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Scandalo Ncaa, Louisville caccia Pitino

Autore: Raffaele Fante
Data: 27 Set, 2017

E’ finita un’epoca perché dopo oltre 40 anni passati sulle panchine del college basketball, la carriera di Rick Pitino è destinata a chiudersi. Non sul campo, dopo una vittoria o una sconfitta, ma nel peggiore dei modi, travolta dall’ennesimo scandalo che ha coinvolto Louisville. ‘Unpaid administrative leave’ è la sua situazione attuale che possiamo tradurre con congedo non retribuito, in attesa che la sua posizione venga definitivamente chiarita nei prossimi giorni, come ha spiegato il  presidente dell’università Greg Postel. Di fatto, licenziato.

Difficile che andasse diversamente perchè, pur non comparendo in nessun documento o intercettazione, è lui l’imputato numero 1 dell’inchiesta dell’Fbi che ha portato all’arresto per corruzione di dieci persone, compresi 4 assistant coach. Arizona, USC, Oklahoma State, Auburn e Louisville sono direttamente coinvolte come attori fondamentali di uno schema che prevedeva il passaggio di denaro da Adidas a consulenti finanziari che poi li smistavano ad agenti, allenatori fino alle famiglie dei migliori prospetti da reclutare. Il tutto, ovviamente, contro le regole dell’Ncaa che prevedono l’assoluta impossibilità di pagare anche un gelato ai giocatori.

Solo che Louisville è già sotto inchiesta per lo scandalo sessuale iniziato con le rivelazioni nel 2015 della escort Katina Powell e ricordiamo sempre che il coach non è solo l’allenatore della squadra ma il responsabile dell’intero programma ed è quindi lui a risponderne davanti all’Ncaa Committee on Infractions. Per questo, Pitino è stato squalificato per cinque partite dell’ACC anche se non è stato materialmente lui a organizzare i festini a sfondo sessuale a cui hanno partecipato numerosi giocatori grazie alle premurose attenzioni dell’ex basketball operations director dei Cardinals Andre McGee. Pitino “failed to monitor his program” in quell’occasione e altrettanto avrebbe fatto in questo scandalo che ancora una volta mette in forte discussione il sistema dilettantistico su cui si fonda l’Ncaa.

Non c’è niente di nuovo purtroppo, ma è decisamente molto pesante l’inchiesta del procuratore federale Joon Kim che vede coinvolti 5 importanti college e uno dei brand più famosi al mondo di abbigliamento sportivo. E’ l’Adidas, infatti, nella persona del suo head of global marketing for basketball James Gatto, ad aver pagato allenatori, agenti e giocatori, ma è l’Ncaa a vedere rovinata la sua immagine.

Il procuratore Joon H. Kim mostra lo schema della frode

Non sono college di Division III ad aver accettato dai 13.000 ai 100.000 dollari per reclutare giocatori All American che, una volta diventati pro, non avrebbero potuto indossare altro che materiale Adidas, ma università famose come Arizona, USC, Auburn e Oklahoma State. E Louisville, che con Adidas ha recentemente firmato un contratto da 160 milioni di dollari per dieci anni. e che è accusata di aver reclutato Brian Bowen, five star recruit, non esattamente grazie a una botta di fortuna come aveva detto Pitino.

La famiglia di Bowen avrebbe infatti ricevuto la discreta cifra di 100.000 dollari grazie agli interessamenti di un membro dello staff dei Cardinals per giocare con Louisville e poi indossare scarpe Adidas per il resto della sua carriera. Che ai Cardinals è già finita perchè il ragazzo è stato sospeso a tempo indeterminato. “A complete shock to me”, è stata la prima reazione di Pitino alle accuse rivolte a Louisville e alla frode a suo dire messa insieme da “few bad actors”. Ma più che scioccato David Grissom, U of L Board of Trustees chairman, è infuriato al punto da aver chiesto al presidente Postel di licenziare il coach che dal 2001 siede sulla panchina della loro squadra di basket. La prima testa a cadere è stata quella dell’athletic director Tom Jurich, ma quella del 65enne allenatore di New york l’ha seguita poco dopo.

Poco conta il titolo vinto nel 2013, peraltro a rischio in attesa che si concluda l’inchiesta sullo scandalo sessuale. Il secondo pesante coinvolgimento del programma di basket in violazioni delle regole non solo dell’Ncaa ma anche federali è la pietra tombale sulla carriera di Pitino che verrà licenziato probabilmente per giusta causa, anche se il suo avvocato ha già promesso una dura battaglia legale. Il suo contratto fino al 2026 da 6 milioni di dollari all’anno prevede infatti il suo totale coinvolgimento nel monitoraggio delle attività del programma. E, a questo punto, è evidente che più di qualcosa gli sia sfuggito.

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