North Carolina, che batosta!
Ennesimo upset in questa edizione della March Madness. Texas A&M ha battuto North Carolina in un match senza storia, 21 punti di scarto che testimoniano bene il divario tra le due squadre in campo. Una partita equilibrata solo nei 10 minuti iniziali, prima del parziale di 15 a 0 che ha permesso agli Aggies di riprendere e superare una North Carolina impotente di fronte alla solidità avversaria e incapace di trovare alternative al suo piano tattico.
Texas A&M non si è snaturata di fronte ai campioni uscenti, cavalcando i suoi punti di forza contro lo small ball avversario: controllo dei tabelloni e gioco dentro l’area. Tyler Davis ha banchettato sotto canestro e portato a scuola ogni difensore gli si parasse davanti (18 punti, 9 rimbalzi e 3 stoppate alla fine), Robert Williams ha catturato e stoppato qualsiasi cosa, mostrando il motivo per cui è così quotato tra gli scout NBA (atletismo e stazza non si insegnano), Tonny Trocha- Morelos (7 punti e tanta intimidazione) ha giocato una delle sue migliori partite al college entrando dalla panchina.
Un piano partita vincente anche grazie alla tragica serata al tiro di North Carolina, 33% dal campo e 19.4% da 3 punti, con una sola tripla a segno per più di metà gara, nel momento in cui gli Aggies hanno scavato il solco con i loro lunghi e con le bombe di Adam Gilder e D.J. Hoog. Senza il tiro da tre punti, lo small ball di coach Roy Williams è stato ridicolizzato dalla stazza fisica degli avversari. Theo Pinson ha regalato 11 assist ai compagni, ma non è mai riuscito a punire una difesa che gli lasciava tanto spazio sul perimetro mentre Joel Berry (21 pt) è stato l’unico a segnare con continuità, nonostante il 2 su 10 dalla lunga distanza. Chiudere la propria carriera collegiale con un batosta del genere fa male.
Xavier si scioglie sul più bello
Per tutto l’anno, Xavier era stata una della squadre più clutch della nazione, ma stavolta il ruolo di vincitrice in volata è stato rivestito da qualcun altro: Florida State, infatti, ha smentito i pronostici ed eliminato la numero 1 del tabellone per 75-70. Forte d’un vantaggio in doppia cifra a metà ripresa, i Musketeers sembravano avere la partita in pugno, salvo poi rilassarsi in anticipo e incappare in una serie di scelte sconsigliabili.
Con J.P. Macura (17 punti) uscito per falli a 2’06” dalla fine, i Seminoles sono stati bravi a neutralizzare i due terminali offensivi principali rimasti in mano a coach Chris Mack, ovvero Kerem Kanter e Trevon Bluiett, quest’ultimo apparso come copia sbiadita del giocatore ammirato tante volte in stagione: per lui, solo 8 punti con 2/8 dal campo e ben 5 perse. C’è un’azione che lo vede protagonista in negativo e che è molto emblematica dei temi che hanno caratterizzato il finale di partita: Bluiett cerca un 1-vs-1 che gli viene negato dalla difesa avversaria e compie uno skip pass azzardato, intercettato magnificamente da Trent Forrest, il quale s’invola in contropiede per il 2+1 che vale il -2 a 4’21” dalla fine.
Florida State, squadra bipolare e imprevedibile, ha mostrato il proprio volto migliore proprio al momento più importante, conseguendo una vittoria all’insegna della difesa (nessun punto concesso durante gli ultimi 100 secondi) e della coralità: sono stati ben 46 i punti segnati dalla panchina (compresi i 10 di Terance Mann, in dubbio fino all’ultimo), fra cui gli 11 (in appena di 18 minuti) di P.J. Savoy, autore del sorpasso decisivo a 1’08” dalla fine.
