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Anthony Black, l’unico faro di Arkansas

Anthony Black
Autore: Andrea Mauri
Data: 3 Feb, 2023

La stagione di Arkansas era iniziata con grosse aspettative ma la squadra dovrà sudare sino all’ultimo per andare al Torneo. L’infortunio di Nick Smith Jr. ha cambiato tutto ed Eric Musselman si è ritrovato alla ricerca di nuovi equilibri dopo appena cinque partite. Ad oggi non si può dire che la quadra sia stata trovata, tuttavia un motivo per guardare le partite dei Razorbacks c’è e si chiama Anthony Black.

 

Football e assist

Point guard di 201cm per 90 chili, Anthony Black è sicuramente un giocatore atipico, forse unico, nel panorama collegiale. Non sono tante le guardie con le sue caratteristiche fisiche e tecniche ed il suo modo di affrontare le partite. Prima di scegliere definitivamente la pallacanestro, il freshman ha praticato football americano per anni arrivando ad essere una recluta a tre stelle nel ruolo di wide receiver e tenendosi stretto la verticalità e la sensibilità di mano che quel ruolo richiede. Infatti, il primo aspetto del suo gioco che cattura l’occhio non è la capacità di segnare, ma la sua propensione all’assist, tanto da risultare fin troppo generoso in alcune circostanze. Spesso e volentieri Black vede una frazione di secondo prima degli altri lo spazio in cui mettere la palla per favorire il compagno e, certo qualche volta forza troppo andando incontro a una persa, ma spesso va a segno.

Dritto al ferro

La seconda caratteristica principale del suo gioco è l’attacco del ferro. Black è un discreto attaccante, possiede un buon jumper dalla media, ma le cose migliori le ottiene quando punta dritto al canestro. Spesso lo si vede ricevere palla smarcato, fintare il tiro per poi affondare grazie anche ad un primo passo rapidissimo. È molto abile anche a penetrare dal palleggio e non avendo particolari difficoltà a reggere l’urto di un contatto spesso riesce a portare a casa i due punti senza passare dalla lunetta, sebbene ci vada tre o quattro volte a partita.

 

Tuttavia, questa suo modo di giocare può anche rivoltarsi contro di lui. Come si può vedere dal piccolo estratto video qui sopra, Black riesce a concludere in varie modalità al ferro e ciò forse lo porta ad avere troppa confidenza in questo tipo di giocata. Questa sua cocciutaggine capita soprattutto quando il jumper non funziona a dovere ed in queste serate si ha spesso la sensazione che cerchi più il fallo in penetrazione che il canestro. In più partite, specialmente contro Alabama, ha dato l’impressione di gettare il proprio corpo tra quello degli avversari sperando in un fischio che raramente poi è arrivato. Non può essere una strategia vincente a lungo termine ed è per questo che dovrebbe lavorare molto sul tiro da tre.

Un tiro da sistemare

In entrata al college nessuno si aspettava fosse un tiratore e per il momento le aspettative sono rispettate. È evidente che Black non si fidi ancora del suo tiro – e le difese avversarie lo hanno capito, tanto da sfidarlo – e soprattutto che debba lavorare sulla meccanica. Intendiamoci, non siamo ai livelli di Lonzo Ball nel suo anno da freshman e da rookie, ma come si vede dal video c’è qualcosa da perfezionare: la posizione dei piedi, l’abbassamento del pallone rispetto alla posizione di ricezione e un movimento finale non bellissimo.

Nonostante ciò, i miglioramenti da inizio stagione ci sono stati e a testimoniarlo c’è il 38.6% dall’arco su circa tre triple tentate a partita. Per il momento capiterà spesso di vederlo esitare e magari rifiutare il tiro, anche in situazione favorevoli, preferendo entrare in area, ma i margini di crescita ci sono e sono ampi.

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