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Bronny James e un problema molto serio

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 1 Set, 2023

SCA. Sudden cardiac arrest, ovvero un arresto cardiaco spontaneo dovuto a malformazione genetica o a traumi. Questo è quello che è capitato a Bronny James la mattina del 24 luglio durante un allenamento di preparazione al tour europeo di USC. L’esperienza dello staff di Southern California gli ha salvato la vita, ma questo caso ha aperto un vaso di Pandora sulla salute e la sicurezza dei giovani atleti americani.

Corsi e ricorsi

Sono le 9:26 del mattino quando dal Galen Center di Los Angeles parte una chiamata verso il 911. La telefonata è convulsa e poco chiara: si parla di un ragazzo di colpo collassato che ha perso conoscenza, soccorso dai trainer dello staff. Si scoprirà più tardi che si trattava di Bronny James, recruit 4 stelle dei Trojans e figlio di LeBron James. Bronny viene ricoverato con il Codice 3, tra i più alti e quindi più rischiosi, al Cedai-Sinai Medical Center. Secondo Merije Chukumerije, il cardiologo dell’ospedale, l’intervento tempestivo e accurato dello staff di USC gli ha salvato la vita. La loro bravura derivava da un caso estremamente simile avuto l’estate precedente.

Vince Iwuchukwu ora gioca con un pacemaker

Stesso posto, stesso periodo, solo un anno prima. Vincent Iwuchukwu, centro freshmen 5 stelle, collassa in campo per lo stesso motivo. In quel caso i tre athletic trainer hanno subito praticato il massaggio cardio-polomonare, un membro dello staff è andato a prendere subito il defibrillatore, un altro ha chiamato il 911. É cruciale prestare soccorso nei primi minuti perché, passati i primi due, i danni che possono occorrere, soprattutto al cervello, potrebbero essere fatali.

In gergo medico questi due casi sono inseribili nella casistica della SCA, sudden cardiac arrest. Bronny James è uscito in giornata dalla terapia intensiva che, secondo un cardiologo intervistato dal LA Times, è un ottimo segno per la salute del ragazzo. La diagnosi è una difetto congenito a livello anatomico e funzionale del tutto curabile, presente dalla nascita. Ma, come sollevato dal dottore Shephal Doshi, avere nel giro di un anno due casi del genere è solo sfortuna o è sintomo di un cattivo monitoraggio? Il caso di Bronny James ha sollevato un dibattito molto acceso in California.

Il caso

Al cuore di Bronny James sono state fatte cinque valutazioni, tre dal Cedai-Sinai e due tra Mayo Clinic di Phoenix e Atlantic Health-Morristown Medical Center. Il primario del Mayo Clinic, il dottor Michael Ackerman, ha dichiarato che i test possono mostrare nessun problema per anni per poi emergere di colpo. I lati emersi del dibattito sono due: uno sportivo, molto vicino all’NCAA, l’altro scolastico, inerente alle scuole della California.

Il caso più famoso degli ultimi anni è quello di Keyontae Johnson. Il suo problema però non era genetico, bensì atletico: infatti Johnson aveva il cuore dell’atleta, una sindrome causata dai frequenti allenamenti che hanno aumentato la massa cardiaca provocando l’arresto cardiaco. L’SCA, invece, è la principale causa di morte tra gli atleti NCAA, secondo le ricerche dell’università di Washington. Inoltre, un altro studio del 2016 ha mostrato come i giocatori di basket siano quelli più sottoposti a questo rischio, visto il maggior stress a cui sottopongono il cuore. Di potenziali soluzioni ce ne sono poche all’orizzonte.

In generale, però, casi di SCA o di infarto sembrano essere in aumento, o almeno ne è aumentata la copertura mediatica come detto dal Dr. Doshi. Infatti nell’ultimo anno molte storie di atleti, o di semplici ragazzi, deceduti in seguito a questi eventi hanno trovato spazio nei vari notiziari. Il Los Angeles Times ha raccolto le testimonianze di esperienze dirette di giovani atleti preoccupati, in seguito al caso di Bronny James per via della mancanza di attrezzature richieste o di personale specializzato nelle loro palestre.

Molte di queste sono tra le scuole più povere dello stato che non possono permettersi il defibrillatore, che triplica le possibilità di sopravvivenza rispetto al massaggio cardiaco, oppure l’assunzione di un “Athletes trainer”, ovvero professionisti certificati, non dottori, e allenati a fare determinate manovre di salvataggio con la giusta tempestività, come quelli assunti da USC e che hanno salvato la vita a Iwuchukwu e James. Solo 8 su 150 high school dello stato ne hanno uno a disposizione. In Alabama, tre settimane dopo quanto successo a James, Caleb White, prospetto 3 stelle e seconda migliore guardia dello stato, è scomparso in seguito ad un caso riconducibile alla SCA. La scuola non era né di basso livello, né carente di attrezzature ma allo stesso tempo non si è riusciti a fare nulla.

Il futuro

Bronny James è poi uscito tre giorni dopo l’incidente. Suona il piano e va a cena fuori nei ristoranti italiani di Los Angeles con la famiglia e si dice che, senza stabilire una data, possa tornare anche presto in campo. USC, nel frattempo, è andata in Europa, a Mykonos e in Croazia, ha vinto tutte e tre le partite concedendo un po’ troppi punti, anche per via dell’assenza di James ma anche di un rim protector come Iwuchukwu, e sembra essere in buone mani con Isaiah Collier e Boogie Ellis. Iwuchukwu ci ha messo sei mesi a tornare giocare con un pacemaker, coach Andy Enfield ha detto che l’unica priorità di James è essere un ragazzo in salute ma la malattia sembra curabile, ci sono atleti professionisti in tutto il mondo che giocano tra medicine e impianti stent al cuore, quindi è molto probabile che vedremo James in campo nella prossima stagione.

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