Allenare LeBron James, è un’esperienza che segnerà l’intera vita di un coach che potrà dire di esser stato uno dei pochi ad averlo fatto. Keith Dambrot è stato il suo allenatore al liceo e ora siede, dopo una lunga permanenza ad Akron University, sulla panchina di Duquesne, vera sorpresa di questo inizio di stagione nell’Atlantic 10. I Dukes non partecipano al torneo dal 1977 e le ultime cinque stagioni sotto la gestione Jim Ferry hanno avuto questi risultati
12-13 | 13-14 | 14-15 | 15-16 | 16-17 | |
Record | 8-22 | 13-17 | 12-19 | 17-17 | 10-22 |
Dopo l’ultimo posto nella conference della scorsa stagione con 10-22 e la partenza di sei giocatori importanti del roster, si pensava che le prospettive per quest’anno fossero desolazione, sconfitte e, al massimo, lo sviluppo di qualche underclassmen per gli anni a venire. Di diversa opinione è stato Dambrot. Con la prima partita della conference, ha già eguagliato il numero di vittorie dello scorso anno, battendo la ben più quotata Dayton, e non si è ancora fermato: 3-0 nell’A10 e 12-3 già al’inizio di gennaio.
Un mese fa il loro buon inizio sembrava tutto da verificare perchè i Dukes, nonostante il record positivo, avevano delle pessime statistiche, sia per quanto riguarda la produzione offensiva che quella difensiva, e una posizione pessima nel RPI ranking, parametro che misura la difficoltà della schedule. Con l’inizio della conference, Duquesne ha invertito la rotta, eccellendo in molti aspetti del gioco in Atlantic 10: migliore difesa, secondo miglior attacco (84.3), miglior percentuale a rimbalzo d’attacco (110.4%), miglior eFG% concessa (36.7%), e difesa sulle triple impeccabile (23.4%).
Dambrot predilige usare una rotazione con otto giocatori, tutti dalla grande efficienza. Il play è un ex Butler, uno degli ultimi reclutati da Brad Stevens, e risponde al nome di Rene Castro-Kennedy, unico senior con tanti minuti. E’ l’attaccante più efficiente di Duquesne, con 13 punti di media, sa segnare in tutti i modi ed è il leader negli assist (3.5) di una squadra che ama condividere il pallone. Mike Lewis è la sicura spalla di Kennedy e sfrutta gli spazi aperti dal compagno per segnare i suoi 15 punti a partita. Il giocatore più interessante è il freshman Eric Williams Jr., un falso lungo che non arriva ai due metri che, però, spadroneggia nelle aree avversarie e viaggia con una doppia doppia di media, 14+10. Da leggere il commento di Mike Rhoades, coach di Vcu, su di lui