“Statistica, mi viene decisamente facile”
È la risposta di Matthew Hurt quando gli viene chiesta la sua materia preferita. In classe è un asso in matematica ma, se non c’è lezione, lo trovate in palestra ad allenarsi. Diversi ragazzi passano in questo modo il tempo libero ma lui è diverso dagli altri.
Da quando è entrato nella squadra della scuola, ha sempre dimostrato di essere speciale. La determinazione gli è stata trasmessa dal padre Richard, una delle figure più importanti nella sua vita. Cresciuto con il pallone da basket in mano, Matthew non lo ha mai più lasciato, fino a diventare uno dei prospetti più promettenti nella storia del Minnesota.
“Non mostra emozioni, vuole sempre soltanto giocare e basta. Vorrei avere la sua compostezza”
“È troppo altruista in campo, a volte è quasi una colpa”
È quello che dicono di lui gli addetti ai lavori. Come Matthew Hurt ne sono passati pochi nel Minnesota: è per questo che tutti quelli che lo hanno conosciuto sperano nel suo successo.
Nato a Rochester il 20 aprile del 2000, Hurt è finito nei radar degli scout di Division I fin dalle sue prime partite di high school. Nei primi due anni di scuola è riuscito a condurre i propri compagni a due stagione da rispettivamente 26 e 25 vittorie su trenta partite. Dal terzo anno, l’ala è salita in cattedra: i suoi 33.9 punti di media da junior lo hanno messo in mostra anche a livello nazionale. Nell’anno da senior è arrivata la definitiva consacrazione a livello scolastico: 36.8 punti e 12.4 rimbalzi di media che lo hanno portato a vincere il premio di Minnesota Mr. Basketball. L’unico neo della sua carriera fin qui è non essere mai riuscito a portare i suoi Rockets alle finali dello stato. Lakeville North si è sempre dimostrata la scuola più forte.
Hurt è riuscito a mettersi in mostra anche grazie a diversi eventi come il McDonald’s All American e il Nike Hoop Summit ma soprattutto con la partecipazione alla Coppa America FIBA del 2018, dove ha aiutato gli USA Under 18 a vincere la medaglia d’oro.
Versatile come pochi
Se c’è una dote che salta all’occhio quando si osserva lo stile di gioco di Hurt, quella è proprio la sua versatilità. È uno scorer completo, con tiro da fuori per aprire il campo ma anche grande capacità di andare al ferro con fisicità. Ryan James, uno dei suoi allenatori avversari, lo ha definito il giocatore più efficiente in attacco della storia del Minnesota. Atleticamente è un giocatore leggermente sottovalutato, che può dire la sua nella lotta a rimbalzo e in difesa. Passatore sopra la media per la posizione, diventerà un pezzo di rotazione importantissimo per Coach K fin dal primo anno. Ancora non si sa se sarà il più classico degli “one and done” ma Hurt ha voglia di esprimere il proprio potenziale per provare a vincere.
La classe di recruiting a Duke
Non sono tante le squadre che, persi giocatori come Zion Williamson, RJ Barrett e Cameron Reddish, possono vantare le stesse possibilità di migliorare il proprio risultato rispetto alla stagione precedente. Vernon Carey Jr., Wendell Moore e Cassius Stanley sono i tre pilastri che costituiranno il roster per la prossima stagione. Aggiungendo questi ai già presenti Tre Jones, Jordan Goldwire, Joey Baker, Jack White e Alex O’Connell, è evidente che Coach K avrà diverso materiale sul quale lavorare. Da Hurt, prospetto numero 8 a livello nazionale per 247Sports e numero 11 per ESPN, ci si aspetta un apporto veramente alto.