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Jalen Smith, il nerd dei canestri di Maryland

jalen smith
Autore: Giovanni Bocciero
Data: 1 Feb, 2020

Prospetto a livello nazionale sin da giovanissimo, per questo da sempre sotto i riflettori, eppure ragazzo dal carattere molto riservato. Jalen Smith è il volto di Maryland e, pur tra gli alti e bassi della squadra, vuole portare il più avanti possibile i Terrapins.

La sconfitta al secondo round del Torneo Ncaa contro LSU della scorsa annata è un chiodo fisso per lui. Non ci ha dormito la notte nei giorni immediatamente successivi, e oggi ancora lo sprona a cercare di fare sempre meglio. È stata proprio quella sconfitta che gli ha fatto prendere la decisione di ritornare a College Park e rinviare l’approdo in Nba.

 

È alto e atletico (2.08 metri con un wingspan da 218 cm), due componenti importanti nel basket, a cui associa il tempismo e il tocco. Una combinazione unica come ha ricordato il suo coach del liceo Mount Saint Joseph, Pat Clatchey. La sua versatilità, che gli permette di correre in campo aperto, saltare e stoppate, allungare la difesa, attira senza alcun dubbio le attenzioni degli addetti ai lavori.

Clatchey lo ha scoperto ad un torneo di 3vs3 e lo ha voluto nella sua squadra. Aveva da subito capito che era un atleta dal grande potenziale, tant’è che rivolgendosi in quella occasione al suo assistente esclamò che quello poteva essere il loro All-American. Effettivamente Jalen Smith è stato poi convocato per il McDonald’s Game e il Jordan Brand Classic.

È comunque un ragazzo riservato a tal punto che ha ufficializzato il suo commitment con Maryland con un tweet, perché non voleva vivere l’esperienza dell’amico Darryl Morsell al momento della scelta dell’università: “Ha deciso in una stanza piena di persone che cercavano di abbracciarlo. Io non volevo una cosa del genere”.

Un nerd col fuoco dentro

Se non fosse per la pallacanestro e per la grinta che mette in campo, sembrerebbe un timido nerd con gli occhiali. Ha sempre avuto ottimi voti a scuola e l’alternativa alla carriera da giocatore sarebbe stata quella di programmatore informatico.

Jalen Smith - Maryland

Con la palla tra le mani, ha abilità tecniche e fisiche ben oltre la media. Ma non basta, perché ciò che differenzia una carriera normale da una di altissimo livello sono spesso gli intangibles. Smith può anche essere un ragazzo riservato, ma dentro ha il fuoco del vincente. Non gli piace perdere, per nessuna ragione.

Ha perso la finale dello stato al liceo con il compagno Morsell dopo un’annata da sole tre sconfitte, e non si dava pace proprio come l’anno scorso. Il suo idolo era Kobe Bryant, e proprio da lui ha appreso la ‘Mamba mentality’ per cui, dopo un insuccesso, ritorna subito in palestra per lavorare. Con l’obiettivo di cancellare subito una sconfitta.

Questa estate ha inoltre lavorato in sala pesi mettendo su 35 pounds (circa 16 kg), rafforzando soprattutto i muscoli della parte superiore del corpo. E poi si è allenato sulla difesa perimetrale, per poter diventare il miglior stretch-four possibile.

 

 In stagione sta viaggiando a 15.3 punti, 9.8 rimbalzi e il 54% dal campo. E dopo l’addio dei fratelli Mitchell che ha impoverito il reparto lunghi (e in attesa della crescita del centro Chol Marial), nelle ultime settimane ha alzato il livello delle prestazioni, ritoccando due volte il suo career-high – adesso di 29 punti – e aggiudicandosi così il premio di Player of the week della Big Ten. Nelle ultime 4 partite sono arrivate infatti 4 vittorie con 4 doppie doppie di Smith che ha messo insieme anche 12 stoppate.

Efficace su entrambe le metà campo, fa registrare un Offensive rating di 119.5 e un Defensive rating di 81. Nonostante ciò la sua principale e forse unica lacuna è quella di non riuscire ancora a sapersi creare da solo un tiro.

 

Non a caso, secondo Synergy Sport, capitalizza il 64.6% dei rimbalzi offensivi che afferra. Quasi due su tre, risultando per questo molto efficace nel riciclare secondi possessi.

 

Il più delle volte è imbeccato dai compagni, che lo cercano soprattutto per le conclusioni dalla lunga distanza avendo lui un ottimo tocco. Sta infatti tirando con il 41.2% da oltre l’arco (21/51), miglior tiratore da 3 della conference che non sia un esterno puro.

 

Difensivamente è un gran rim protector, tanto da risultare terzo nella classifica degli stoppatori in Big Ten dietro Mike Watkins di Penn State e Daniel Oturu, con 2.29 stoppate di media e un indice stoppate/falli di 1.00.

 

Pur se discontinua nelle prestazioni, Maryland (record di 17-4 in assoluto, 7-3) ora insegue Michigan State e Illinois nella conference più difficile della D I, cioè la Big Ten. Secondo i dati incrociati di KenPom, i Terrapins si classificano al decimo posto nella nazione, e addirittura quinti per la sola difesa. Senz’altro un buon punto di partenza in vista di marzo, che può diventare decisivo per Jalen Smith in ottica Nba draft.

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