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Herro trascina UK, Louisville si arrende

Autore: Manuel Follis
Data: 30 Dic, 2018

Il derby tra Kentucky e Louisville è durato circa 10 minuti, poi i Wildcats hanno pian piano preso il largo senza mai dominare, ma senza nemmeno mai mollare la presa sulla gara, con la sensazione che se venisse giocata 10 volte, la partita finirebbe quasi sempre con lo stesso risultato. Alla fine UK si è imposta per 71-58, confermando i miglioramenti in difesa (i Cardinals tenuti al minimo stagionale) e mettendo in evidenza le lacune in fase offensiva dei ragazzi allenati da coach Chris Mack. Ecco cosa ha detto la gara

Kentucky ora fa sul serio

I Wildcats hanno concesso 72 punti a North Carolina e tenuto Louisville a 58. Coach John Calipari, dopo la vittoria nel derby, ha ammesso che “sì, all’inizio non riuscivamo a difendere di squadra”, sottintendendo che adesso le cose sono cambiate. La fisicità di UK inizia a farsi sentire. Il trio di piccoli che parte titolare è formato da Ashton Hagans (6-3), Tyler Herro (6-5) e Keldon Johnson (6-6), un backcourt che crea molti problemi perché atletico e rapido di piedi. Il che permette ai lunghi, che in casa Kentucky non mancano mai, di prendere il tempo per la stoppata. La morale è che nelle ultime due gare sia i Tar Heels sia i Cardinals si sono schiantati contro un muro.

 

Hero Herro

In pre stagione sembrava chiaro che il giocatore destinato a scardinare le difese avversarie con il tiro da fuori dovesse essere Tyler Herro. Il ragazzo però, complice una partenza faticosa già nella prima gara contro Duke, ci ha messo un po’ a trovare ritmo. E se doveva scegliere una gara per mettersi in mostra ha scelto quella giusta. I 24 punti messi a referto (career high) con 6/7 da 2 e 4/6 da 3, 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata e 2 recuperate gli sono valsi il titolo di MVP della rivalry (l’anno scorso era toccato a Shai Gilgeous-Alexander). Bravissimo nel correre dietro ai blocchi, il fatto di aver segnato da 3, gli ha concesso poi la possibilità di attaccare con più facilità i close-out difensivi. Se il giocatore è questo, UK è un’altra squadra.

L’importanza del tiro da fuori

La pack-line defense di coach Mack non vuole concedere tiri facili in area e così, nonostante PJ Washington e Reid Travis abbiano giocato entrambi una partita concreta, sono stati tenuti rispettivamente a 5 e 9 punti. Per questo il tiro da fuori di UK è stato determinante, perché ha fatto saltare i piani difensivi di Louisville (e darà qualche grattacapo alle squadre che dovranno affrontare i Wildcats in futuro). Finora le avversarie di Kentucky sostanzialmente si chiudevano in area scommettendo sul tiro dei ragazzi di Calipari. Louisville ha anche schierato la 1-3-1 nel secondo tempo (marchio di fabbrica di coach Mack), ma senza risultati soddisfacenti. Dopo due azioni in cui UK non ha segnato, Calipari ha inserito Herro ed è finita così, spezzando sul nascere l’inerzia dei Cardinals.

 

Louisville a testa alta

Difficile che Mack potesse chiedere di più alla sua squadra e infatti i commenti dopo la partita hanno mostrato un comprensibile disappunto, ma senza eccessive attribuzioni di colpe alla sua squadra. Oggi Louisville è una squadra migliore di quanto si pensasse a inizio stagione, ma con parecchi punti deboli, a partire da una produzione offensiva ondivaga. L’ago della bilancia dei Cardinals non è Jordan Nwora, miglior marcatore della squadra, possibile prospetto futuro e che anche contro UK ha disputato una buona gara(17 punti) ma è Dwayne Sutton, che però è stato cancellato dal campo da un’ottima difesa di PJ Washington. Il peso dell’attacco è quindi rimasto nelle mani di Nwora e di Christen Cunningham (20 punti con 8/14 dal campo).

 

I bocciati

Kentucky ha trovato la sua formula con i 5 membri del quintetto base, mentre chi entra dalla panchina per ora fa più disastri che altro. Immanuel Quickley (che doveva essere un tiratore), EJ Montgomery (che doveva essere un rinforzo sotto canestro), Jemarl Baker (che doveva portare creatività e punti veloci) e Nick Richards (che era atteso all’anno del riscatto e doveva essere il centro titolare) sono più comparse che attori protagonisti. In casa Louisville invece Darius Perry (5 palle perse) ha sicuramente punti nelle mani, ma alterna buone giocate a scempiaggini, mentre VJ King ha la palma (dall’inizio dell’anno) di peggior rapporto talento/prestazioni forse dell’intero college basketball.

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