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Devon Dotson, il super motore di Kansas

Devon Dotson - Kansas
Autore: Raffaele Fante
Data: 4 Feb, 2020

Tosti, veloci, competitivi: sono le caratteristiche che devono avere le point guard di Bill Self. Non c’è quindi da stupirsi se Devon Dotson ha sempre giocato in quintetto da quando indossa la maglia dei Jayhawks, dato che proprio quelle sono le sue doti migliori. E grazie al suo sophomore, Kansas è una delle poche certezze in un anno di caos nella Division I.

Tosto

Ha iniziato a divertirsi con il pallone da basket all’età di 4 anni ma, come tutti i bambini americani, giocava anche a baseball e football. In particolare, gli piaceva molto giocare a placcaggi con il fratello Dalen, tre anni più grande di lui. E le dava e le prendeva senza fiatare, al punto che i suoi genitori lo avevano soprannominato Bim Bam. I contatti erano e sono l’ultimo dei suoi problemi, anche perché poi è andato ‘a scuola’ dalla point guard più piccola di tutte, sopravvissuta a quasi 15 anni di carriera Nba nonostante i suoi 160 cm: Muggsy Bogues.

“I knew he was going to be a big-time player the moment I laid eyes on him – ha spiegato Bogues – He had the ‘it’ factor”.

 

Bill Self cercava il sostituto di Frank Mason e ha messo subito gli occhi su un giocatore che lo ricorda molto, con il suo 1.88 per 84 kg. Ma non solo lo ha reclutato, gli ha dato subito le chiavi della squadra in mano, schierandolo in quintetto già dalla prima partita con la maglia dei Jayhawks. Mossa insolita da parte di un coach che ha sempre scelto giocatori di esperienza in quella posizione e invece di lui si è fidato subito. E così Dotson è diventato il secondo freshman dopo Tyshawn Taylor a partire come PG titolare nelle 16 stagioni trascorse a Kansas da Self.

Veloce (e non solo)

Da Charlotte dove è nato, la sua famiglia si è spostata per un periodo a Chicago e lì ha seguito i camp di Derrick Rose, che è diventato il suo idolo. In suo onore ha sempre indossato la maglia n.1, tranne l’anno scorso quando ha dovuto ripiegare sull’11 cedendola per anzianità a Dedric Lawson.

Il suo stile di gioco ricorda molto quello dell’ex star dei Bulls, così come alcuni movimenti

 

che ha chiaramente preso da lui

 

Prende la palla e spinge, alza il ritmo e punta dritto al canestro, grazie alla sua velocità che è ben superiore a quella di Frank Mason. Prende il 48% dei suoi tiri al ferro realizzandoli con il 66.7%, pagando evidentemente in alcuni casi la sua altezza

Ma non ha paura di niente e di nessuno ed è veloce sia con le mani che con i piedi

 

Il suo wingspan è tutt’altro che eccezionale visto che supera di poco i 190 cm, ma in difesa si fa sentire eccome e nella Big 12, è secondo solo a Tyrese Haliburton nei recuperi con 2.2 a partita

 

Nella conference nessuno segna quanto lui: dai 12.3 punti della sua stagione da freshman, è salito a 18.1 con oltre 13 tiri a partita e 2′ in più in campo. Le chiavi dell’attacco dei Jayhawks sono tutte sue, anche se il tiro da fuori rimane il suo punto debole. Sa segnare da 3, anche da distanza Nba

 

ma dal decente 36.3% dell’anno scorso è sceso al misero 28.6% di questa stagione, e questo è chiaramente un problema in ottica Nba. L’altro punto di domanda rimasto agli scout dopo i vari workout della scorsa primavera, quando si è dichiarato per il draft per poi tornare a Lawrence, è la capacità di creare per gli altri, anche se l’intesa con Udoka Azubuike ha sempre funzionato

 

Competitivo

Era una vita che non succedeva, ma l’anno scorso Kansas ha perso sia la regular season che il torneo della Big12, oltre a essere uscita al secondo turno della March Madness. Anche questo ha pesato nella scelta di Dotson di tornare al college: “It was a factor – ha detto – I can’t be the one that doesn’t win anything here”.

E’ tornato per vincere, non i premi individuali, ma quelli di squadra che senza di lui non va da nessuna parte. L’unica sconfitta nella conference è arrivata contro Baylor, quando si è infortunato all’anca nel primo tempo e non ha praticamente giocato il secondo

 

“My concern is this team and winning – ha spiegato – My main goal out there being the point guard is winning and helping my guys as much as possible. I’m not worried about MVP awards, I don’t look at that stuff. I look at winning, wins and losses”.

E appena è tornato in campo, Kansas ha ripreso a vincere e non ha più intenzione di fermarsi.

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