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Draft Nba – Colpi, errori e steal

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 22 Giu, 2018

Michael Porter è la scelta peggiore o migliore del draft? E Robert Williams? Golden State ha fatto un colpaccio con Jacob Evans alla 28? E di chi è la steal di quest’anno? La redazione di basketballncaa.com ha dato le sue risposte, ovviamente molto diverse tra loro perchè a giugno ognuno ha le sue certezze. In attesa che sia il campo a parlare.

La scelta migliore

Raffaele Fante: mi piace molto la scelta di Phoenix di arrivare a Mikal Bridges, giocatore solido che copre buchi sia in attacco che in difesa e su cui davvero si può rifondare.

Paolo Mutarelli: Wendell Carter Jr. alla 7 è stata un’ottima scelta da parte di Chicago che affianca a Markannen un giocatore che potrebbe coprire tutte le sue lacune in difesa e completarsi in attacco grazie alle sue doti da passatore.

Stefano Russillo: Mikal Bridges è tutto ciò di cui aveva bisogno Phoenix. Le speranze di un futuro ai vertici della Western Conference per i Suns passano dalla difesa e Bridges è semplicemente il miglior difensore di questo Draft. Ah, non sorprendetevi di vederlo viaggiare in doppia cifra di media in attacco grazie alla sua dimensione di gioco dentro-fuori.

Manuel Follis: scontato, ma Robert Williams. O Boston era l’unica a ignorare che il ragazzo sta incubando la peste bubbonica, o non c’è motivo per cui vederlo scendere fin lì.

Giovanni Bocciero: con la 23 Indiana si è assicurata un giocatore affidabile come Aaron Holiday. Nella posizione di point guard i Pacers sono piuttosto scoperti, e inoltre si sposa bene con Victor Oladipo, il che gli permetterà di interscambiarsi.

Sergio Vivaldi: Luka Doncic. Il prezzo pagato dai Mavericks per arrivare allo sloveno è alto, ma lo volevano a tutti i costi per rifondare intorno a lui, dopo vent’anni con Dirk Nowitzki.

Michele Robatto: Per il prezzo pagato, i Suns hanno fatto un affarone con Mikal Bridges, giocatore perfetto per le necessità della squadra.

La scelta peggiore

RF: perché Aaron Holiday sia finito al primo giro è un mezzo mistero e, se proprio volevano una guardia ‘matura’ undersize, i Pacers potevano prendere uno tra Jalen Brunson, Jevon Carter e Devonte’ Graham, tutti ancora liberi e più forti di lui.

PM: grande indecisione tra Grayson Allen agli Jazz e Michael Porter Jr. ai Nuggets. Vado con il secondo per i problemi fisici che sono una grandissima incognita e per il fatto che Denver non aveva bisogno di un (potenziale) realizzatore del genere, ma più di un collante difensivo alla Bridges.

SR: Kevin Knox al college si è dimostrato un giocatore dal grande talento, ma di poca costanza: intermittente in attacco, svogliato in difesa. Nella grande mela hanno voglia di tornare subito ai playoff e avrebbe avuto più senso puntare su prospetti Nba-ready come i due Bridges o scommettere sul talento di Porter Jr.

Kevin Knox (Kentucky)

Kevin Knox (Kentucky)

MF: Sexton-Cleveland? Mah. Robinson-Clippers? Doppio mah. Però vado con Troy Brown a Washington, il giocatore sbagliato nella squadra sbagliata (ovviamente finirà roy).

GB: Anfernee Simons finito a Portland con la 24. Il vero oggetto misterioso di questo draft finisce nel roster dove sono intoccabili Damian Lillard e C.J. McCollum. Magari questo gli permetterà di apprendere, ma per il momento questa scelta-scommessa non convince del tutto.

SV: Mo Wagner ai Lakers, perché? Che senso ha? Tira da 3, sì, ma la sensazione era che i Lakers volessero tornare a vincere, e i Cavaliers non riescono a farlo neanche affiancando LeBron James a Kevin Love. (Se Wagner avrà l’impatto di Love in Nba, Magic e Pelinka dovranno baciarsi i gomiti, ma le probabilità sono minime).

MR: sono d’accordo con Sergio, Wagner ai Lakers è una scelta non comprensibile quando alla squadra manca un rim protector, e c’era Robert Williams ancora disponibile. Devo però anche citare Portland che sceglie un’altra SG in Anfernee Simons, giocatore di cui si sa poco nulla non avendo giocato né al college né all’estero.

Steal of the draft

RF: le sei squadre prima di Utah hanno tutte scelto un esterno e credo che più d’una rimpiangerà di aver lasciato Grayson Allen alla 21.

PM: l’accoppiata Evans-Warriors potrebbe essere micidiale, ma gioco i miei 2 cent su Chandler Hutchinson a Chicago, che ha fatto un signor draft. I Bulls hanno un intero quintetto di giocatori futuribili che sanno trattare il pallone e che hanno grande visione di gioco. Il prodotto di Boise State con Dunn e Carter Jr. potrebbe rendere micidiale l’attacco di Fred Hoiberg.

SR: Grayson Allen e Aaron Holiday sono due giocatori che vedono il canestro da ogni zona del campo, aggiungeteci che stiamo parlando di un senior e un junior e capirete perché rischiano di essere due pedine capaci di dare il loro contributo sin dal primo giorno a due franchigie che vogliono riconfermarsi come Utah e Indiana.

MF: troppo facile ridire Williams quindi vado con Jacob Evans a Golden State. Difensore non egoista in una squadra con mentalità difensiva. Farà subito bene.

GB: occhio ai San Antonio Spurs che con la 18esima chiamata hanno scelto Lonnie Walker. Il prototipo del 3&D potrebbe inserirsi sin da subito negli schemi dei texani che sono bravi a sviluppare i giocatori. Walker ha delle lacune, ma nulla di così insuperabile da frenarlo.

SV: non credo Josh Okogie sia un furto perché si immaginava venisse scelto intorno alla #20, ma è un giocatore in grado di aiutare i Timberwolves già oggi. L’importante è che se ne accorga anche il suo allenatore.

MR: Se – ed è un se molto ma molto grande – Michael Porter riesce a far guarire la schiena e a mettere in mostra tutto il talento che ha, si guarderà indietro a questo draft e senza dubbio sarà considerato una vera steal alla #14.

Miglior colpo del secondo giro

RF: Tony Carr e Sviatoslav Mykhailiuk, due che sanno fare canestro e che sono capaci di adattarsi a qualsiasi minutaggio

PM: ne cito un paio: Chimezie Metu agli Spurs e Melton ai Rockets. Il lungo di Usc darà finalmente un po’ atletismo e verticalità a un frontcourt elegante ma privo di freschezza atletica, mentre Melton, misteriosamente scivolato così in basso, è un cagnaccio in difesa e un futuro tiratore da Moreyball. Insomma, il perfetto sostituto di Ariza.

SR: per Memphis, la patria del Grit&Grind, Jevon Carter è il fit perfetto: porta difesa difesa e ancora difesa ma soprattutto, grazie a esperienza (è un senior) e visione di gioco, può essere il solido backup di Conley.  A proposito di floor generals, occhio a Jalen Brunson: leadership e talento per Philadelphia.

MF: Jevon Carter a Memphis (si innamoreranno della sua grinta) e Keita Bates-Diop a Minnesota, giocatore sottovalutatissimo. Per certi versi il più completo nel ruolo.

GB: ha pagato il fatto di non aver giocato in Ncaa quest’anno, e così è precipitato sino alla scelta 36 dei New York Kinicks. Ma Mitchell Robinson è un giocatore con delle qualità particolari e, se riesce a maturare affinandole, sarà una gran bella presa.

SV: senza dubbio De’Anthony Melton, il lavoro con Drew Hanlen per sistemare il tiro – unito a quello che già aveva fatto vedere nel suo unico anno di attività al college – meritavano più attenzione, ma le squadre non si sono fidate del suo anno di inattività e i limiti mostrati in passato. Menzione d’onore per le due scelte dei Pistons, Khyri Thomas e Bruce Brown.

MR: alla #51 i Pelicans hanno trovato grande valore in Tony Carr, con un corpo NBA ready e una capacità di segnare ‘at will’. Migliorando il suo atteggiamento difensivo, potrebbe trovare un ruolo stabile in rotazione.

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