Home 9 Big Match 9 la sorpresa Oklahoma e big match in ACC e SEc

la sorpresa Oklahoma e big match in ACC e SEc

Jordan Woodard (Oklahoma)
Autore: Manuel Follis
Data: 19 Gen, 2017

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Tanti big match nella notte dove si sono affrontate quattro squadre del ranking. La partita di cartello dell’ACC vedeva in campo la n. 10 del ranking Florida State contro la n. 15 Notre Dame. La gara ha rispettato le aspettative, chiusa nel finale solo da una doppia stoppata consecutiva di Jonathan Isaac, che ha sigillato la vittoria dei Seminoles per 83-80. Molto combattuto anche il match tra Florida e South Carolina nella SEC, con i Gamecocks che (in una brutta partita) hanno prevalso contro i Gators 57-53. Infine, una gara che doveva essere senza storia nella Big 12 è finita in overtime con la vittoria di Oklahoma in casa di West Virginia.

Ecco tutto quello che è successo.

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Isaac climbs the draft

Quando nella partita di cartello della giornata, con tutti i riflettori puntati addosso, un freshman mette a segno il career-high di 23 punti con 7/9 dal campo, 2/2 da 3pt, 7/7 ai liberi, 10 rimbalzi e … rullo di tamburi… 7 stoppate, beh quel freshman si fa notare. Parliamo di Jonathan Isaac che sta prendendo feeling con la Ncaa e beh, gustatevelo più che potete perché l’ascensore delle sue quotazioni al prossimo draft sta salendo velocemente. Ecco le parole su di lui del coach avversario dopo la gara “I knew he was active around the bucket, I knew he could block shots and fly and rebound, I didn’t think he could make shots. And that he made them when the game was on the line? I have a lot of respect for that young man”.

Cervello e tiro contro talento e panchina

Ci sarebbe poco altro da aggiungere. La partita ha visto confrontarsi da una parte una squadra che fa delle letture e del tiro da 3 la sua arma principale, ovvero i Fighting Irish, e dall’altra la formazione che probabilmente schiera più uomini in rotazione (ieri 13) e che ha profondità e atletismo da vendere. Basti dire che nella serata-no dell’uomo chiave di Florida State, Dwayne Bacon (solo 11 punti con 5/13 al tiro e 0/3 dalla lunetta), sono stati Isaac e uno scatenato Xavier Rathan-Mayes nel finale a chiudere la gara. Notre Dame è stata aggrappata alla partita (sempre inseguendo) grazie a uno strepitoso 15/21 da 3 punti, un 71% abbondante molto superiore al già ottimo 40% di media (“It’s hard to shoot 71 percent even if you’re in the gym and shooting alone”, ha detto a fine partita il coach dei Seminoles Leonard Hamilton). La differenza? Le 18 palle perse, record stagionale per il college allenato da Mike Brey.

Tra gli altri…

… vi segnaliamo le prestazioni del freshman Temple Gibbs che si sta guadagnando la fiducia del coach (season-high di 25 minuti in campo) e i cui 12 punti sono stati fondamentali per gli Irish e quelle del sophomore PJ Savoy e del senior Jarquez Smith, il primo unico vero pericolo da 3 punti per Florida State e il secondo che ha fatto molto male nell’area di Notre Dame.

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AAA cercasi realizzatori

South Carolina-Florida è iniziata con uno scintillante 0-0 che si è protratto per… 6 minuti! Due rubate di Kasey Hill hanno regalato i primi canestri dal campo della gara (4-0 per Florida) mentre il primo tempo dei Gamecocks si è chiuso con 12 punti. È chiaro che si affrontavano due tra le migliori difese del college (per Kenpom South Carolina è la prima in assoluto, mentre Florida è “solo” la 14/a), ma queste difese molto aggressive hanno tramutato la partita in uno spettacolo tremendo, con 34 canestri dal campo in tutta la gara e 38 punti sui 108 complessivi provenienti da tiri liberi. Florida in particolare, che già non è una squadra che eccelle nel tiro da 3 punti, ha chiuso con 0 triple su 17 tentativi e il fatto che sia rimasta attaccata alla partita fino alla fine è quasi un miracolo.

Sindarius the man in the town

Logico che il primo giocatore (l’unico) capace di avere più dimensioni offensive (penetrazioni ma anche tiro da fuori) sia risultato alla fine l’MVP. Parliamo di Sindarius Thornwell, che da quando è tornato in campo con South Carolina non ha mai perso (5-0 nella SEC) e che ha chiuso con 20 punti (5/11 dal campo e 9/13 dalla lunetta). È lui che a metà del secondo tempo con un 2+1 e poi con una tripla uscendo dai blocchi ha regalato quel minimo margine di vantaggio che ha garantito ai Gamecocks di aggiudicarsi la gara.

Tra gli altri…

… non vi dovremmo segnalare nessuno. Canyon Barry è stato il miglior marcatore di Florida (13) partendo dalla panchina. Ha tirato (dal basso, come faceva il padre) 5/5 dalla lunetta, ma ha spadellato (0/6) da 3 punti, tanto che qualcuno su Twitter nel corso della partita gli ha suggerito di tirare anche le triple dal basso. Gli altri che di solito si segnalano a referto, KeVaughn Allen e Justin Leon per Florida, Duane Notice e PJ Dozier per South Carolina, hanno giocato male. Giusto Dozier ha in qualche modo emendato la sua prestazione con la penetrazione che ha chiuso la gara. Per lo spettacolo segnaliamo invece questa bimane di Devin Robinson.

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West Virginia – Oklahoma è stata la classica partita in cui la squadra più forte, che per di più gioca in casa, va avanti di 15 nel secondo tempo e tutti pensano sia finita, ma a quel punto compare il cartello con la scritta ‘manco per niente’. Arriva da Morgantown la grande sorpresa della notte Ncaa con i Sooners che espugnano il campo dei Mountaineers 89-87 all’overtime, confermando ancora una volta la forza e l’imprevedibilità della Big 12.

Woodard vs Carter

Ci sono una serie di point guard che rappresentano l’essenza del college basketball, giocatori esperti quasi sempre di taglia piccola che probabilmente non avranno un radioso futuro nella pallacanestro ma di certo hanno un grande presente. Jevon Carter e Jordan Woodard fanno parte di questa categoria, così come London Perrantes e Joel Berry per citarne altri due, e sono stati i due protagonisti assoluti della partita, quando la palla ha iniziato a scottare per davvero. Per capirci, Carter ha segnato 3 punti nel primo tempo, Woodard 2 e alla fine hanno chiuso rispettivamente con 23 (e 11 rimbalzi e 6 assist, prima doppia doppia della sua carriera) e 20 (con 5 assist), compresi gli ultimi 4 che hanno dato la vittoria ai Sooners. Woodard poteva chiudere la partita già nel tempo regolamentare, quando ha realizzato il suo ennesimo layup subendo fallo a 3 secondi dalla fine ma, nonostante l’87% dalla linea, ha sbagliato il libero della vittoria.

 

Liberi che dolore

Proprio i liberi sono stati il grande problema di West Virginia nel supplementare, perso anche per colpa del 4/9 dalla linea dei 5,80. Il 18/29 finale per il 62% non è lontano dal loro 64.5% di media che piazza i Mountaineers alla posizione n.309 della Division I. Watkins, Ahmad, Miles e lo stesso Carter hanno sbagliato liberi a ripetizione e sarà il caso che coach Bob Huggins metta tutti ad allenarsi perchè è già la seconda partita che perde in OT nella Big 12.

Press Virginia mica tanto

Ma l’arma che davvero non ha funzionato per Huggins è stata la difesa press, con i Sooners che ne hanno dimezzato l’efficacia. A dire il vero la partita è iniziata come al solito, con la difesa dei Mountaineers subito schierata a tutto campo e prima palla recuperata con le guardie di Oklahoma nel caos. Ma è durata poco: dai 12 i recuperi di media (primi della nazione) sono scesi a 6, dalle 24 palle perse forzate agli avversari sono scesi a 12 da cui sono arrivati solo 15 punti, minimo stagionale per West Virginia. Merito da ascrivere a Lon Kruger e ovviamente a Jordan Woodard, senior reduce dalle F4 non per caso.

La press è poi un credo, un dogma a cui Huggins rimane fedele dal primo all’ultimo possesso. Ed è ovviamente un rischio, soprattutto se sei pari a 7 secondi dalla fine: basta un giocatore che si posiziona male (Tarik Phillip in questo caso) e gli avversari possono saltare la prima linea dei difensori e avere molto campo a disposizione per arrivare in tempo fino al ferro. Certo, poi bisogna saper segnare così

 

Il futuro dei Sooners

Dei 15 giocatori nel roster dei Sooners, 6 sono freshman e 4 sono sophomore e Woodard è l’unico senior sopra i 3’ di utilizzo: 0-4 il record di OU senza il suo leader, 2-1 (con prevedibile sconfitta da Kansas) da quando è tornato dopo l’infortunio. Che la prima vittoria in trasferta della stagione della giovane squadra di Kruger potesse arrivare su un campo del genere non lo avrebbe detto nessuno, ma il futuro potrebbe dare molte altre soddisfazioni. Quella attuale sarà comunque una stagione di transizione ma già dall’anno prossimo l’asticella delle aspettative si alzerà: Kameron Mc Gusty per esempio, è giocatore già interessante ora che può solo migliorare, così come Kristian Doolittle che ha segnato 6 dei suoi 12 punti nell’overtime. Li rivedremo presto ancora protagonisti.

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