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Grant Williams, ovvero l’anti Zion

Autore: Raffaele Fante
Data: 25 Gen, 2019

Ci sono due squadre imbattute in testa alla Sec, cioè Tennesse e LSU, e Kentucky sta dando grandi segnali di risveglio. Ma c’è soprattutto un giocatore che sta dominando partita dopo partita, e che rappresenta l’alternativa esperta e matura a Zion Williamson. Vediamo chi è.

Grant dice 43

“Tirano poco da 3, mi metto a zona dal primo secondo”, ha pensato coach Bryce Drew. 2-15 dopo 5′. No, la zona non ha funzionato. Vanderbilt è quindi passata a uomo ed è riuscita a giocare la sua bella partita contro la miglior squadra della Sec, cioè Tennessee. Che, tra le altre cose, è anche la nuova n.1 della nazione, anche perchè con la maglia dei Vols gioca un certo Grant Williams. La miglior-ala-della-nazione-che-non-si-chiama-Zion-Williamson ha dato vita a un clinic di post basso e alto che tutti i coach dovrebbero utilizzare sulle loro lavagne: 17 punti negli ultimi 7.30 e career high di 43 senza un tiro da 3, ma con 23/23 ai liberi, complici arbitri benevoli ma anche l’assoluta incapacità di chiunque di fermarlo con le buone.

 

Unico giocatore della conference a superare i 20 punti di media a partita, Williams è un all around in grado di fare ogni cosa: 7.5 rimbalzi, 3.6 assist, 1.7 stoppate  e 1.1 recuperi la stat line di un junior che non raggiunge i 2 metri e pesa quasi 110 kg dal futuro difficile da prevedere. Il presente non è certo una sorpresa, così come la sua capacità di migliorare costantemente tutte le cifre anno dopo anno, compresa la % dal campo che ora si aggira su uno strepitoso 57% complessivo.

Nel caso l’Nba lo ignorasse, l’Europa non potrebbe davvero farselo scappare. Così come non è possibile farsi scappare questa meraviglia di Jordan Bowden.

 

Washington, Herro e difesa

Prima tripla sul ferro, poi un airball e a seguire una facile schiacciata sbagliata. La partita di PJ Washington contro Mississippi State non è esattamente iniziata nel migliore dei modi. Ma il sophomore di John Calipari ha imparato a non buttarsi giù e a continuare a giocare e basta: restare al college serve anche a questo e il ragazzo di Dallas ora sa come gestirsi. Soprattutto ha imparato a fidarsi del suo tiro da 3 e fa bene: 41.2% in stagione, 3/5 anche contro i Bulldogs uccisi proprio da due sue triple che hanno scavato il break decisivo.

 

Lui e Tyler Herro garantiscono ai Wildcats una pericolosità dall’arco che rende molto più imprevedibile l’attacco di Kentucky, mentre la difesa funziona benissimo: migliore della conference (e 11/a della nazione) sui 100 possessi, lasciano agli avversari il 46% di EffFG e un misero 31% dall’arco. Dopo la sconfitta contro Alabama, sono 5 le vittorie di fila, compresa quella sul campo di Auburn con una grande prova di maturità. Attenzione a Kentucky, perchè sta davvero arrivando.

Silva apre la crisi di Auburn

Sotto di 17 punti contro Kentucky, i Tigers hanno tirato fuori almeno il carattere, e non potrebbe essere altrimenti per una squadra allenata da Bruce Pearl. Il loro attacco fa sembrare quello degli Harlem Globetrotters una motion offense ragionata, ma in difesa Auburn sa fare male, come dimostra il terzo posto nella nazione per forced turnovers. Peccato che l’assenza di Austin Wiley per infortunio, li abbia resi ancora più piccoli e dipendenti dal tiro da 3. E se contro Kentucky alla fine è arrivata una sconfitta onorevole che ci poteva anche stare, il problema sotto canestro si è visto bello grosso contro South Carolina.

Chris Silva è un esperto marpione africano che vive da 4 anni a pochi centimetri dal canestro perchè quella è di fatto la sua unica dimensione. Leader dei Gamecocks, contro Auburn ha realizzato il suo career high da 32 punti (e 14 rimbalzi+4 stoppate) con 11/12 dal campo.

 

Ora, South Carolina è sicuramente la sorpresa di questa conference e finora ha perso solo contro l’imbattuta LSU, ma nessuno si aspettava Auburn così in difficoltà. Bryce Brown e Jared Harper si prendono 30 tiri a partita, ma non possono vincere da soli ed è quindi un passo avanti da tutto il supporting cast quello che si aspetta coach Pearl. Altrimenti addio ranking e torneo a rischio.

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