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Nassir Little, il militare che bussa alla Nba

Autore: Giovanni Bocciero
Data: 21 Set, 2018

Il reclutamento di Nassir Little ha ravvivato il programma di North Carolina come non succedeva dai tempi di Justin Jackson (2014) e prima ancora di Harrison Barnes (2010). Ala versatile che scomoda paragoni con Kawhi Leonard e Andre Iguodala per le sue qualità su entrambe le metà campo, Little ha già lanciato il guanto di sfida a R.J. Barrett e all’intera Duke, convinto che sarà lui la prima chiamata al prossimo draft Nba. La stagione metterà in evidenza pregi e difetti da giocatore. Ma prima ancora di scoprire chi è sul campo, vi diciamo che Little è un personaggio anche fuori.

Nassir Little - BasketballNcaa - UNC Tar Heels

Nassir Little con la maglia dell’Orlando Christian Prep

Il talento di North Carolina è cresciuto con un padre militare (già visto), ma anche con una madre soldato, il che ha comportato interminabili viaggi da una parte all’altra dell’America, accumulando sin da giovanissimo tante miglia quante un giocatore professionista. La sua infanzia è stata contrassegnata da divise, medaglie e saluti militari fino a 13 anni, quando finalmente ha messo fine agli spostamenti.

Quando la famiglia si stabilisce nella piccola città di Orange Park, un sobborgo di Jacksonville in Florida, il ragazzo ne fa subito la sua casa. Il problema è che, abituato a viaggiare in continuazione, è anche abituato a stare solo. E così stringe pochissime amicizie, trascorrendo il tempo giocando ai videogiochi o navigando su internet. Per lo stesso motivo, il suo rapporto con la pallacanestro inizia tardi e in maniera del tutto anomala: Little ha imparato a giocare da autodidatta, guardando video su YouTube. Ma dalla prima volta in cui ha messo piede nella palestra della Orlando Christian Prep, nessuno ha avuto dubbi. Autodidatta sì, ma anche fenomeno.

Dal suo anno da freshman alla high school, inizia a collezionare offerte di borse di studio. La prima in assoluto arriva da Stetson, poi seguita da Florida, North Florida, Florida State, FGCU, Central Florida, tutte università convinte di poterlo trattenere nello stato diventato la sua casa. Sbagliato. Quello che a quel tempo molti ignorano è che la famiglia Little, pur non avendo una vera e propria alma mater, ha un particolare legame con un college: papà Harold è un tifoso di North Carolina, passione che trasmette al figlio.

Insomma, UNC era nel suo destino, anche se è vero che il suo reclutamento non è stato scontato come qualcuno avrebbe potuto immaginare. La concorrenza per reclutare Nassir è stata feroce: da Virginia a Duke, da Miami a Louisville, e ancora VCU, Georgia, Alabama, LSU e infine Georgia Tech, battuta alla fine per un pelo. Tutti lo volevano.

 

Sul tavolo del ragazzo c’erano oltre 30 offerte. Alcune fin dall’inizio non furono prese in considerazione, come quella di East Carolina, il cui coach era Jeff Lebo, ex atleta di North Carolina. Lebo una volta capito che non sarebbe riuscito a reclutare il ragazzo, gli disse: ok, niente East Carolina, ma per caso ti interessano i Tar Heels? La risposta di Little, cresciuto a pane e UNC, era scontata e così Lebo ha sostanzialmente fatto da scout per lo staff di North Carolina che, poco tempo dopo, ha recapitato un’offerta al ragazzo.

La passione di Little però non ha fatto tutto. Coach Roy Williams è riuscito a convincere il ragazzo perché la squadra gli offriva le tre caratteristiche che stava cercando. In primis il prestigio, e North Carolina gliene offriva a volontà. Poi lo stile di gioco, che si addice molto alle caratteristiche da giocatore cui piace correre in transizione e difendere con aggressività. Infine, la possibilità di stare in campo, visto che Little nel ruolo di ala potrà avere un impatto immediato sia in quintetto che da sesto uomo.

Subito dopo il reclutamento, sono arrivati i momenti bui. All’inizio delle indagini della Fbi sui reclutamenti illegali si pensava che Nassir fosse coinvolto e si sospettava che si parlasse di lui nelle conversazioni registrate tra Jonathan Brad Augustine, coach del programma sponsorizzato Adidas per cui giocava, e i vertici dell’azienda tedesca. In cambio di 150 mila dollari, il ragazzo si sarebbe dovuto impegnare con Miami.

Possibile che il figlio di due militari fosse coinvolto? Difficile. E infatti i sospetti si sono poi rivelati infondati e, anzi, papà Harold e mamma April hanno sempre sostenuto il figlio mettendo la faccia in prima persona nella vicenda ed escludendo qualsiasi coinvolgimento (per dare un’idea, il padre di Brian Bowen, ragazzo coinvolto con Louisville, non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali né mai smentito di aver intascato dei soldi).

 

Il sogno di Little è raggiungere la Nba e il ragazzo sa perfettamente che la strada sarà fatta di tanto lavoro, come insegnatogli dal padre. La sua educazione “militare” si vede nell’approccio con cui sta affrontando la sfida. Dicono che le sue sedute di allenamento durino ore e, durante la off-season, è andato in palestra cinque giorni alla settimana. E nel giorno di riposo, si “divertiva” – parole sue – a fare lunghe sessioni di tiro.

C’era un tempo in cui la sua stanza era piena di videogiochi. Adesso nella “stanzetta” in cui è cresciuto non ci sono né letto né scrivania, bensì due canestri e una panchina. E nonostante Little ormai dedichi quasi tutto il suo tempo alla pallacanestro, è anche uno studente modello. La sua materia preferita? Fisica, mentre l’obiettivo è laurearsi in biologia, non le classiche materie da scansafatiche che pensa solo a giocare. Una serietà scolastica che non deve ingannare: se fuori dal campo è riflessivo, sul parquet è sicuro dei suoi mezzi fino ad apparire quasi sbruffone.

 

I mesi appena trascorsi hanno definitivamente consacrato Little, che ha anche affrontato più volte Zion Williamson nei circuiti AAU, e hanno fatto impennare le quotazioni in vista del draft 2019. L’ottima prestazione al McDonald’s All-American seguita da un’altra performance stellare al Jordan Brand Classic lo candidano come l’unico che può realmente insidiare i fenomeni di Duke per la prima scelta assoluta. Il che renderà la rivalità tra Tar Heels e Blue Devils ancora più interessante e c’è chi si aspetta che questo esalterà le caratteristiche di Little, che sembra andare a nozze con questo tipo di pressione.

Gli altri ritratti

Draft Nba – R.J. Barrett, una stella nel nome del padre

 

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