arizona State, ma Tennessee: difesa tostissima e atletismo. Si inizia a vedere il lavoro di Ric Barnes.

Arizona State

Quali sono state le delusioni invece?

Mac: qui dico la mia, puntavo molto su Trey Burch-Manning di South Dakota, ma sembra involuto rispetto alla sua prima stagione in Division I. Delusione.
Manuel: mitico Mac che metti come delusione una mid major…
Raffaele: l’hype che circonda Kentucky è sempre altissimo, ma la classe di freshmen di quest’anno non è né particolarmente divertente né particolarmente tecnica. Grandi fisici, ma non bastano per fare grandi giocatori.
Pablo: che ne dite delle squadre di Los Angeles, UCLA e USC? A livello collegiale sta deludendo molto, soprattutto USC che doveva essere una potenziale darkhorse per le F4.
Manuel: sì concordo, e anche se UCLA ha battuto Kentucky resta che la squadra sembra molto umorale e non così difensiva come ci aveva annunciato Tyus Edney.
Ric: io da Minnesota mi aspettavo molto di più. Il potenziale è davvero alto, ma Jordan Murphy non può fare tutto, occorrono migliori percentuali e maggiore incisività difensiva da parte degli esterni. Adesso con Nate Mason infortunato sarà dura.

Coach Enfield e USC

Quale è una squadra sottovalutata?

Bobby: Nevada, attacco bilanciato, orchestrato dall’ottimo coach Eric Musselman e che ha in Jordan Caroline la sua punta di diamante. La vera differenza la fanno però i gemelli Martin che hanno dato una dimensione di gioco dentro-fuori unica.
Mac: sottovalutata? Creighton
Manuel: ma tu dici Creighton ogni anno!! Mi sarebbe piaciuto dire Louisville, ma no. Invece ho la sensazione che Arkansas quest’anno darà battaglia nella Sec, squadra con molti senior e con una buona panchina.

Duke, North Carolina, Kansas, Florida o Louisville, ecco le pagelle alle squadre più blasonate del college

Raffaele: la sconfitta in finale al Maui e la lezione presa da Trae Young hanno ridimensionato Wichita State che però rimane una squadra lunga, esperta e con un asse play-pivot che in pochi hanno.
Ric: Purdue poteva fare qualcosa di meglio al Battle 4 Atlantis, ma ha comunque strappato vittorie convincenti. Squadra bilanciata, che può fare canestro in vari modi, ha percentuali al tiro altissime, eccelle nell’imporre il proprio ritmo e difende forte. Secondo me, il tanto annunciato dominio di Michigan State nella Big Ten non è per niente scontato.
Gio: Texas A&M e lo sostengo da prima che iniziasse la stagione, quando nessuno la considerava da ranking. È completa, con elementi esperti, lunga e soprattutto ben allenata.
Manuel: vero, confermo che Gio è da settembre che punta su Texas A&M e anche a me Purdue piace parecchio. Raffa, ma Wichita State ti sembra che qualcuno l’abbia sottovalutata?
Pablo: io dico che Wisconsin è meglio del suo record (5-7). Tolte le batoste contro Ohio State e Marquette, le altre sono arrivate di misura con squadre più forti o alla pari. E poi c’è Ethan “Maestro Jedi Del Post” Happ che incanta ad ogni partita.

Miami Hurricanes

Quale invece una squadra sopravvalutata?

Raffaele: una bella vittoria sul campo di Minnesota non basta per giustificare il ranking di Miami che ha tanti giovani forti che devono però ancora dimostrare tutto.
Pablo: sì, anche quando erano imbattuti non convincevano e avevano battuto avversarie più deboli. Secondo KenPom sono la quarta difesa della nazione, ma contro Minnesota ne hanno subiti 81. Andranno testati nella ACC.
Ric: e sapete chi dico io? Miami, per gli stessi motivi che dite voi. Ha affrontato una non-conference di difficoltà risibile per quello che dovrebbe essere il suo livello e la sconfitta con New Mexico State ha messo un po’ in evidenza i dubbi sulla squadra.
Manuel: tutti Miami?
Mac: io dico Gonzaga
Gio: ma anche l’anno scorso avevi detto Gonzaga!! Io vado con Notre Dame, le scivolate contro Ball State e Indiana potevano essere evitate.
Bobby: io più che una squadra direi un’intera conference: la Pac12. C’erano quattro squadre da Torneo (Arizona, USC, UCLA e Oregon) con una possibile outsider in Stanford. Ad oggi solo i Wildcats e la sorpresa Arizona State sarebbero sicure, le altre hanno un record di 30-16 con sconfitte pesanti come quelle contro Portland State o Princeton.

… continua il 1 gennaio…

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