È stata una stagione caratterizzata dalla presenza di centri che hanno fatto la fortuna dei loro coach e, tra sorprese e certezze, dalla prima partita fino alla finale della March Madness si è parlato molto di loro. La seconda volta di Zach Edey “Player of the Year” e la seconda volta di Donovan Clingan campione Ncaa ne sono la testimonianza più evidente, ma ci sono anche altri giocatori interessanti che stanno per arrivare al piano di sopra. Del centro di UConn abbiamo già parlato qui, vediamo chi sono gli altri.
Zach Edey
Cosa può fare un ragazzo di 2.24 centimetri senza particolare mobilità al piano di sopra? Bella domanda, alla quale anche gli scout non sanno dare una risposta chiara. Qui si rischia infatti una sorta di percorso all’incontrario di Dereck Lively, giocatore uscito dal college dopo una più che dimenticabile stagione con cifre ridicole e diventato un centro in grado di giocare una finale Nba. Edey invece lascia Purdue dopo 4 anni con statistiche da superstar, ma il suo gioco soprattutto offensivo rischia di infrangersi contro un altro tipo di spaziature e velocità, soprattutto se farà avanti e indietro per il campo senza vedere mai la palla. Se invece troverà un coach che gli darà fiducia, allora la sua stazza – e anche la sua mano – potrebbero essere molto utili, perché in questi 4 anni ha migliorato movimenti, oltre a essere molto più abile nel prendere posizione in area.
Kyle Filipowski
Centro che segna in post basso ma anche ala grande che può far male dall’arco, che sa giocare pick and roll e pick and pop con la stessa efficacia: basta questo per capire perché il ragazzo di Duke finirà al primo giro e potrà dire la sua anche da pro, nonostante un’esplosività limitata e un’attitudine difensiva non sempre di primissima qualità. Ma a basket sa giocare, ha leadership e intelligenza necessaria per stare in campo facendo molte cose giuste, e un 7 piedi che può giocare anche dietro l’arco fa sempre comodo: arrivato quest’anno a un onesto 35% da 3, è molto migliorato anche nel passare la palla (quasi 3 i suoi assist) e, nel complesso, il secondo anno passato al college lo ha reso un giocatore più completo e pronto anche per l’Nba.
Yves Missi
‘Ma chi è quel ragazzo lungo e magro che parte in quintetto?’. Se lo sono chiesti in parecchi vedendo la terza partita dell’anno di Baylor perché tante ne sono bastate a coach Scott Drew per decidere di lanciare nello starting five il suo freshman camerunense al posto del senior camerunense Jonathan Tchamwa Tchatchoua con cui peraltro ha vinto un titolo. Yves Missi si è preso quindi in fretta e un po’ a sorpresa spazio e fiducia che ha ripagato nel migliore dei modi con giocate di grinta e personalità che hanno fatto passare in secondo piano i suoi limiti tecnici. Classico lungo mobile di quasi 7 piedi, gran parte del suo gioco gravita attorno al ferro sfruttando dove schiaccia o stoppa palloni che è un piacere. Sa giocare bene il pick and roll e sa resistere bene ai contatti, ma soprattutto si è adattato benissimo a una pressione diversa, mostrando ottima personalità. Che lo ha portato fino al primo giro del draft
Kel’el Ware
Un primo anno pieno di problemi e dubbi a Oregon, un secondo anno pieno di certezze a Indiana. Da panchinaro a leader da 16+10, un altro esempio di ragazzo che ha avuto bisogno di due stagioni per fare vedere tutto il suo potenziale. Che è parecchio, perché di 7 piedi versatili non è piena l’Ncaa e lui sa fare un po’ di tutto, dal realizzatore al rim protector, ampliando il campo e dando tante diverse opzioni di utilizzo al coach che se lo prenderà. E’ piaciuto molto nei vari work out che ha fatto, grazie anche alla sua voglia di lavorare e a un fisico di primo livello, visto che il suo wingspan di 7-7 non passa certo inosservato. In attacco ha tocco vicino al ferro e quei pochi tiri che ha preso dall’arco li ha realizzati con il 42.5%, dimostrando quindi che c’è ampio margine per farne un giocatore ancora più completo.
Cody Williams
Il più esterno tra i lunghi che vi presentiamo, il fratello di Jalen Williams è probabilmente quello dal futuro Nba più certo, visto che ha tutto per essere un giocatore dall’immediato impatto al piano di sopra. Con i suoi 2.04 centimetri (e 2.15 di wingspan), è la classica ala tuttofare perfetta per il gioco in campo aperto e tutt’altro che battezzabile anche da fuori. Il tiro da 3 non è certo la sua arma principale ma il 41.5% su meno di due tentativi a partita con cui ha chiuso la sua stagione a Colorado dice che c’è ampio margine per farla diventare un’altra delle armi a sua disposizione. Ma segnare non è comunque un problema perché sa andare al ferro usando la sua velocità e i suoi centimetri, piuttosto tende ogni tanto a sparire dalla partita e in difesa non è particolarmente credibile contro lunghi veri, anche perché arriva a stento a 90 chili. Ma giocatore che piacerà in Nba, eccome se piacerà.