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Justin Lewis, il folle che fa grande Marquette

Justin Lewis - Marquette
Autore: Manuel Follis
Data: 25 Gen, 2022

Partiamo dalla fine, ossia dalle ultime prestazioni di Justin Lewis, una delle quali ha davvero lasciato il segno. Villanova-Marquette giocata il 19 gennaio a Philadelphia. I Wildcats sono in pieno controllo della partita ma Marquette riesce a recuperare e a farsi sotto di due punti negli ultimi possessi. Il pareggio arriva con questo canestro.

 

La tripla della vittoria invece è questa. L’autore ovviamente è sempre lo stesso. Il numero 10 dei Golden Eagles che grazie a questa tripla permette alla sua squadra di vincere sul campo di Villanova, cosa che nessuno riusciva a fare dal 2018. Le doti le ha. Il talento 4 stelle della Espn top 100 list del 2020, nato a Baltimora, è stato reclutato da coach Steve Wojciechowski (che lo ha reclutato anche sfruttando il fatto di aver frequentato la sua stessa high school, il Baltimore Polytechnic Institute) e ha giocato una prima annata da freshman tra alti e bassi.

 

Ha avuto problemi fisici e ha dovuto saltare 6 partite e nel frattempo la squadra ha chiuso con un record di 13-13 (8-11 in Big East) e con l’eliminazione al primo turno di playoff contro Georgetown. Sconfitta che è costata anche il posto all’allenatore. Nonostante questo, Lewis è riuscito a mettersi in mostra a metà campionato con un tap in che sembrava potesse rappresentare una svolta per la passata stagione.

 

E così arriviamo ai blocchi di partenza del 2021-22. Il nuovo coach è Shaka Smart, che arriva a Marquette sostanzialmente per ricostruirsi un’identità dopo aver “sprecato” (o se qualcuno vuole “fallito”) l’occasione alla guida di Texas. L’allenatore e la squadra erano attesi a un periodo di transizione, tipico del primo anno di chi si siede su una nuova panchina. Certo, Smart era convinto che Lewis potesse essere una pedina fondamentale, e tutti hanno festeggiato quando è riuscito a confermare la presenza del talento, ma pochi si aspettavano potesse essere così fondamentale.

Oggi il ragazzo di Baltimora è il principale terminale offensivo dei Golden Eagles, che resta un freshman per le regole Ncaa, è quello che gestisce più possessi offensivi e anche quello che si prende più tiri. È il miglior marcatore della squadra con 15.8 punti per gara ma anche il migliore sotto i tabelloni con quasi 8 rimbalzi a partita. Marquette ha vinto gli ultimi sei incontri, quattro dei quali contro squadre del ranking come Providence, Seton Hall, Villanova e Xavier, contro le quali Lewis ha segnato rispettivamente 23 punti (record in carriera), poi 18, 21 e 20 tirando complessivamente 13/24 dall’arco.

Ma è da NBA?

Bella domanda. La risposta è “dipende”. Molto probabilmente non parliamo di una lottery pick. Lewis è alto 2 metri e Smart non lo usa praticamente mai da ala piccola, che sarebbe il suo ruolo naturale in Nba, ma solo da ala grande, sfruttando la sua mobilità contro gli avversari molto meno veloci. Il suo tiro dal perimetro, come detto, va più che rispettato e i close out per i lunghi contro di lui sono un problema.

 

Uno degli ultimi mock draft di Bleacher Report lo considera papabile a metà secondo giro, ma non è detto che pian piano le ultime prestazioni non gli consentano di salire un po’ nel gradimento degli scout. Le sue doti sono principalmente offensive ma deve mostrare molta più maturità. I battibecchi con coach Smart ogni tanto fanno sorridere i compagni e ogni tanto lasciano un po’ perplessi. Lewis è il tipo di giocatore che quando corre in contropiede e non riceve la palla tiene un po’ il broncio. E su questi atteggiamenti dovrà lavorare.

Allo stesso modo deve lavorare sulle scelte di tiro. Uno dei fattori positivi è che porta in campo un’energia pazzesca e sembra sempre in modalità “attacco”, ma non deve strafare. Contro Xavier è stato tra i migliori in campo (20 punti con 3/7 e 4/7 più 13 rimbalzi, 2 assist e zero palle perse), ma nel finale di gara si è un po’ intestardito nell’1-vs-5. Il punto è che ogni tanto riesce a segnare persino così, prendendo a testate la difesa avversaria. Ma dopo il college, quando sarà professionista, non sarà così facile farlo.

He’s built like a linebacker, but he has a lot of skill – a unique combination of finesse and power“, così è come lo descrive Smart, felicissimo che il suo miglior giocatore non abbia seguito l’esodo di massa dopo il cambio allenatore. Con Lewis in campo la squadra difende meglio (tra le note positive è un ottimo rimbalzista), ma soprattutto attacca con efficacia incredibilmente aumentata, segnando quasi 11 punti in più su 100 possessi. Il risultato della crescita di Lewis è che Marquette ha iniziato a vincere, si trova ai piani alti della Big East ed è tornata nel ranking alla #22. Il calendario proporrà adesso quattro partite difficili, un test per valutare le chance di Torneo dei Golden Eagles e quelle Nba di Lewis.

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