Era dai tempi di Chauncey Billups che Colorado non reclutava un giocatore del genere. Cody Williams è il primo McDonald’s All American a sbarcare a Boulder dal 2000, un diamante grezzo che corona un roster con legittime ambizioni nella Pac-12. Ma in ottica NBA, il nome di Williams divide eccome i vari analisti che compongono i mock.
ESPN dice si
Sports Illustrated e ESPN sono molto ottimisti sul ragazzo di Gilbert, Arizona. I primi lo mettono alla #8 del loro mock, i secondi addirittura alla #6. La prima cosa che balza all’occhio guardando Williams è il corpo: 84 chili distribuiti su un corpo di 207 centimetri fatto di lunghe leve e pochi muscoli. Un’ala a cui piace creare gioco e con istinti difensivi che suggeriscono un potenziale elevatissimo. A dispetto di molti coetanei, è più pronto e ha più soluzioni nella metà campo difensiva. Ai Mondiali U19, conclusi al 4° posto, Coach Boyle (suo prossimo coach anche a Colorado) l’ha mandato sulle piste dei principali creatori di gioco di Giappone e Francia nella fase ad eliminazione diretta sfruttando tutta la sua rapidità di piedi.
Good week for Colorado's Cody Williams at Nike Academy. Playing with aggressiveness attacking in a straight line, defending everyone with his terrific size and length, and showing his feel as a passer and cutter. pic.twitter.com/LdvolISraJ
— Jonathan Givony (@DraftExpress) August 11, 2023
Ma il fattore più interessante al momento è quello che può fare negli spazi in difesa. Già avanti nella comprensione delle rotazioni, nella protezione del ferro quando il lungo esce aggressivo sul pick and roll, Williams può diventare velocemente un rim protector aggiuntivo arrivando dal lato debole, oltre che una minaccia sui palloni vaganti. Cresciuto giocando con il fratello più grande Jalen, ora in NBA con OKC, Cody ha dichiarato di amare difendere in campo. Tutto ciò si nota.
In attacco non è uno che accentra il gioco, il che è un’ottima notizia vista al presenza di due bocche da fuoco come Tristan Da Silva e Eddie Lampkin. Williams opera unicamente con la mano sinistra, alla quale affida le frequenti conclusioni in avvicinamento nate o da uscite dai blocchi e da pick and roll improvvisati. Anche il tiro sembra esserci, soprattutto a livello di meccanica e fluidità, ma non sembra essere inserito in un arsenale ben consolidato. Anzi, spesso al Mondiale è stato sfidato e qui nascono i primi potenziali problemi.
The Athletic e BR dicono forse
Due guru dello scout come Sam Vecenie di The Athletic e Johnatan Wasserman di Bleacher Report hanno messo Williams fuori dalla lottery. Addirittura Vecenie l’ha posizionato alla #19 in una zona del Draft in cui squadre da playoff cercano un jolly da sviluppare. I motivi di questa forbice così ampia dipendono da uno sviluppo fisico che presenta delle incognite.
Il freshmen lo sa e da quando è sbarcato a Boulder si è messo in palestra per aggiungere chili. É il punto focale perché le ripercussioni in campo derivano tutte da questa qui: nella semifinale del Mondiale contro la Francia ha giocato solo 9 minuti perché mangiato vivo dall’atletismo di talenti Nba come Alexandre Sarr e Melvin Ajinca. Coach Boyle l’ha fatto partire proprio in marcatura su quest’ultimo che l’ha scherzato fisicamente nei primi minuti, costringendolo al panchinamento preventivo.
In attacco la situazione è la stessa. Sia con i transalpini che nella finalina contro la Turchia ha sofferto l’atletismo della prima e la fisicità della seconda. Situazioni che ritroverà sicuramente a partire da novembre. Per un giocatore che punta quasi unicamente sull’entrare in area e sfruttare il suo dolce tocco per segnare, questo lavorìo fisico ad ogni azione è sfiancante. Vecenie punta molto sul potenziale di Williams, ma non è detto quanto di esso possa realizzarsi: specialmente quando la fiducia nel prendersi il tiro dal palleggio è poca.
Infine Colorado è stata una scelta particolare. Williams è nato lì, ma si è trasferito fin da piccolo in Arizona e i Buffaloes, da quando è arrivato Tad Boyle, non sono mai stato una meta ambita per i prospetti 5 stelle. Il coach ha mantenuto costante il programma con una sola stagione sotto al 50% di vittorie in undici anni, ma senza neanche arrivare a grandi picchi. Quest’anno torneranno sei dei primi otto giocatori per minuti della scorsa stagione, tra cui un altro che ha potenziale NBA come Da Silva. Dimostrare di poter esser fin da subito un ingranaggio di un team con legittime ambizioni potrebbe rendere la forbice di Williams assai meno ampia, facendolo schizzare rapidamente in alto nei mock.