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Fondamentali del basket: la difesa a zona

difesa a zona
Autore: Francesco Gerace
Data: 17 Nov, 2019

Il posizionamento “a zona” è una strategia difensiva usata dalle squadre di basket, molte delle quali la utilizzano solo in determinati momenti della partita. Ci sono almeno 6 varianti della difesa a zona, e ognuna è efficace in base ai punti di forza degli avversari.

Zona 2-3

La difesa a zona 2-3, anche detta “fronte pari” è quella più utilizzata. Prevede due giocatori in prima linea, ciascuno vicino al rispettivo post alto, di norma le guardie della squadra. C’è poi un giocatore, spesso il centro della squadra, che si dispone sotto canestro a protezione del ferro e due giocatori, le ali, che si posizionano ai suoi lati. Questa difesa si adotta principalmente contro formazioni che fanno delle penetrazioni uno dei loro punti di forza. L’obiettivo è difendere il canestro, ed è il centro ad avere questo compito. Altri punti di forza della zona 2-3 sono la possibilità di intercettare il pallone e quindi partire in contropiede. Questa difesa spesso infastidisce gli avversari perché rallenta il ritmo di gioco e richiede pazienza. Il modo più efficace per affrontare questo tipo di difesa consiste in una rete di passaggi per liberare un uomo al tiro o colpire al centro dell’area. La zona 2-3 ha anche degli svantaggi: concede tanti tiri da 3 agli avversari e anche tanti rimbalzi offensivi, non prevedendo un tagliafuori a uomo.

Zona 3-2

È anche detta zona “fronte dispari” e prevede tre giocatori sull’arco dei tre punti e due a protezione del canestro. Si usa principalmente per contenere il gioco degli esterni, specialmente se si ha di fronte una squadra con tiratori precisi e che basa meno il suo attacco sulle penetrazioni. Fondamentale, quando si utilizza questo tipo di difesa, sono l’aggressività e i recuperi dei giocatori davanti sui lati. La zona 3-2 infatti permette di tenere sotto controllo gli esterni, ma lascia scoperti gli angoli. Di conseguenza se non si gioca con aggressività e non si scala di posizione al momento giusto questo tipo di zona può essere facilmente attaccabile. Bisogna fare attenzione anche ai tagli degli avversari: un passaggio ben fatto e un secondo di ritardo in difesa possono portare a concedere un tiro comodo da 3 metri all’attacco.

Zona 1-3-1

La zona 1-3-1 dispone i giocatori in una sorta di croce. I presupposti di questo tipo di difesa, una delle più difficili da attuare, sono di schierare atleti veloci in grado di spostarsi con aggressività da un avversario all’altro. È una difesa infatti contraddistinta da un movimento continuo e veloci cambi di posizione. A renderla famosa in Italia è stata l’Olimpia Milano allenata da Dan Peterson negli anni ’80, anche se lo schema fu adottato per la prima volta negli anni ’30 negli Stati Uniti. I vantaggi di questa difesa sono la costante pressione sugli avversari, la possibilità di rendere complessa la circolazione palla e in generale l’aumento del ritmo della partita. Di contro, è una difesa che al minimo errore consente agli avversari di avere buoni tiri. C’è poi l’aspetto fisico: è infatti una difesa molto dispendiosa. Infine, altro punto debole è il rimbalzo, visto che anche questa zona non consente di posizionarsi bene sui tagliafuori e inoltre lascia scoperti gli angoli.

Zona Box&One

Si tratta di una difesa ibrida in cui 4 giocatori formano un box, cioè si schierano a quadrato, normalmente intorno all’area dei 3 secondi mentre il quinto in campo resta in marcatura a uomo sul giocatore più pericoloso della squadra avversaria. È un tipo di difesa utilizzata quando si affronta una squadra dotata di un solo avversario che spicca per abilità e atletismo. Su di lui si piazza il difensore più forte della squadra, mentre gli altri difendono a zona proteggendo l’area. Ha un punto debole, come visto per le precedenti tipologie di difesa a zona, vale a dire il fatto di concedere spesso buoni tiri da fuori. Il suo merito è quello di aumentare le probabilità di annullare, o quantomeno contenere, il leader offensivo degli avversari. Se peró gli altri avversari in campo sono in serata e hanno la mano calda, ovviamente questa tattica diventa poco efficace. La difesa “box and one” è stata utilizzata nella vittoriosa serie della finale Nba 2019, utilizzata da Toronto contro Stephen Curry.

Triangolo e due

È simile concettualmente alla Box&One, con un’unica differenza: due giocatori marcano a uomo e gli altri 3 a zona. I giocatori che difendono a zona formano un triangolo per difendere l’area e il canestro. Qualità e punti deboli sono gli stessi della precedente, più o meno marcati a seconda del valore di difensori e attaccanti.

Difesa match up

È un tipo di difesa molto tattica e molto utilizzata ad esempio nel basket collegiale. Combina la difesa ad uomo con la difesa a zona. Il grosso merito di questa tattica è di creare enorme confusione negli attaccanti, il problema è che se non si esegue al meglio crea confusione anche nei difensori. Quando si effettua una difesa match up si parte difendendo a zona, ma nel momento in cui l’attacco comincia a muoversi si cambia passando a uomo, accompagnando gli avversari, ma mantenendo la zona. Esistono però principi di match up che, al contrario, prevedono un iniziale schieramento a uomo che dopo uno o due passaggi diventa a zona. Se non avete capito bene, la tattica ha funzionato.

 

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