C’è sempre tanto azzurro a colorare il panorama Ncaa. Con la stagione 2023-24 alle porte, passiamo in rassegna gli italiani del college basketball che animano la Division I.
Volti nuovi o quasi
Ai nastri di partenza della nuova stagione abbiamo due azzurri che competeranno nelle high-major conference, Abramo Canka e Niccolò Moretti.
Canka è in cerca di riscatto dopo un’annata senza spazi in rotazione a UCLA: per questo ha optato per il transfer portal e scelto Wake Forest, formazione con un distinto sapore europeo e che, nonostante un paio di addii di rilievo, punterà a districarsi dalla mediocrità di metà classifica nella ACC e tornare al Torneo Ncaa dopo 6 anni di assenza. Il ligure porta in dote buone dosi di versatilità ed esplosività nel reparto ali e prenderà in sostanza il posto di Bobi Klintman, prospetto da Draft che ha lasciato i Deacons per l’Australia non senza strascichi polemici.
Moretti è a Illinois da un po’ di tempo ma, sportivamente parlando, questa sarà la sua prima vera annata da freshman. Se le amichevoli sono indicative delle prospettive di minuti, il nostro avrà una discreta scalata da compiere (settimo dalla panca nella vittoria a sorpresa con Kansas) ma, come ci ha insegnato il fratellone ai tempi di Lubbock, è meglio non sottovalutare un Moretti. Le sue alte qualità di regia abbinate a una discreta faccia tosta col pallone in mano possono essere risorse utili nella Big Ten.
Al di fuori dell’ambito high-major, ci sono altre quattro matricole italiane che debutteranno quest’anno: Alfredo Boglio (Robert Morris), Elia Bongiorno (walk-on a UC Santa Barbara), Emmanuel Innocenti (Tarleton State) e Davide Poser (New Hampshire).
Fra questi, Innocenti sembra nettamente quello piazzato in modo più ottimale per guadagnare minuti sin da subito: da un lato, il fisico possente e l’atletismo che lo contraddistinguono sono buoni per calarsi nel basket Ncaa in maniera relativamente rapida; dall’altro, Tarleton è in totale ricostruzione (solo quattro returning players) e l’ex Stella Azzurra non ha troppi veterani da scalzare nel reparto ali.
Nella galassia mid-major
Rimanendo in ambito mid-major ma spostandoci sul fronte dei volti noti, ne troviamo una che conosciamo da parecchio. Micheal Anumba, classe ’99, avrebbe dovuto spendere il suo quinto e ultimo anno di eleggibilità nella stagione scorsa, ma era stato fermato dalla rottura del tendine di Achille. Il suo ritorno è un’ottima notizia per una Winthrop che, come al solito, punta ai vertici della Big South: “Gli importa solo di vincere. È talmente un gran difensore che abbiamo perso la nostra identità senza di lui“, ha detto coach Mark Prosser a Blue Ribbon.
Edoardo Del Cadia è anch’egli un grad student che ha avuto la sua dose d’infortuni pesanti da scontare in carriera. Dopo grosse fatiche iniziali, l’ultimo scorcio della scorsa stagione ci ha mostrato un Edo impattante con la canotta di Nicholls State: quest’anno vestirà quella di Detroit Mercy e le prospettive di utilizzo sembrano ottime (starting five e oltre 30 minuti di utilizzo nell’amichevole con Wayne State).
Matteo Picarelli viene da una stagione da protagonista con UMBC (10.1 punti in 22.5 minuti) nella quale si è affermato fra i migliori tiratori sia della sua conference che fra gli europei della Division I in generale (39.4% da tre su 5.3 tentativi). Quest’anno si misurerà con sfide nuove in un ambito sensibilmente più competitivo, quello dell’American Athletic con la maglia di Temple, squadra ora passata nelle mani di coach Adam Fisher e che ha navigato acque parecchio difficili sin dall’addio del santone Fred Dunphy.
🇮🇹 Matteo Picarelli is transferring to Temple, the player announced
Grad transfer with 2 years of eligibility left, high level shooter (39.4% on 5.3 3PA) that averaged 10.1 PPG in 22.5 MPG for UMBC this past seasonpic.twitter.com/1yVk79UFFr
— CBB Europe (@CBB_Europe) April 17, 2023
Leonardo Bettiol ha mostrato alcuni acuti interessanti da freshman (career-high di 17 punti in 16 minuti contro Utah Tech) e, benché non ci sembra di scorgere i segni di una breakout season all’orizzonte, il suo contributo pare destinato a crescere per un’Abilene Christian che ha davvero bisogno di maggiore incisività offensiva nel reparto lunghi.
Lorenzo Donadio ha confermato da junior il suo ruolo stabile di pedina dalla panca (15.4 minuti l’anno scorso), cosa che sembra doversi riproporre anche quest’anno nonostante il cambio di panchina ad American. Rimanendo nella Patriot League, Nicolò Nobili è stato virtualmente invisibile da freshman (5.9 minuti in 12 gare) ma le cose dovrebbero essere diverse quest’anno a Boston University: il compagno Otto Landrum è lanciato verso il posto di titolare nello spot di 5 che libererà un po’ di minuti dalla panca nel reparto lunghi.
Quello di Keith Haymon è un nome sconosciuto ai più, non essendo un prodotto della pallacanestro nostrana. Nato e cresciuto negli USA e italiano da parte di madre, l’ala si è trasferita a Lindenwood per il suo anno da grad student con la speranza di replicare numeri simili a quelli dei tempi migliori a Northern Arizona (9.8 punti e 3.4 rimbalzi in 26.8 minuti da junior nel 2021-22).
A completare la pattuglia italiana in Division I ci sono infine Francesco Borra (centro di riserva a UC Davis), Dalph Panopio (Cal State Bakersfield, l’anno scorso frenato da un infortunio al polso), Giovanni Emejuru (trasferitosi a Siena dopo lo scarso utilizzo avuto a Sam Houston State), Riccardo Ghedini (virtualmente non impiegato da redshirt freshman a Davidson) e Tommaso Ferraresi (al terzo anno da walk-on a Sacred Heart).