E’ stato il torneo più scontato e anche uno dei più poveri tecnicamente perchè Florida, cioè l’unica squadra che poteva davvero dare fastidio a Kentucky, è uscita subito e i Wildcats hanno così fatto una semi-passeggiata per vincere il loro trentesimo titolo della SEC, il terzo consecutivo, anche senza mostrare una pallacanestro memorabile. Vediamo com’è andata.
Freshman e senior
Kentucky è tra le squadre più giovani della Division I e il suo quintetto è stato a lungo composto da 4 freshman. Ora Wenyen Gabriel parte dalla panchina e John Calipari si sta affidando sempre di più anche ai suoi giocatori più esperti, mano a mano che le partite in stagione iniziano a contare. E se Malik Monk, De’Aaron Fox e Bam Adebayo restano sempre gli attaccanti più pericolosi della squadra, nella finale contro Arkansas Dominique Hawkins è stato decisivo nel parziale a cavallo dei due tempi, segnando 14 punti compresi canestri da vero senior come questo
Spento Dusty Hannahs, cioè il miglior attaccante dei Razorbacks, Kentucky è salita a oltre 20 punti di vantaggio e ha controllato senza troppo affanno l’unico tentativo di rientro degli avversari. E, data per persa la partita, cosa ha pensato di fare Arkansas alla fine? Menare
Mvp, mvp
La partita più complicata per i ragazzi di John Calipari è stata la semifinale contro Alabama, ma ci ha pensato De’Aaron Fox con il suo career high di 28 punti a dare la vittoria ai Wildcats
Nominato Mvp del torneo con 22 punti di media nelle tre partite, il freshman di Kentucky sta mostrando grandi miglioramenti soprattutto in quello che è il suo punto debole: il 24% da 3 in stagione la dice lunga su quanto poco sia affidabile la sua mano da fuori ma nelle ultime sei partite ha selezionato meglio i tiri mettendo insieme un ottimo 7/12 dall’arco. Già solo il suo atletismo gli varrà una chiamata alta al draft, se al Torneo conferma di aver aggiustato la mira potrebbe anche finire nelle prime 3.
La quinta volta di Florida
Tenete lontana Vanderbilt da Mike Withe che, da quando è sulla panchina dei Gators, ha perso tutte e 5 le partite contro i Commodores, due l’anno scorso, tre quest’anno di cui due in una settimana. L’ultima è quella che fa più male perchè Florida si ferma ancora ai quarti di finale senza sfruttare il suo seed n.2 e perde la terza partita delle ultime 4 giocate, cosa che non è passata inosservata al Selection Committee. Dopo aver inseguito per gran parte della partita, KeVaughn Allen è finalmente riuscito a mettere un paio di tiri nella sua serata complicata da 5/16 e riportare la partita in parità, e Kasey Hill (5/16 anche per lui) ha avuto anche la palla della vittoria ma sia il suo lay up che il successivo tiro da sotto di Kevarrius Hayes non sono entrati. E nell’overtime non c’è stata storia.
La quarta volta di South Carolina
Anche coach Frank Martin ha un problema, non proprio piccolo: ogni volta che South Carolina arriva al torneo della SEC esce ai quarti di finale. E’ ormai il quarto anno di fila che la storia si ripete e buon per i Gamecocks che la loro stagione sia stata sufficientemente buona per arrivare comunque al Big Dance. L’altro problema di Martin è che ha due giocatori buoni, si potrebbe anche dire molto buoni, che però come tutti ogni tanto non giocano al loro livello. E quando questo succede sono problemi grossi. PJ Dozier, soprattutto, è guardia da fisico Nba ma maturità ancora tutta da raggiungere e Sindarius Thornwell è tra i top20 realizzatori della Division I, ma non può essere sempre e solo lui a reggere tutto l’attacco della squadra. Contro Alabama hanno segnato 31 punti in due, tirando male (10/25) ma tutto il resto della squadra ha combinato per 22 punti e così alla squadra di Avery Johnson non sono serviti 4 OT come in regular season per battere i Gamecocks. Che hanno sbagliato gli ultimi 7 tiri consecutivi e, ancora una volta, sono tornati a casa in fretta. La beffa per i Crimson Tide è che South Carolina andrà al Torneo, loro invece no. Ma attenzione ad Alabama l’anno prossimo visto che ha già messo insieme una recruiting class di altissimo livello.