Virginia è tornata e tanto del merito, oltre che della solita difesa, è del nuovo smalto che ha l’attacco grazie all’apporto di Reece Beekman e Armaan Franklin. Uno più creatore, l’altro più tiratore, ma entrambi perfettamente amalgamati con Kihei Clark nel formare uno dei backcourt più convincenti della Division I. Analizziamo uno dei segreti dei Cavaliers, appena tornati in Top 5.
Una partita a testa
Sono bastati due minuti a Terrence Shannon per capire che non aveva più davanti la difesa di UCLA. Gliel’ha fatto capire Reece Beekman che annullato l’apporto di uno che giusto la sera prima ne aveva messi 29. É stato così dall’inizio alla fine della partita.
Virginia è così, un monolite che l’attacco avversario può aggirare solo usando tanti secondi sul cronometro, affrettando le proprie decisioni. Se poi c’è uno come Beekman a sparigliare le carte, sia sull’uomo che in aiuto, la qualità della difesa s’impenna. Lo scorso anno i Cavaliers avevano finito la stagione a 105.5 di Adj. Defense in ACC, mai così male durante l’era di Tony Bennett. Quest’anno, con gli stessi effettivi, siamo a 88.9 nelle prime quattro gare. Un salto in avanti enorme. L’MVP del Romain Main Event è andato proprio alla guardia australiana grazie al suo apporto offensivo a tutto tondo. Le sue qualità di playmaking (10 assist contro i Bears), oltre a creare gioco, permettono a Clark di giocare anche off the ball.
Contro Baylor, è stato però Armaan Franklin la chiave per dominare il secondo tempo: 26 punti, 50% da tre, penetrazioni a spaccare la difesa e tanti canestri nel parziale di 25-4 che ha permesso di mettere la freccia a Virginia nella ripresa. Tanti break difensivi che si trasformano in punti facili, decisioni veloci che permettono all’ex Indiana di essere sempre in movimento. Coach Tony Bennett ha aspettato il suo tiro per un anno (nel 2021-22 era sceso da 42.4% a 29.6%) ma ora sembra goderselo.
Era dall’anno del titolo che Virginia non disponeva di una quantità tale di armi offensive con Gardner, Vander Plas e Shedrick a completare il frontcourt. Ma il marchio contro Illinois l’hanno messo proprio Beekman e Franklin.
Una settimana particolare
E dire che la settimana per Virginia era iniziata nel più nefasto dei modi. Domenica 13 novembre tutti gli alunni dell’università si sono svegliati con una email della segreteria che li informava di una sparatoria. La storia fa rapidamente il giro del mondo e si scopre che ci sono delle vittime, tre giocatori della squadra di football, Devin Chandler, Lavel Davis Jr. e D’Sean Perry. Quest’ultimo la sera prima era seduto affianco a Franklin e Beekman al cinema, dove i tre stavano vedendo Wakanda Forever.
Una situazione surreale per tutto l’ateneo, che ha partecipato in massa alla cerimonia. Prima di partire per il Nevada, coach Bennett ha invitato a casa sua giocatori e famiglie per controllare lo stato d’animo e per elaborare insieme l’accaduto. C’è chi ha pianto, chi ha pregato ma alla fine si è deciso che non si poteva rinviare un’altra partita (era già saltata quella con Northern Iowa). Contro Baylor sono scesi per l’inno nazionale con una maglia speciale.
Vinto d’autorità il torneo, ora Virginia aspetta Michigan in trasferta, Houston in casa più una James Madison che li aveva battuti lo scorso anno. Queste sono le possibili trappole lungo il cammino di non-conference dei Cavaliers che in due giorni ha mandato un segnale all’ACC e alla NCAA tutta: loro ci sono ancora.
