[nextpage title=” “]Eccoci qui, l’anno (solare) si sta chiudendo mentre la stagione di college basketball (per fortuna) è ancora in corso. Dopo due mesi di gioco e con i tornei di Conference appena iniziati è possibile fare un primo check sulle prime partite. Ecco 10 domande che riassumono in parte quanto visto finora con le risposte di tutti i componenti della redazione di BasketballNcaa.
Qual è stata la squadra migliore?
Stefano “Bobby” Russillo: Villanova, la squadra più solida e con il miglior sistema di gioco, capitanati dall’attuale poy Josh Hart e da uno dei migliori ‘most improved player’ della nazione, Mikal Bridges.
Fabio Cro: UCLA, dopo un anno disastroso e un coach Alford sempre sulla graticola, i Bruins sono la squadra che ha impressionato di più, soprattutto per il potenziale ancora inespresso.
Stefano “Mac” Bei: UCLA. Che sarebbe stata competitiva si sapeva, ma non cosi.
Manuel Follis: Nel complesso, tra attacco e difesa, vado con Virginia.
Raffaele Fante: Non è solo la più forte, UCLA è anche la più divertente e originale.
Riccardo “Ric” De Angelis: Villanova, lungi dall’essere perfetta, è una squadra concreta e matura come nessun’altra.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Kansas ha dimostrato di avere il più completo backcourt della nazione e Josh Jackson sembra essersi integrato alla grande in un contesto offensivo non sempre semplice per i suoi predecessori.
Quale squadra ha fatto meglio di quanto ci si aspettasse?
Stefano “Bobby” Russillo: Baylor sulla carta non meriterebbe nemmeno la top25, ma è la sorpresa della stagione grazie ad un sistema di gioco fondato sull’equilibrio (nella top15 sia per efficienza offensiva che difensiva) e alla crescita definitiva da leader di Johnathan Motley.
Fabio Cro: Gonzaga, rivoluzionata ma ancora più solida ed efficace della scorsa stagione.
Stefano “Mac” Bei: Creighton, sempre poco considerata, paga ancora il fatto di provenire dalla Missouri Valley ma tutto il programma è di livello superiore.
Manuel Follis: che Baylor potesse essere così solida non l’aveva davvero previsto nessuno.
Raffaele Fante: voti per Baylor nel preseason Ap ranking? Zero. Adesso è imbattuta alla n.4.
Riccardo “Ric” De Angelis: Baylor nel gruppetto delle imbattute a fine dicembre? Penso che nessuno l’avrebbe detto un mese e mezzo fa.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Gonzaga ha perso in estate quattro dei primi cinque per minuti giocati. Ora è imbattuta, è una delle poche squadre che si trova nella top 20 sia in attacco che in difesa e tutto sembra girare alla meraviglia. Forse è l’anno buono?
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Quale invece ha fatto peggio delle attese?
Stefano “Bobby” Russillo: Uconn, gli infortuni di Larrier, Gilbert e Diarra non giustificano il record di 5-7 e l’inesistenza di gioco in attacco (232esimi per efficienza offensiva) sopratutto se giochi in AAC e hai a roster giocatori come Adams, Purvis e Brimah.
Fabio Cro: Duke e non si può dire altrimenti, visto il talento che hanno a disposizione. È vero, ci sono stati gli infortuni, ma è una giustificazione non sufficiente.
Stefano “Mac” Bei: Michigan State. Troppa discontinuità per una squadra che nella preseason era nella top 10.
Manuel Follis: Dire Michigan State sarebbe facile, e poi con Izzo non è ancora finita. Dico Syracuse la cui difesa a zona un tempo spauracchio al momento è un lontano ricordo.
Raffaele Fante: Syracuse, anche peggio di Michigan State visto che non ha neanche la scusa degli infortuni.
Riccardo “Ric” De Angelis: Syracuse: record 8-5 con un -33 rimediato in casa con St. John’s. Davvero troppo.
Paolo “Pablo” Mutarelli: sono da sempre estimatore dell’Havoc defense di Shaka Smart. Invece tutte le aspettative riposte su Texas si sono sciolte come neve al sole e ora si può parlare solo di delusione.
Andiamo più sul difficile. Qual è una squadra che nessuno al momento ha nel mirino ma che potrebbe sorprendere o che val la pena guardare per qualche motivo?
Stefano “Bobby” Russillo: South Carolina, snobbata dall AP poll nonostante siano la terza migliore difesa della nazione. Guardateli per dare un’occhiata a P.J. Dozier. E ora torna, dopo la sospensione, anche il compagno di merende Sindarius Thornwell.
Fabio Cro: i Seminoles di Florida State! Un gioco veloce e spumeggiante e un paio di giocatori che meritano di essere osservati (Bacon e Isaac).
Stefano “Mac” Bei: South Dakota, Trey Burch Manning e Matt Mooney sono due sophomore che potrebbero fare bene in futuro.
Manuel Follis: Harvard sta crescendo, squadra giovanissima e piena di talento (segnatevi Bryce Aiken).
Raffaele Fante: meno talento dell’anno scorso ma California difende meglio e ha trovato in Charlie Moore un play realizzatore che forma assieme a Ivan Rabb una coppia difficile da fermare.
Riccardo “Ric” De Angelis: c’è un gigante senegalese di 230 cm che si muove come uno di 20 cm più basso e che porta occhiali strepitosi. Cos’altro serve per voler guardare UCF?
Paolo “Pablo” Mutarelli: negli Usa dicono che Jawun Evans sia l’erede di Chris Paul. Sta cercando di riportare Oklahoma State nel gotha del college basketball. Insieme a lui uno dei coach che apprezzo di più e più vincenti degli ultimi anni, Brad Underwood.
Passiamo al draft, quale giocatore scegliereste alla numero 1, indipendentemente dalla squadra che sceglie, cioè facendo una valutazione “asettica”?
Stefano “Bobby” Russillo: Lonzo Ball di UCLA, giocatore cui affiderei da oggi le chiavi di una franchigia Nba e che ti fa odiare la regola degli one-and-done. Play imprigionato in un corpo da ala. I dubbi sull’efficacia del suo tiro da fuori sono stati spazzati via dal 42.7% da tre. E sa anche difendere.
Fabio Cro: pesco anche io da UCLA ma prendo il lungo bianco dalla tecnica sopraffina, cioè TJ Leaf.
Stefano “Mac” Bei: Lonzo Ball. Nettamente superiore, visione di gioco e leader in campo. Da migliorare la meccanica di tiro.
Manuel Follis: per quanto visto finora direi che anche per me Lonzo Ball vince a mani basse. Ha davvero tutto.
Raffaele Fante: Jawun Evans, pochi centimetri ma testa e tecnica di un altro livello.
Riccardo “Ric” De Angelis: anche io vado con Lonzo. Quel tiro rischia d’essere un grosso handicap al piano di sopra, ma come fai a dire “no, grazie” a tutto il resto?
Paolo “Pablo” Mutarelli: Senza se e senza ma, Ball è stato il giocatore più elettrizzante visto in questo inizio di stagione. Rubando la battuta a Johnatan Tjarks di The Ringer “è un teenager a cui hanno dato le chiavi di una Ferrari in mano e hanno detto vai più veloce che puoi”.
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Quale giocatore finora è stato una delusione?
Stefano “Bobby” Russillo: Troy Caupain, eletto in preaseason giocatore dell’anno della AAC è irriconoscibile in campo dove segna solo 9.8 punti a partita, tirando con il 24% da tre e il 60% dalla linea della carità. Meno male che ci sono Evans e Washington a trascinare Cincinnati.
Fabio Cro: Grayson Allen non ne sta combinando una giusta… e parliamo di quella che doveva essere la star indiscussa di questa stagione.
Stefano “Mac” Bei: Grayson Allen. Numeri in calo + pressione in aumento = fuori squadra.
Manuel Follis: Sacha Killeya-Jones. Chi? Ecco appunto. Gioca a Kentucky. Anzi, dovrebbe giocare. Le poche volte che coach Calipari l’ha messo in campo c’è stato da mettersi le mani nei capelli.
Raffaele Fante: Qualsiasi definizione attuale di Grayson Allen non potrebbe non contenere qualche insulto.
Riccardo “Ric” De Angelis: Grayson Allen, se non altro perché non è accettabile che un giocatore di quel calibro finisca per autosabotarsi così.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Isaiah Briscoe mi fa storcere il naso già dall’anno scorso. Tolte le penetrazioni è battezzabile da tre, sbaglia spesso con la palla in mano e in difesa è solo onesto. Mi aspettavo molto di più da un giocatore al secondo anno come lui.
Parliamo invece di un giocatore che potrebbe esplodere?
Stefano “Bobby” Russillo: Payton Pritchard, freshman di Oregon. Guarda bianca che non ha paura di prendersi responsabilità (vedi la tripla nel finale contro UCLA) e ha dalla sua atletismo e visione di gioco. Ha già rubato il posto da titolare a un veterano come Casey Benson.
Fabio Cro: Aaron Holiday (UCLA) sta salendo di colpi, sempre decisivo quando conta per i suoi Bruins.
Stefano “Mac” Bei: Justin Patton (Creighton). Sarà determinante nel cammino della squadra nella Big East. Inizia ad avere molti riflettori puntati su di lui.
Manuel Follis: la cura Izzo sta pian piano facendo crescere Josh Langford. Mi aspetto un ventello con Michigan State prima della fine della stagione.
Raffaele Fante: Deng Adel (Louisville) e OG Anunoby (Indiana), due sophomore che per motivi diversi non sono ancora due stelle ma potrebbero presto diventarlo.
Riccardo “Ric” De Angelis: Glynn Watson (Nebraska), sophomore dal talento offensivo intrigante. La continuità di rendimento è il suo unico vero problema.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Mustapha Heron (Auburn) è uno scorer dalla buona stazza e dalla buona mano. Sa sfruttare il vantaggio fisico per procurarsi liberi ma è anche un tiratore discreto da tre. Giocatore ancora fuori dai radar principali, ma prontissimo a fare il salto di qualità.
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Indicate un piccolo (o ala piccola) underrated
Stefano “Bobby” Russillo: Malcolm Hill è il go to guy di Illinois, sa segnare (18.6), prende rimbalzi (6.4) e crea per i compagni (2.1) il tutto tirando con il 42.3% da tre. Al prossimo draft chi lo prende al secondo giro fa un affare. E ha anche una storia di quelle che sarebbero da raccontare.
Fabio Cro: Dwayne Bacon (Florida State), se ne parla poco, ma di esterni così forti fisicamente e capaci segnare facilmente ce ne sono pochi nel college basketball.
Stefano “Mac” Bei: Bogdan Bliznyuk (Eastern Washington) ha raccolto in pieno l’eredita lasciata prima da Tyler Harvey e poi da Venky Jois, giocatore di sicuro avvenire.
Manuel Follis: Dewayne Russell (Grand Canyon). Coach Dan Majerle lo ha voluto fortemente in squadra e lo ha trasformato in una macchina da canestri. Peccato per l’altezza (è solo 1,80).
Raffaele Fante: tutti a parlare di Dennis Smith ma se NC State farà strada dovrà dire grazie soprattutto a Torin Dorn.
Riccardo “Ric” De Angelis: cercando Matt Farrell su google, troverete solo risultati sulla reunion col fratello militare ma in realtà è uno dei most improved players della D-I.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Sviatoslav Mykhailiuk è uno dei migliori all-around in circolazione e uno dei più sottovalutati. Eccellente difensore sulla palla, molto veloce con piedi e mani, un insospettabile playmaker occulto nell’attacco di Kansas. Steal per il prossimo draft Nba.
Scegliete un lungo underrated
Stefano “Bobby” Russillo: Michael Young di Pittsburgh, PF magari un poco sottodimensionata in ottica Nba, che sa giocare nel pitturato, tirare da fuori (45.7%) e ha un’ottima visione di gioco dal post (3 assist a partita). Con i suoi 22.8 punti di media sta trascinando i Panthers.
Fabio Cro: Zach Collins (Gonzaga), che forse in questa categoria potrebbe sembrare fuori luogo, ma che invece dovrebbe godere di maggiore considerazione.
Stefano “Mac” Bei: torno a dire Justin Patton di Creighton, che con l’inizio della Big East sarà senza dubbio preso più in considerazione, forse manca di qualche chilo di massa, ma il potenziale c’è.
Manuel Follis: Dedric Lawson di Memphis. Tecnica, atletismo, mani. Non è troppo “cattivo” ma resta inspiegabilmente ignorato in ottica draft.
Raffaele Fante: underrated e undersize, sarà anche basso ma intanto con 17+10.4 a partita Bonzie Colson (Notre Dame) è uno dei lunghi con le cifre migliori del college.
Riccardo “Ric” De Angelis: Caleb Swanigan, reo solo di aver trombato tutte le donne della famiglia Givony.
Paolo “Pablo” Mutarelli: Hayden Dalton, classico lungo bianco, né troppo atletico né troppo alto, ma con intelligenza rara e mano morbida. É stato il vero protagonista del quasi-upset di Wyoming contro USC e ricorda un altro personaggio di culto del college basketball recente, Jacob Parker “centro” di 198 centimetri della Stephen F. Austin protagonista al torneo Ncaa.
Chiudiamo con un fatto, un giocatore o l’aneddoto che vi ha colpito di più finora
Stefano “Bobby” Russillo: le parole nel post gara del coach di Fort Wayne, Jon Coffman, dopo l’upset ai danni di Indiana che ben rappresentano lo spirito del college basket: ha ringraziato il coach avversario, di una squadra più blasonata, per aver scelto di giocare in trasferta contro di loro.
Fabio Cro: I liberi di Canyon Barry di Florida li avete visti? Altro che Onuaku, visto che parliamo di un esterno…
Manuel Follis: anche io scelgo le parole del coach di Fort Wayne. Avevamo anche pubblicato il video (cliccate qui per vederlo). Questo è quello che amo del college basketball.
Raffaele Fante: il mondo era d’accordo sul fatto che ci fosse una e una sola superfavorita e invece la stagione finora ha detto che non è affatto scontato che Duke vinca.
Riccardo “Ric” De Angelis: l’upset d’Indiana State il giorno del compleanno di Larry Bird.
Paolo “Pablo” Mutarelli: la dinastia dei Ball. Abbiamo parlato di Lonzo, ma sono in arrivo i suoi fratelli LaMelo e LiAngelo, che sembrano forti tanto quanto il fratello. Altro che Windsor, Tudor o Gens Iulia, occhio ai Ball!
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