Home 9 NBA 9 Warriors invincibili, ma i Blazers hanno già fatto l’impensabile

Warriors invincibili, ma i Blazers hanno già fatto l’impensabile

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 14 Mag, 2019

Riusciranno i Portland Trail Blazers a porre fine al dominio quadriennale dei Golden State Warriors? I Blazers hanno avuto la meglio alla settima gara contro Denver, (complimenti ai Nuggets per la grande serie giocata) grazie a uno straordinario CJ McCollum. Damian Lillard, ben limitato dalla difesa di Denver, non ha brillato dopo aver distrutto gli Oklahoma City Thunder al primo turno, ma ha messo in mostra le sue doti da leader lasciando il palcoscenico al suo compagno di reparto. Adesso si troverà di fronte Stephen Curry, una sfida affascinante tra le uniche due guardie capaci di allungare le difese avversarie fino al logo, con due shot chart fin troppo simili per distanza, scelte ed efficienza di tiro. Per avere una qualche speranza serviranno abbondanti dosi di Dame Time, ma sarà interessante capire come risponderà Steph all’unico giocatore che può ragionevolmente scalzarlo dal trono su cui siede. L’altruismo di entrambi è spesso sottovalutato, a volte oscurato dallo spazio che entrambi lasciano ai compagni.

Ma Dame non potrà fare tutto da solo. Più che C.J., un fattore imporante sarà Enes Kanter, stoico contro Denver con una spalla inutilizzabile. Abbiamo visto l’importanza dei rimbalzi offensivi in una serie che coinvolge i campioni in carica. Gli Houston Rockets hanno trovato le loro vittorie – e in generale messo in difficoltà i Warriors – quando hanno attaccato i tabelloni, aumentando il numero di possessi e mandando fuori ritmo l’attacco avversario. Il turco è eccellente a rimbalzo e i Blazers come collettivo hanno chiuso la regular season al primo posto per rimbalzi offensivi.

D’altra parte, la presenza obbligata di Kanter permetterà a Golden State di affidarsi maggiormente a Andrew Bogut e Kevon Looney (comunque eccellente contro i Rockets). È comunque lecito aspettarsi che il turco faccia meglio di Clint Capela, primo perché le pessime prestazioni dello svizzero nel turno appena concluso non rappresentano un ostacolo particolarmente difficile da superare, secondo perché il gioco offensivo di Kanter non è limitato agli alley oop sugli scarichi di James Harden.

I Warriors dovranno fare a meno di Kevin Durant per le prime due gare. La sua assenza ha riportato in auge il pick&roll tra Curry e Green, e i conseguenti 4vs3 gestiti da Draymond. Golden State è sembrata di nuovo quella pre-Durant, gioco spettacolare e tanto movimento senza palla, uno stile che poco si adatta alla staticità dell’ex Thunder. Questo non significa che i Warriors siano meglio senza KD – forse il miglior giocatore al mondo in questo momento. Mandarlo in post contro chiunque è barare. La sua efficienza dalla media è irreale. L’attacco di Golden State ne sentirà la mancanza. Inoltre, la sua assenza accorcia le rotazioni dei Warriors ed elimina il quintetto con gli Hampton Five, l’arma forse più devastante della storia della Nba.

Ma il ritorno alla vecchia identità offensiva, fatta di tagli lontano dal pallone e superiorità numerica generata con il gioco a due tra Curry e Green, sarà anche l’occasione per attaccare Lillard e McCollum e stancarli abbastanza da annullarli poi in attacco. Sono entrambi difensori migliori di quanto spesso si pensi, ma non ci sarà possibilità di nascondersi in questa serie. La marcatura di uno tra Curry e Klay Thompson spetterà a Maurice Harkless, l’altro Splash Brother andrà a una delle due guardie dei Blazers. Senza contare le situazioni di contropiede in cui sarà impossibile trovare gli accoppiamenti preferiti e gli attacchi mirati dei Warriors. Stancare Dame e C. J. potrebbe facilitare il compito dei campioni in carica molto più dell’inettitudine difensiva di Kanter, che potrebbe se non altro pareggiare quello che concede in difesa con l’impatto a rimbalzo.

Portland ha mostrato di sapersi adattare meglio del previsto all’avversario di turno, trovando anche contributi insperati da elementi secondari come Rodney Hood – il quarto supplementare in gara 3 contro i Nuggets su tutti, ma non solo – e da Evan “midrange” Turner in gara 7. Harkless e Aminu sono stati incredibili in difesa, e dovranno esserlo ancora di più in queste Conference Finals.

L’infortunio di Durant obbliga i Blazers a vincere almeno una delle prime due a Oakland per mettere sotto pressione Golden State, magari costringendo Durant a un ritorno affrettato e ancora in condizioni precarie. Ma anche senza di lui, soprattutto vista la scarsa produzione da oltre l’arco dei quintetti di Portland, la difesa dei Warriors potrebbe avere gioco facile contro McCollum – letale nel midrange molto più di Turner.

Portland si troverà in difficoltà da un punto di vista strategico per le stesse ragioni che hanno messo in difficoltà i Thunder nel primo turno: scarse capacità balistiche al di fuori di Lillard e un centro che può essere attaccato nello spazio. La serie stagionale si è chiusa sul 2 a 2, ma tutte le gare sono state giocate con Jusuf Nurkic in campo, rendendo qualsiasi considerazioni nulla anche se ignorassimo la relazione conflittuale tra Warriors e regular season.

Portland è la squadra baciata dal destino in questi playoff, vittoria dominante contro i Thunder, vittoria in gara 7 in trasferta contro i Nuggets – un’impresa che riesce a una squadra su cinque, il tutto nell’anno del riscatto dopo l’umiliazione contro i Pelicans di un anno fa, la morte del proprietario Paul Allen, l’incidente automobilistico quasi mortale di Jonathan Yim (assistente di coach Terry Stotts- coordinatore video e player development coach) e l’infortunio a Nurkic. Il traguardo delle Conference Finals è stato comunque raggiunto, ma la favola dovrebbe finire qui. Golden State ha sentito la sveglia suonata dai Clippers al primo turno, si è sbarazzata dei Rockets in una serie molto fisica e combattuta e si trova ad affrontare un avversario che sarebbe inferiore anche con un roster completo. Una sconfitta sarebbe imbarazzante per troppi motivi. L’obiettivo è fare in modo che l’inconcepibile resti tale, almeno fino al prossimo turno. Portland però è troppo forte sul piano mentale per uscire di scena con uno sweep. Warriors in 6.

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