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La bipolarità di West Virginia

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 11 Mar, 2018

La squadra

Stagione a due volti per West Virginia: 15-1 nelle prime 16 e #2 del ranking, 5-7 nelle ultime 12, con un paio di sconfitte arrivate dopo aver avuto un grande vantaggio. Strani e bipolari questi Mountaineers, guidati da Jevon Carter che si inserisce nella lista delle fantastiche point guard della Big 12: è il miglior realizzatore, miglior assistman, miglior difensore degli esterni e finora è stato semplicemente la PG migliore del torneo. É la mente sul parquet di coach Bob Huggins, che ha plasmato, come al solito, una squadra tenace e fastidiosa, ma mentalmente debole in grado di buttare, per esempio, 17 punti di vantaggio contro Kentucky. Esa Ahmad ha esordito contro Texas Tech, con il record di 15-1 per West Virginia, e sembrava essere l’arma perfetta per far saltare il banco, invece ha sortito l’effetto opposto. La grande sorpresa è stata Teddy Allen, ala forte al primo anno, che a metà stagione è sembrato un rebus irrisolvibile per le difese, mentre ora si è stabilizzato, perdendo anche minuti. Finora ha funzionato tutto e sono arrivate due comode vittorie. Contro Villanova si capirà davvero di che pasta sono fatti questi Mountaineers.

Il giocatore chiave

Vige una stretta catena di comando in Virginia: Bob Huggins, poi il suo sottufficiale Jevon Carter e poi il resto del team. Tipico caso nel quale senza un giocatore, la baracca non rimarrebbe in piedi. Classico nano che in difesa, sta con il sedere basso, a ronzarti intorno finchè non ti ruba la palla, per poi trasformarsi nell’altra metà campo in un killer spietato, arrivato quest’anno al massimo in carriera in assist, percentuali dall’arco e dai liberi. Migliora tutti e, se solo West Virginia fosse stata meno sprecona, sarebbe stato un candidato per il National Player Of the Year. Spettacolari le sue stat nei primi due turni, chiusi a 25 punti, 6,5 assist e 5,5 recuperate.

I prospetti

Vedi Jevon Carter e leggi Europa scritto sulla fronte. Per età e caratteristiche fisiche, l’Nba rimane un miraggio, ma per l’Europa potrebbe essere una buona scommessa su cui puntare. Chi aveva qualche chance Nba e l’ha sprecata è Esa Ahmad, che ha saltato la prima parte di stagione per problemi accademici. Le sue statistiche sono la copia carbone dello scorso anno, solo un po’ peggiorato il tiro da tre, mentre tutti gli addetti ai lavori si aspettavano un enorme salto in avanti da lui, tale anche da spodestare Carter dal ruolo di go-to-guy. E finora il torneo non ha rialzato le sue quotazioni.

Il video

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