Home 9 NBA 9 Carmelo Anthony: un ritorno fatto di canestri e (un po’) di umiltà

Carmelo Anthony: un ritorno fatto di canestri e (un po’) di umiltà

Autore: Andrea Brambilla
Data: 19 Dic, 2019

L’annuncio di Portland di firmare Carmelo Anthony è stato provvidenziale per Lega. Dai giocatori (a partire dagli amici LeBron James e Paul George) ai fan, tutti aspettavano il ritorno in campo di Melo. Un annuale al minimo salariale non garantito a 2.6 milioni di dollari. Strano destino per uno che, tra i grandi scelti nel 2003, è stato l’unico a vincere un titolo NCAA e che, al momento in cui state leggendo queste righe, è 18mo nella classifica All – Time per punti segnati (25,769 punti). Il recente passato tra New York e i Thunder, passando al disastro in maglia Rockets, tuttavia, ha fatto sì che in tanti non volessero correre rischi con un giocatore etichettato da molti (e, forse, con buona ragione), egoista.

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La reazione di Anthony quando, nel 2017, gli chiesero se fosse disposto a partire dalla panchina per il bene dei Thunder. A proposito di egoismo…

LA COMPLICATA SITUAZIONE DI PORTLAND

I Blazers avevano bisogno di un’ala, viste le carenze nel frontcourt. Gli addii estivi di Al – Farouq Aminu ed Enes Kanter, due pedine fondamentali per la cavalcata alle Western Conference Finals della passata postseason, si stanno facendo sentire. Hassan Whiteside sta facendo un buon lavoro nel pitturato, ma Portland si ritrova comunque fino a primavera senza Nurkic (causa la frattura della tibia rimediata alla fine della regular season 2018 – 2019) e senza Zach Collins (operato alla spalla e KO fino alla metà di marzo). Lo scambio che ha visto Evan Turner andare ad Atlanta in cambio di Kent Bazemore non sta dando i frutti sperati. Infine, Pau Gasol è stato tagliato dalla franchigia: i tempi di recupero del suo infortunio al piede sono ancora lunghissimi.

Carmelo Anthony, pronto per aiutare a dare punti e fiato a Lillard e McCollum, è parso entusiasta della nuova avventura: sarebbe partito titolare, tornando a giocare dopo un anno di stop e mostrando che vale sempre una terza scelta in uno dei Draft più ricchi di sempre. Si è preparato, come dichiarato, a un nuovo inizio. Il numero scelto è lo 00, anche se come ha detto, sarà sempre un numero 7. 007: Agente Melo in missione?

Carmelo Anthony

Il post su Instagram con il quale Melo ha annunciato il nuovo numero di maglia.

LE DIFFICOLTA’ INIZIALI

Certo si può dire che la missione non sia iniziata nel migliore dei modi. Senza Lillard, Portland ha rimediato una terribile sconfitta contro i Pelicans. Il numero 00 aveva ancora della ruggine addosso e il 28% dal campo, con 14 tiri presi, ne è la prova. Ma Portland è rimasta fiduciosa che la forma dell’ex Syracuse venisse recuperata al più presto. La seconda partita (e seconda sconfitta) ha visto Milwaukee fare bello e cattivo tempo di una Portland priva di Lillard e Whiteside. Ma Melo ha portato a casa 18 punti su 15 tentativi e 5 rimbalzi, con un plus/minus di -1. Rispetto al -40 rimediato a questa voce contro New Orleans, sono notevoli passi avanti.

IL RITORNO DEL VECCHIO MELO

Al quarto tentativo abbiamo assistito a una piccola svolta: con il backcourt di Portland abile e reclutato per dare il massimo, Melo ha ottenuto la sua prima vittoria con la maglia dei Blazers. Una vittoria arrivata contro i Bulls e con ottimo apporto al team: Anthony, infatti, ha chiuso con 25 punti e 8 rimbalzi. Le percentuali sono sopra il 50% sia da due che da tre e la partita è finita con un plus/minus di +19.

Ironia della sorte: i Bulls sono stati effettivamente l’ultima squadra di Melo, scaricato in cambio di denaro a gennaio 2019. Anche la partita successiva, la vittoria contro i Thunder, è stata un piccolo sassolino tolto dalla scarpa di Anthony. +27 di plus/minus, oltre a un fantastico 80% dal campo.

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Melo e i Bulls – atto primo

Di nuovo contro Chicago è arrivata la terza vittoria in fila per i Blazers e un ottimo Carmelo Anthony da 23 punti con l’80% oltre i 7,25 m ha ispirato i suoi. Per lui, anche 10 rimbalzi che gli anno permesso di fare la prima doppia doppia con i Blazers. La NBA, a quel punto, ha scelto di nominarlo Giocatore della Settimana per la Western Conference. Un riconoscimento che lo ha visto primeggiare sui vari LeBron, Harden e Doncic e che non gli era stato conferito ormai dal 10 marzo 2014, quando la sua divisa era ancora quella di New York.

Tuttavia, le difficoltà’ dei Blazers di ingranare ci sono ugualmente. Nemmeno il miglior Anthony può competere contro la notevole injury list dei Blazers e sperare di vincere, nonostante due buone performance oltre 20 punti contro Denver (sconfitta) e contro i Suns (vittoria all’ultimo secondo).

IL GIOCO DI ANTHONY

Con 16.8 punti a partita, Carmelo Anthony è diventato in sole 13 partite il terzo scorer del team, alle spalle dei soli Damian Lillard e CJ McCollum. Inoltre, è il secondo rimbalzista con 6.1 a partita, alle spalle dei 12.5 catturati da Hassan Whiteside.

Dopo l’iniziale ambientamento e le basse medie, le cifre di Portland hanno superato quelle tenute a OKC. 31.8 minuti a partita di impiego, 16.8 punti con 14.7 tiri presi e il 42.2% di efficienza dal campo. Inoltre, le 4.2 triple tentate a partita sono il dato più basso dagli anni trascorsi a Denver. A questo, tuttavia, non corrisponde un aumento di tiri liberi tentati: i 3.2 tentati a partita sono il penultimo dato in carriera, davanti solo ai 2.5 della stagione ai Thunder.

Dal suo arrivo, Portland ha avuto un record di 6 – 6 e ha avuto una media di 112 punti segnati a partita (uno in meno dei punti precedenti la firma). 113 sono i punti concessi agli avversari, contro i 115 precedenti all’arrivo dell’ex Syracuse. Dato che non indica un Melo dedito alla difesa e che, con Rodney Hood out for the season per la lesione del tendine di Achille, potrebbe cambiare nuovamente. Un dato che, sicuramente, potrebbe fare di Melo un ago della bilancia per il team è il rapporto tra le percentuali dal campo e l’esito della partita: in tutte le vittorie di Portland, Anthony è andato sopra il 50% di efficienza dal campo, a fronte di una sola sconfitta.

Sicuramente, l’arrivo di Anthony ha dato a Portland quello scorer del quale aveva bisogno in un periodo dove la lista infortunati è talmente lunga che i Blazers sono stati costretti a chiedere, dopo l’infortunio di Rodney Hood, la Disabled player exception da 2.5 milioni di dollari.

IL RAPPORTO CON I BLAZERS

Carmelo Anthony

Sicuramente Carmelo Anthony si è reso conto dell’approccio errato da accentratore adottato nell’ultimo periodo (forse della sua intera carriera), e ha detto di avere cambiato prospettiva. Pronto a ritirarsi senza un’offerta per lui adatta, in Portland ha trovato l’occasione di riscattarsi. Sicuramente il nuovo ruolo di terzo violino appare a lui congeniale e i compagni paiono soddisfatti di questo.

Damian Lillard si è dichiarato felicissimo dell’arrivo del nuovo arrivato, specie alla luce del fatto che l’unione poteva avvenire già due anni fa, quando il nostro volò invece a OKC.

L’ex Weber State ha aggiunto, inoltre, che l’arrivo del numero 00 ha rivitalizzato i Blazers.

Rappresenta una sfida per le squadre avversarie, solo in termini di rispetto. È una minaccia aggiuntiva. Devono guardarsi da lui, quindi cambia i loro schemi difensivi, i loro aiuti. È una mega star, una Hall of Famer. I fan sono ansiosi di vederlo. E la loro reazione ci dà una carica extra.

Questo può trovare alcune conferme sul campo: Lillard nelle ultime 10 partite ha segnato quasi tre punti in meno a partita (da 26.9 punti a 24.1) e le percentuali dal campo rispetto alla media stagionale sono calate dal 44.6 al 44.2%. Le percentuali di efficienza da tre, invece, hanno fatto il percorso inverso: sono passate addirittura dal 36.8% al 38.8%. CJ McCollum ha visto il suo rendimento aumentare a tutte le voci: nelle ultime 10 partite è passato da 21 a 22 punti segnati e dal 44% al 48% dal campo. Inoltre, l’efficienza da 3 è aumentata dal 37 al 39%.

Il caloroso benvenuto dei Blazers al suo esordio in casa, vinto contro Oklahoma City, non si è fatto attendere per Melo, accolto come un eroe.

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IL FUTURO

Carmelo Anthony non si reputa finito. Le sua dichiarazione Non è un maledetto tour di addio fa pensare che vedremo l’ex Syracuse sui campi NBA ancora qualche tempo. Certamente, il presente pare in Oregon: la dirigenza Blazers ha reso il contratto di Melo garantito fino alla fine dell’anno. Ora che lui pare essere tornato lo scorer di un tempo, Portland ha un’arma in più da sfruttare come ala grande, accanto a Skal Labissiere in ascesa. Il frontcourt pare abbastanza scoperto fino al rientro di  Nurkic. Questo, assieme all’infortunio di Hood, sembra obbligare Portland a muoversi sul mercato (Kevin Love probabile obiettivo, ma anche Iman Shumpert). Melo, quindi, dovrebbe avere ancora minuti e punti a disposizione per aiutare Portland a tornare a essere una contender. La missione del numero 00 non è ancora finita. Anzi, è appena iniziata.

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