Nuova stagione di basket europeo, nuovi rookie arrivati nel Vecchio Continente direttamente dalla Ncaa: c’è chi sfrutta la vetrina come trampolino di lancio per puntare alla Nba e chi è pronto a costruirsi una solida carriera in Europa, come stanno facendo i vari Nigel Williams-Goss, Dylan Ennis o Matt Thomas, arrivati solo un anno fa ma già protagonisti.
Dopo avervi presentato i rookie arrivati in Italia, ecco in tre appuntamenti i migliori giocatori che hanno lasciato il college da protagonisti e che sono arrivati in Europa. Iniziamo con i 10 piccoli, poi vi presenteremo 10 lunghi e chiuderemo con i 10 top che giocano in Eurolega.
Dakota Mathias – Joventut Badalona (Spagna)
La vera gemma nascosta della fantastica stagione di Purdue: non solo un grande tiratore (46.6% da tre con il record all-time dei Boilermakers con 250 triple in carriera), ma soprattutto un eccellente difensore, un 3&D pronto e confezionato per l’Europa. Giocatore dal grande QI cestistico, ha dalla sua carattere e leadership, qualità fondamentali per non avere problemi di adattamento nel Vecchio Continente. Non solo tiro e difesa, ma anche visione di gioco (3.9 assist): scommettiamo che in poco tempo lo vedremo in Eurolega?
Khadeen Carrington – KK Mornar (Montenegro)
La tipica PG newyorchese dalla faccia tosta, con un tiro che va e viene ma che diventa inarrestabile quando è “on fire”. Non ha paura di niente e di nessuno ed è pronto a prendere le redini del Mornar, squadra impegnata anche in Eurocup, sin dal primo giorno. A Seton Hall è andato via da leggenda, dopo quattro anni da leader e dopo aver guidato i Pirates alla prima vittoria al Torneo Ncaa dopo 14 anni con 26 punti contro NC State lo scorso marzo. Mai scommetterci contro.
Kyron Cartwright – Alba Fehérvár (Ungheria)
Due razzi al posto delle gambe e il carattere di chi è cresciuto a Compton sono già, da soli, due dei motivi per capire perché il ragazzo potrà fare strada in Europa. Nelle ultime due stagioni, ha raccolto l’eredità (e le chiavi della squadra) di Kris Dunn a Providence, portando i Friars al Torneo Ncaa. Super efficace nei pressi del ferro, grazie ad atletismo e un primo passo fulminante, l’altra dote che porta con sé è la capacità di servire i compagni con uno dei migliori assist rate di tutta la Ncaa. Determinato a fare bene.
Andrew Rowsey – Szolnoki Olaj (Ungheria)
Play realizzatore tutto pepe ed energia che non arriva ai 180 cm d’altezza, ma che sa accendersi in un attimo, capace di mettere in ritmo non solo se stesso ma anche i propri compagni. Ha chiuso la sua stagione a Marquette con 20.5 punti e 4.8 assist di media. Insieme al compagno Marcus Howard, ha composto il secondo duo più prolifico di tutta la Ncaa. Ah, non lasciatelo mai solo sul perimetro: 41.5% su oltre 8 tentativi a partita da tre nel suo anno da senior.
Trey Kell – Igokea (Bosnia)
L’essenza del floor general: giocatore che vede prima i compagni e poi il canestro, capace di fare tutto su un parquet e che, prima di essere una minaccia in attacco, è un ottimo difensore. La scorsa stagione è stato il leader di San Diego State per assist e rubate, secondo per rimbalzi e terzo per punti segnati. Il suo gioco all-around è favorito anche da un fisico ideale (193 cm per 97 kg). Unico neo? Il tiro dalla lunga distanza.
Matt Mobley – Spirou Charleroi (Belgio)
Mano mortifera da tre: 105 triple nell’ultima stagione con St. Bonaventure e una partita da 9 triple a segno (record all-time dell’Atlantic 10). Ha chiuso l’annata con oltre 18 punti di media che gli son valsi l’inclusione nell’A-10 First Team e che hanno permesso ai Bonnies di tornare al Torneo dopo 6 anni. Come ogni tiratore, vive di alti e bassi ma assicura sempre impegno e presenza fisica in campo (ottimo a rimbalzo).
Justin Bibbins – Polpharma Starogard Gdanski (Polonia)
Dopo essersi laureato a Long Beach State, è arrivato da grad transfer a Utah: in una sola stagione, si è preso gli Utes diventandone il leader indiscutibile e portandoli a un passo dalla chiamata al Torneo Ncaa, per poi giocarsi la finale del NIT, il tutto dopo essere stato nominato nel First Team della Pac-12. Nano razzente capace di segnare 93 triple in stagione che segna (14.8 di media) e fa segnare (4.7 assist).
Jae’Sean Tate – Antwerp Giants (Belgio)
Guardia fisicata di 193 cm per 86 kg che fa sentire il suo peso a rimbalzo (ultima stagione chiusa a 6.2 di media). Poco tiro, ma sa farsi valere in 1-vs-1 e in post. In transizione è un piccolo panzer inarrestabile, oltre a essere un assistman sottovalutato. Leader insieme a Keita Bates-Diop (ora ai Minnesota Timberwolves) dell’Ohio State tornata dopo tre anni al Torneo Ncaa.
Gabe DeVoe – Basket Zielona Gora (Polonia)
Un Torneo Ncaa giocato ad altissimo livello (e chiuso con il career-high da 31 punti alle Sweet 16 contro Kansas) ha reso giustizia a questa guardia che, in quattro anni a Clemson, ha dimostrato di essere incontenibile su un campo da gioco: può arrivare facilmente al ferro in penetrazione, ha un solido jumper dalla media ed è una certezza da oltre l’arco. Dategli un’occhiata nella Fiba Champions League.
Conner Frankamp – BC Beroe (Bulgaria)
Tipica guardia bianca della quale si fa fatica a non innamorarsi: un fisico da ragioniere, un tiro letale da tre e un computer al posto del cervello. Giocatore di culto e leggenda di Wichita State con una tecnica di tiro sopraffina e un rilascio da manuale del basket: non sorprendetevi se si ritaglierà una carriera da specialista in giro per l’Europa.
Honorable mention
Chi merita anche solo un secondo della vostra attenzione? Partiamo con Jalek Felton (nipote di Raymond di OKC) che, dopo essere arrivato a North Carolina come il miglior recruit della passata stagione, non è riuscito a dimostrare il talento a disposizione nonostante le raccomandazioni di un tale Steph Curry, complice anche problemi extra-parquet (sospeso per condotta a fine gennaio). In estate è arrivata così la scelta drastica di puntare al Draft direttamente dalla Slovenia con l’Olimpija Ljubljana. Meno imprevedibile e più affidabile è sicuramente Silas Melson, veterano in uscita da Gonzaga che, dopo una carriera leggendaria con gli Zags con quattro Sweet 16 in altrettanti anni, porta la sua esperienza in Grecia, al Lavrio.
Altro giocatore d’esperienza è Riley Lachance, play bianco e magrolino al quale non dareste due lire, ma con un tiro micidiale da tre: giocherà in Polonia al GTK Gliwice. Chiudiamo con Andre Spight, ex-compagno del nostro Roberto Vercellino a Northern Colorado che, dopo aver polverizzato il record di punti in una singola stagione nella Big Sky, giocherà in Finlandia all’Helsinki Seagulls.