Gli ultimi cinque National Player of the Year sono stati lunghi. Zach Edey è tornato per difenderlo, Hunter Dickinson si è trasferito anche per poterlo insidiare. Andiamo a fondo dei dieci migliori centri del college basketball, una lista che potrebbe rivelarci i protagonisti della prossima stagione.
1. Hunter Dickinson
KANSAS – 18.5 PTS, 9.0 REB, 1.8 BLK a Michigan
The Athletic ha definito il sodalizio tra Hunter Dickinson e Kansas “a match made in the heaven” e anche a noi sembra così. Bill Self non solo vuole sfruttare la sua mano sinistra sotto canestro, ma vuole utilizzare tutto il pacchetto di cui dispone l’ex Michigan: in post alto come distributore per i tagli – soprattutto dei non tiratori – in movimento, per dargli qualche punto facile e infine dall’arco, visto che Kansas non sembra avere una batteria impressionante da tre. Uno e trino, Hunter Dickinson, per la stagione della definitiva consacrazione.
2. Zach Edey
PURDUE – 22.3 PTS, 12.3 REB, 2.1 BLK
É l’arma definitiva del college basketball. É il National Player of the Year in carica, è un rebus irrisolvibile per le rassegnate difese avversarie. Non è lui il problema di Purdue, che dovrà crescere soprattutto nel supporting cast, ma ad Edey si chiede un piccolo salto nel leggere i raddoppi e reagire al meglio. Per il resto stiamo parlando di un difensore eccezionale e un attaccante che tratta i marcatori come dei lillipuziani al quale manca solamente il successo a marzo, così come al suo allenatore.
3. Ryan Kalkbrenner
CREIGHTON – 15.9 PTS, 6.1 REB, 2.1 BLK
Creighton è diventata una contender negli ultimi due anni perché sotto canestro, a reggere la difesa, c’è lui. Coach Greg McDermott è sempre stato famoso per il suo attacco, ma nelle ultime stagioni ha creato la miglior difesa della Big East grazie alla drop coverage del lungo di 216 cm. Con un footwork impressionante, il senior è sempre posizionato al meglio negando sia il tiro che la conclusione al ferro. Qualche pecca a livello di esplosività e nell’uno contro uno, ma anche in attacco Kalkbrenner è una risorsa: 69.5% su 9.3 tiri a partita e anche un range da tre intrigante.
4. Kyle Filipowski
DUKE – 15.1 PTS, 8.9 REB, 0.7 BLK
É raro vedere una lottery pick tornare in D-I. Noi siamo ben contenti e anche coach Jon Scheyer che vede il suo freshmen più pronto e migliore in campo per un altro stagione in cui Duke può dire la sua per il titolo. Lungo moderno con un ottimo ballhandling per un 213 cm e una più che buona capacità a crearsi il tuo dal palleggio o dal post. Dopo aver settato il blocco, può fare un po’ quello che vuole, anche assistere i compagni. La grande sfida di questa stagione è il ruolo: da 4 in un assetto a due torri a 5 in uno small ball senza troppi tiratori.
5. Donovan Clingan
UCONN – 6.9 PTS, 5,6 REB, 1.8 BLK
Le sue stats sui 40 minuti recitano un 21+17+5 e l’impatto più vistoso di Cling Kong è sicuramente la difesa. Molte delle speranze di back to back di UConn passano dal centrone e soprattutto dalla sua salute. Ad inizio ottobre il sophomore si è dovuto fermare per un infortunio al piede, che non è mai l’ideale per un lungo. Se dovesse tornare al meglio, siamo di fronte ad un potenziale All-American e, forse, all’unico giocatore comparabile a Zach Edey. Ah, potrebbe anche tirare da tre.
6. Armando Bacot
NORTH CAROLINA – 15.9 PTS, 10.4 REB, 1.0 BLK
Nessuno nella storia di North Carolina ha messo a segno più doppie doppie di Armando Bacot. Un risultato abbastanza impressionante per chi si ricorda l’inizio della sua carriera. Da bambinone spaesato per il campo a perno imprescindibile dell’attacco dei Tar Heels. Roccioso in post, abilissimo a nascondersi nel dunker spot e sfruttare le attenzione che la difesa regala ai suoi compagni. Manca ancora un salto in difesa dove la mancanza di esplosività e di agilità, soprattutto nel gioco di piedi, lo portano a qualche errore di troppo, ma Hubert Davis punta su di lui per questa stagione delicata.
7. Oumar Ballo
ARIZONA – 14.2 PTS, 8.6 REB, 1.3 BLK
Tommy Lloyd e i lunghi. Una storia d’amore duratura, iniziata già dai tempi di Gonzaga. Un po’ come il rapporto con Oumar Ballo che, nella scorsa stagione, ha finalmente cominciato a mostrare le sue qualità. Un lungo che ama giocare in velocità e negli spazi, dove sfrutta la sua combinazione tra forza e esplosività per infilare i difensori nel canestro insieme alla palla. Senza Azuolas Tubelis, avrà ancora più spazio in area e la sua presenza, forse, aiuterebbe Caleb Love a non cannibalizzare l’attacco.
8. Norchad Omier
MIAMI – 13.1 PTS, 10.0 REB, 1.1 BLK
Il lungo meno lungo della lista. Un’arma tattica non banale che ha contribuito notevolmente alla prima Final Four della storia degli Hurricanes. Gambe forti e petto largo per compensare alla mancanza di centimetri (appena sopra i due metri), ball handling di livello per trasformare l’attacco di Miami in un 5-fuori molto imprevedibile che conta molto sul suo tocco e le sue letture. Durante la scorsa March Madness si è guadagnato la nomea di “Kyle Hines della Division I”. Vista l’età del lungo dell’Olimpia, non ci spiacerebbe se prendesse il suo posto in Europa.
9. DaRon Holmes
DAYTON – 18.4 PTS, 8.1 REB, 1.9 BLK
Uno dei giocatori più dominanti in post basso della scorsa stagione. Fuori dai radar principali a causa dell’Atlantic 10, Holmes è longilineo, atletico, paziente quando si mette spalle a canestro. Il fisico sembra più quello del classico rim runner, ma è proprio questa discrepanza tra fisico e skillset a renderlo interessante agli occhi dell’Nba. Roller di livello, capace di correre benissimo il campo, è anche uno stoppatore intrigante. Ma su questo ultimo fondamentale può ancora migliorare, specialmente sul posizionamento e nella gestione dei falli, in cui incappa specialmente nelle partite importanti.
10. Jesse Edwards
WEST VIRGINIA – 14.5 PTS, 10.3 REB, 2.7 BLK a Syracuse
L’olandese sale di livello e va nella conference più tosta della Division I. Un’altra macchina da doppia doppia in questa lista, probabilmente il miglior rimbalzista della nazione (ha anche una partita da 20 carambole!). Post e ricezioni in movimento in attacco e un grande timing in difesa lo rendono un lungo completo capace di dare un solido contributo. A West Virginia giocherà con il miglior playmaker avuto in carriera, Kerr Kriisa, che è abituato a rifornire al meglio i lunghi.