Uno dei termini usati dai commentatori Ncaa dopo le prime cinque partite di Houston per descrivere il freshman Jarace Walker è “smooth”, perché in effetti vedendolo giocare sembra gli venga tutto facile. Il tiro, il passaggio, la difesa. Come se avesse il basket che gli scorre nelle vene.
Di giocatori così, con un fisico come quello di Walker che è 203 cm per 108 chili, al college ne sono passati tanti e non a tutti è poi andata bene. Alcuni si sono persi per strada e sono finiti in serie minori di sperduti campionati in giro per il mondo. Lo sa Jarace e lo sa coach Kelvin Sampson che normalmente fa un uso con il contagocce dei giocatori al primo anno. Con Walker sta facendo un’eccezione.
Houston non reclutava un talento così quotato (5 stelle n.10 della nazione per Espn) dal 2012 ed è logico che i riflettori ora siano puntati su Walker che forse anche per questo è stato subito messo sotto l’ala protettrice del junior J’Wan Roberts, che è sia suo mentore sia suo compagno di stanza. E Roberts che è il giocatore che più si confronta 1-vs-1 con Walker scommette che il ragazzo della Pennsylvania finirà per brillare anche in NBA.
Le prime partite dicono che il materiale c’è. Lasciando perdere le sfide impari contro Northern Colorado e Texas Southern, i Cougars se la sono vista contro due mid major in teoria valide avversarie come Saint Joseph’s e Oral Roberts e contro Oregon che per quanto un po’ in flessione resta una big della Ncaa. A parte i Ducks, le altre squadre sono state tutte spazzate via e Walker ha registrato una media di 12.4 punti, 7.0 rimbalzi e 1.6 assist in 25 minuti di utilizzo. I numeri dicono qualcosa, ma non tutto. La sensazione che trasmette Walker in campo è quella di un ragazzino che stia ancora prendendo le misure, ma che possa fare meglio di serata in serata.
Intanto, coach Sampson lo sta tenendo in campo più del normale e il motivo è evidente. Secondo i dati di Hoop-Explorer il suo impatto sulla squadra finora è più difensivo che offensivo (soprattutto a rimbalzo), eppure colpisce la naturalezza con cui ad esempio Walker tira dall’arco. Ha iniziato con uno 0/4 da tre punti all’esordio stagionale contro Northern Colorado, ma da quel momento nelle partite successive è 5/8.
Interessante notare che lo 0/4 dall’arco iniziale non ha modificato il suo stile di gioco, né ha influito sul volume di tiri complessivo, sintomo di un giocatore con grande fiducia nei suoi mezzi e già abbastanza solido mentalmente. In generale la sua bidimensionalità dentro/fuori sarà un fattore molto importante da sfruttare per coach Sampson.
Altro aspetto interessante è il suo utilizzo come creatore di gioco, in particolare come passatore in punta, posizione da cui riesce sia a servire i compagni con soluzioni alto-basso o da cui può mettere palla a terra con discreto controllo. Insomma, mani e fisico ci sono e questo è un gran bel punto di partenza per un prospetto NBA. In più, Jarace ha la fortuna che Houston quest’anno starà probabilmente a lungo sotto i riflettori. Il 3, 10 e 17 dicembre ci saranno le gare rispettivamente contro Saint Mary’s, Alabama e Virginia, ottimi test per valutare i progressi di Walker.