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Kansas, l’impero è pronto a risorgere

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 23 Lug, 2019

La caduta di tutti i più grandi imperi che la storia abbia mai conosciuto è spesso associata, superficialmente, all’arrivo di una nuova e inarrestabile potenza barbara che spazza via quella che sembrava essere un’istituzione inamovibile. Scavando più a fondo, però, si scopre che l’invasione dall’esterno è solo l’ultimo tassello di un puzzle composto da problemi, scelte sbagliate, dissidi interni e feeling mai sbocciati. Analogamente, l’impero di Kansas nella Big 12 non è caduto solo per l’arrivo di un nuovo, giovane e rampante programma come Texas Tech ma anche per colpa di una squadra che sulla carta sembrava fortissima, salvo rivelarsi poco equilibrata, disfunzionale e inesperta. Dalle ceneri di una pessima annata si possono trovare gli indizi di una resurrezione doverosa, visto il soggetto in questione. La Kansas 2019/20 è la favorita nella Big 12 e una delle migliori squadre della nazione ma per esserlo davvero dovrà rispondere a qualche domanda. 

Small ball o due lunghi

È l’annosa domanda che affligge ogni postseason dei Jayhawks. Chiariamo subito: per noi Kansas dovrebbe schierare Dotson-Moss-Agbaji-Wilson-Azubuike nello starting five, con Garrett e De Sousa dalla panchina. Questo consentirebbe di avere sempre due tiratori sul perimetro a punire i raddoppi portati su Azubuike, avere spazio per le penetrazioni di Dotson e Agbaji e i giochi in post basso del nigeriano, che può dividersi equamente i minuti con De Sousa per preservarsi dagli infortuni. A Lawrence sembrano pensarla diversamente, visto anche lo spostamento della linea da tre punti: “Giocare con due lunghi potrebbe essere un affare in difesa, grazie allo spostamento della linea dei tre punti. Potremmo passare con maggiore frequenza sotto i blocchi e causare uno slump al tiro”.

Il problema è che se in difesa i due lunghi potrebbero formare un duo devastante nella protezione del ferro, con De Sousa a marcare i quattro, in attacco l’accoppiamento sembrerebbe alquanto complesso. Sono due centri che hanno bisogno di spazio e che rischiano di pestarsi i piedi. Il De Sousa di due anni fa era un lungo agile con la dinamite nelle gambe, abile a bloccare, esplosivo nel gioco in post e veloce nel rollare a canestro che giocava in una squadra che faceva del tiro da tre punti e delle spaziature la sua ragione di vivere.

 

Sembra che in questa offseason abbia messo su anche un discreto tiro dal mid-range, vitale se Kansas dovesse giocare così. Azubuike, invece, è un’animale da post, giocatore con una potenza fuori scala, capace di passare sopra come un panzer su qualsiasi avversario che gli capiti di fronte. Nessuno dei due ha però una mano così morbida da poter giocare i consueti alto-basso che tanto caratterizzavano le Kansas con due lunghi, né la capacità di allargare il campo, oltre la linea dei tre punti.

Nella versione ipotizzata da Self, David McCormack sarebbe il centro di riserva, ma secondo noi il freshman Jalen Wilson, ex recruit di Michigan, dovrebbe far saltare il banco, spostando gli equilibri verso un quintetto più piccolo e capace di migliori spaziature. Lo staff di Kansas ha sfruttato l’addio di John Beilein per portarsi a casa Wilson, sconvolto dal trasferimento in Nba del coach dei Wolverines. Self lo ha descritto come una guardia tiratrice forte abbastanza fisicamente per difendere i quattro avversari. Per questo, Wilson potrebbe guadagnare presto i gradi di titolare.

Tiratore o secondo playmaker

Come visto, il quintetto dei Jayhakws ha due posti assicurati. Devon Dotson, pronto ad una stagione da leader, e Ochai Agbaji saranno i punti fermi e l’obiettivo di Self è creare un contesto favorevole alle loro caratteristiche. Dotson è un play che si accoppia bene sia con Azubuike che con De Sousa ma che preferirebbe giocare con un solo lungo visto che il 56% delle conclusioni nella scorsa stagione erano al ferro. Il tiro da fuori c’è – 36% – ma non è l’arma preferita della casa.

Agbaji, invece, ha dovuto lavorare molto nella offseason, dove ha rafforzato il fisico e ha sistemato un tiro da tre troppo discontinuo (7/34 da tre a marzo). Ha lavorato sulla meccanica con uno specialista, Lance Jackson, usando lo Shotmaster, uno strumento che non permette al giocatore di caricare il tiro troppo dal basso e di velocizzare la meccanica. Entrambi eccellono in transizione (Agbaji ha dalla sua uno straordinario atletismo) e negli spazi aperti.

Video di KansasCity.com

 

Isaiah Moss, transfer da Iowa, sarebbe perfetto per completare il quintetto, visto il suo 42% da tre lo scorso anno. Oltre al tiro, in attacco sa fare ben poco, visto il 32% da dentro l’arco, mentre in difesa ha il fisico per reggere almeno su tre posizioni. Self invece è di diverso avviso e vedrebbe meglio la propria squadra con due ball-handler, cioè con Marcus Garrett affianco a Dotson. “Penso che sia importante avere più playmaker in squadra. Le mie migliori annate le ho avute con due playmaker in campo”. Proprio questo fu uno dei problemi dello scorso anno. Quentin Grimes, nel frattempo accasatosi a Houston, doveva essere il tiratore e un playmaker secondario e ha fallito in entrambe le situazioni di gioco. Garrett è un difensore completo (uno dei migliori in assoluto) ma nella metà campo offensiva è un disastroso tiratore da tre (24%) e il suo gioco in pick and roll è influenzato da ciò.

Isaiah Moss

Isaiah Moss

Il quintetto che Self ha in mente per il debutto contro Duke sembrerebbe essere Dotson-Garrett-Agbaji-De Sousa-Azubuike, con Moss, Wilson (che giocherebbe minuti da tre) e David McCormack dalla panchina. Un quintetto che troverebbe enormi difficoltà in attacco, in termini di spazio, rimanendo di assoluto livello in difesa. Mitch Lightfoot è orientato verso una stagione da resdhirt così come i freshman Christian Braun e Tristan Enaruna (potenziale unicorno), mentre Isaac McBride, potrebbe avere qualche minuto da backup di Dotson. Probabile che Self userà il periodo di non-conference per sperimentare e trovare l’assetto giusto per quando inizierà la Big 12. Di certo, le intenzioni a Lawrence sono di aprire un nuovo ciclo per far risplendere l’impero Jayhakws. 

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