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Aamir Simms, il gladiatore di Clemson

Aamir Simms - Clemson
Autore: Manuel Follis
Data: 29 Gen, 2020

Vedi Aamir Simms sorridere e scherzare e sembra impossibile che un ragazzo così affabile riesca poi a mettere tutta quella grinta in campo. Poi, ok, basta vederlo giocare una volta e si capisce immediatamente che no, invece è possibile eccome. La vita per una squadra della ACC non è per niente facile, ma se Clemson ha delle chance di mantenere una buona classifica lo deve sicuramente anche alle prestazioni del suo lungo tuttofare. Un’ala junior di oltre 2 metri di quelle che ama lottare a rimbalzo, ma che se lasciata libera dall’arco colpisce anche de 3.

Insomma, uno di quei lunghi moderni, utilissimi in campo. Motivo per cui c’è da scommettere che se non arriverà una chiamata dalla Nba (che ben pochi pronosticano), il ragazzo del nord della Virginia non avrà problemi a trovare una squadra di professionisti in Europa. Dopo la storica vittoria dell’11 gennaio contro North Carolina, campo su cui Clemson non aveva mai vinto nella sua storia, Simms è stato nominato “player of the week” della conference. E ci mancherebbe altro. Ha segnato gli ultimi 10 punti dei tempi regolamentari (guidando la rimonta per i Tigers) e contribuito direttamente o indirettamente per 6 dei 9 punti del supplementare.

Aamir Simms - Clemson

 

Simms oggi guida Clemson per punti (13.8), rimbalzi (7.6), ma anche recuperate e stoppate. In più, è secondo per assist e tira con il 38% abbondante da 3 punti. Messa così, in effetti, sembra l’Armageddon. Invece no, il ragazzo è un buon atleta ma nella media, ha una tecnica discreta in post basso ma non è il nuovo Hakeem, tira bene ma non è un unicorno e non ha il ball handling di, per citarne uno, Jaden McDaniels (star di Washington).

In compenso ha una grinta che non teme rivali a livello Ncaa e che fa brillare gli occhi di chi ama i gladiatori. Tanto per dirne una, lui la vittoria contro North Carolina l’aveva pronosticata. L’aveva detto ai suoi compagni in estate, nel corso degli allenamenti. Ma dai, secondo te noi siamo la Clemson che potrà battere per la prima volta i Tar Heels a casa loro? Ma finiscila! Invece lui era convinto. Oddio, a sentire coach Roy Williams questa è la peggiore versione di North Carolina che lui abbia mai allenato. E quindi diciamolo, i Tigers hanno beccato l’annata giusta, ma poi bisogna comunque vincere. Ed erano sotto di 10 punti quando mancavano 2 minuti e sempre in svantaggio di 3 punti a 3 secondi dalla fine. La tripla del pareggio? Di Simms ovviamente. Gustatevi il finale dei tempi regolamentari.

 

Alla fine quando avevamo vinto ero così felice che sentivo che il cuore mi stava scoppiando. Mi sembrava di essere in un film. Non scorderò mai quel momento. Correvo per il campo cercando qualcuno da abbracciare“. Il sorriso non gli manca, così come il buonumore. Ad esempio, dopo la recente vittoria contro Duke, ha cambiato la sua foto di profilo su Twitter mettendo un’immagine di coach Brad Brownell con il cappello da marinaio, raccontando divertito la storia di quella scelta.

Ah sì ecco, a proposito, una volta passata sul campo di North Carolina, Clemson ha dovuto affrontare anche Duke. E il ragazzo, dopo i 20 punti contro i Tar Heels, ne ha segnati 25 contro, facendo a fette Vernon Carey, che è un papabile candidato a player of the year della conference. In realtà Carey ha chiuso con 20 punti e 7 rimbalzi, quindi non con una gara da buttare via, ma il lungo di Clemson con la sua mobilità ha messo in evidenza tutte le lacune difensive del centro dei Blue Devils. Guardare per credere.

 

I 25 punti segnati contro Duke sono il career high per Simms, che peraltro ha condito la prestazione con 9 rimbalzi e 5 assist. Lui sembra però non farci caso. Ha continuato a rilasciare interviste con quel suo sorriso spontaneo. Gli hanno chiesto in una radio locale: lo sai che dopo queste prestazioni le difese avversarie ti metteranno nel mirino e ti renderanno la vita impossibile? Sono nato per combattere, ha risposto.

In realtà, dalla vittoria contro i Blue Devils in poi, Clemson ha vinto 2 gare su 3 ma Simms ha fatto fatica, proprio perché (come preventivabile) la tanta pubblicità lo aveva reso un bersaglio delle difese. Sintomatica la staffetta da parte dei difensori di Louisville contro il lungo dei Tigers.  Ma resta che la squadra di coach Brownell andrà dove la porterà Simms.

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