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Le migliori ali freshmen international

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 1 Nov, 2018

– Parte 1 (Guardie) –

Dopo avervi presentato alcune delle migliori guardie della recruting class internazionale di quest’anno, è ora di passare alla seconda parte del nostro trittico di articoli. Ecco a voi 6 ali che potrebbero far parlare di sé in questa stagione.

 

High-Major: Elias Valtonen, Kody Stattmann, Kristian Sjolund

 

Nell’arco delle ultime stagioni, Elias Valtonen è diventato uno dei prospetti scandinavi più conosciuti e, innegabilmente, anche uno dei più elettrizzanti. Non era stata una sorpresa quando il go-to-guy delle nazionali giovanili finlandesi aveva deciso di seguire le orme di Lauri Markkanen e andare in Arizona, seppur nell’altra squadra di Pac-12 dello stato: l’Arizona State di Coach Bobby Hurley. Cresciuto nella stimatissima HBA-Marsky Academy di Helsinki, Valtonen è fra i giocatori più giovani di sempre ad aver debuttato nella Korisliiga (il massimo campionato finlandese), fra le fila del Korihait, quando aveva solo 14 anni. Alto 198 cm e impiegato soprattutto come ala piccola, Elias ha alcuni tratti tipici delle guardie nel suo repertorio: tiro eccellente, capacità di attaccare il ferro e un QI considerevole.

Caratteristiche tecniche

  • Ala fisica e atletica, capace di battere il difensore con cambi di velocità e piedi rapidi. Buon controllo del corpo e capacità di assorbire i contatti in penetrazione.
  • Buon controllo del pallone, ma non veloce abbastanza per trarne un vantaggio. Non un passatore d’élite, ma sa leggere il gioco e facilitare lo spacing per i suoi compagni.
  • Il tiro è decisamente la sua arma migliore. Meccanica di tiro naturale, sia in catch-and-shoot che dal palleggio. Versatilità di opzioni offensive: penetrazione, jumper, tiro da tre, creatività e visione di gioco dal pick and roll.
  • Scorer con tanta fiducia nel proprio bagaglio, benché possa ancora migliorare la meccanica di tiro dall’arco. Altamente efficiente come slasher, ha un gran QI che gli permette di leggere le situazioni dal perimetro o dal gioco spalle a canestro.
  • Dovrebbe migliorare in difesa. Non molto aggressivo e concentrato, a volte lascia troppo spazio sulle penetrazioni e sui tiri da lontano. Tempismo per le stoppate molto buono, ma fatica contro ali più fisiche o con footwork più veloce nel pitturato.

Fit e aspettative

Bobby Hurley si è dato da fare col reclutamento e ha portato a casa alcuni pezzi eccezionali nella classe 2018, come il canadese Luguentz Dort, Taeshon Cherry e la PF serba Uroš Plavšić. Oltretutto, Hurley ha anche reclutato transfer interessanti come Zylan Cheatham, ex San Diego State. L’obiettivo dei Sun Devils è di ripetere le prestazioni della prima parte della scorsa stagione che, a un certo punto, ne avevano fatto i #1 della nazione. Il roster di quest’anno è piuttosto diverso: stessa quantità di talento, ma con più centimetri, chili e capacità di farsi valere in difesa. Tutto sommato, Valtonen dovrebbe trovare la sua dimensione nel progetto col suo fisico e il suo talento offensivo e portare la sua difesa su livelli più alti.

 

 

La capacità dell’Australia di sviluppare talenti è stato uno dei temi ricorrenti della scena internazionale giovanile degli ultimi anni. Dal 2017 abbiamo assistito alla crescita dell’annata 2000, la quale ha compiuto passi in avanti questa estate al FIBA U18 Asia e, prima ancora, al Torneo Albert Schweitzer. All’interno di questo gruppo, ci sono tre ragazzi del Queensland che in precedenza avevano brillato alle finali nazionali U20 e che quest’anno inizieranno la propria carriera collegiale: Samson Froling (Creighton), Aiden Kraus (UC Irvine) e Kody Stattmann, il quale si farà le ossa nella Virginia di Tony Bennett. Ala longilinea di 201 cm d’altezza, Kody è il cecchino di questa generazione di Aussie: scorer fantastico che può scaldarsi in un attimo dalla lunga distanza, sempre pronto a dare l’esempio in attacco.

Caratteristiche tecniche

  • Tiratore dalla lunga distanza con istinti magnifici, meccanica fluida e rilascio rapido. Quando ha i piedi a posto, la sua meccanica di tiro è così automatica da quasi non aver bisogno di spingere sulle gambe. Pericoloso da ogni distanza.
  • Il catch-and-shoot e l’uscita dai blocchi sono le situazioni nelle quali è più pericoloso, ma è anche capace di creare separazione con finte e step-back, oppure aprire linee di penetrazione con un jab-and-go, bruciando il difensore a grandi falcate per trovare un facile canestro da due.
  • Dotato di buona struttura fisica, benché magro. Ha taglia sufficiente per sporcare palloni e linee di passaggio. Sa dare una mano a rimbalzo, mostrando buon tempismo sotto i tabelloni avversari.
  • Eccellente in transizione, sia partendo in palleggio che involandosi lontano dalla palla. Manca di atletismo e forza ma ha abbastanza elevazione per ricevere passaggi in lob quando è in corsa, per poi concludere al ferro.
  • Più tiratore che passatore, ma dimostra di avere visione di gioco in contropiede. Ha versatilità e margini di miglioramento per ricoprire i ruoli di 3 e di 4, ma fa fatica nel tenere a bada le guardie più veloci: deve lavorare sugli scivolamenti.

Fit e aspettative

Dopo aver subito il più grande upset di sempre nella March Madness, cosa terranno in serbo i Cavaliers? Aspettatevi ancora una volta un attacco ben strutturato, ritmi bassi e la celebre Pack Line Defense. Bennett sentirà la mancanza di Devon Hall ma col transfer Braxton Key immediatamente eleggibile, Virginia potrebbe essere anche più forte rispetto all’anno scorso. È Charlottesville la miglior destinazione per una matricola che deve passare tempo in palestra e migliorare i propri istinti difensivi? Ne possiamo anche discutere, ma è facile immaginare Stattman inserirsi agevolmente nel sistema offensivo di Bennett, sparando in uscita dai blocchi. Avrà bisogno di tempo, ma sicuramente crescerà nel corso della stagione.

 

 

Se vi è già capitato di guardare Kristian Sjolund in azione, sapete già che ne avremmo parlato qui, anche se rappresenta un’eccezione ai criteri del nostro articolo. Trasferitosi negli USA – in Texas, più precisamente – quando aveva solo 15 anni, ha più esperienza nel basket delle high school che non in quella giovanile europea. Ad ogni modo, abbiamo deciso di includerlo perché, anche se catalogato come prospetto a 3 o a 4 stelle dai vari siti americani, non era ricercato nel modo che ci si aspetterebbe per un’ala di 203 cm con un tiro eccezionale. Sjolund aveva cominciato ad attirare l’attenzione delle High-Major solo verso la fine del suo anno da junior, ricevendo offerte da college come Baylor e Ole Miss, e scegliendo infine Georgia Tech, cioè la squadra che considerava prioritario reclutarlo, come detto dal suo coach di AAU. La Norvegia non ha esattamente una gran tradizione cestistica ma Sjolund ha sicuramente il basket nel sangue: suo padre Bjorn era stato un giocatore di Florida Atlantic nella metà degli anni ’90 e Kristian aveva toccato i primi palloni già da bambino. Ha messo in mostra le sue qualità con Obra D. Tompkins HS e il suo successo come giocatore dovrebbe ora proseguire anche a livello di college.

Caratteristiche tecniche

  • Buona taglia e ball handling per un 3/4, anche se può migliorare nell’uso della mano sinistra. Rappresenta una minaccia in campo aperto. Dovrebbe aggiungere alcuni chili per competere nel pitturato.
  • Range ampio, grilletto facile e spot-up shooter altamente affidabile che può segnare anche in movimento. È un bel grattacapo per le difese: non ha bisogno di molta separazione per far partire il tiro e sa attaccare i close-out con aggressività ed efficacia. Non è esageratamente veloce ma ha abbastanza equilibrio per arrivare al ferro.
  • Mentalità offensiva magnifica e attitudine da scorer, benché capace di mettersi al servizio dei compagni grazie alle sue abilità di passaggio, le quali possono migliorare ulteriormente.
  • Potenziale difensivo intrigante: ha la taglia giusta e un buon tempismo per la stoppata, oltre a mobilità notevole, rapidità e mezzi fisici per diventare un difensore versatile a livello di college.

Fit e aspettative

Le aspettative di Georgia Tech non sono esattamente alle stelle: gli Yellow Jackets dovranno far fronte alla perdita di Josh Okogie e del gran contributo offensivo da lui fornito, oltre agli addii di Ben Lammers e Tadric Jackson. La squadra sembra destinata a raschiare il fondo della ACC. A consolare in parte Coach Pastner ci sarà il ritorno di José Alvarado, PG in gran forma l’anno scorso prima del suo infortunio. Tutto sommato, questa sembra la situazione ideale per Sjolund affinché possa contribuire da subito, portando versatilità e punti dalla panchina. Il suo tiro può davvero cambiare l’inerzia di una partita ma probabilmente avrà comunque bisogno di un anno intero per sviluppare il suo fisico e, poi, avere un ruolo di primo piano. Ce la farà, prima o poi.

 

Mid-Major: Ivan Alipiev, Caleb Fuller, Juan Ducasse

 

Un freshman europeo sconosciuto, versatile e che può avere un impatto immediato in Division I, perlomeno in attacco. Alto 201 cm, Ivan Alipiev ha un background solido sviluppato nel suo paese natale fra le fila del Levski Lukoil (la squadra più importante della Bulgaria) e ha migliorato le proprie prestazioni in modo notevole nell’arco delle ultime due stagioni, rivestendo un ruolo prominente all’interno del club. A dirla tutta, il campionato bulgaro non è proprio il più competitivo che si possa trovare in Europa, ma per un 18enne non è poco dividere il campo con giocatori adulti: l’esperienza è stata di certo utile per lui. Dopo aver fatto faville all’Europeo U18 di Division B nel 2017, Alipiev ha messo insieme 8.0 punti, 3.5 rimbalzi e 1.9 assist in 21.5 minuti d’utilizzo in 32 partite giocate col Levski. Durante l’ultima estate è stato una delle stelle dell’Europeo U20 (sempre di Div. B), viaggiando a quota 14.1 punti e 4.8 rimbalzi in 8 incontri.

Caratteristiche tecniche

  • Ottima taglia per il ruolo di SG, in grado di giocare da ala, sia on che off the ball. Bravo nell’assorbire i contatti, mostra buon equilibrio in penetrazione, dov’è parimente efficace sia andando a destra che a sinistra. Scorer affidabile in uno-contro-uno, dove sa battere l’avversario sul primo passo.
  • Meccanica di tiro fluida, in tutte le situazioni: in ricezione, dal pick and roll e dal palleggio. Realizzatore in fiducia: può colpire da lontano e scaldarsi molto velocemente.
  • Buon palleggio, con entrambe le mani, sa proteggere il pallone e non ha paura di provare un crossover. Non un passatore d’élite, potrebbe lavorare di più insieme ai compagni.
  • Molto da migliorare in svariati aspetti difensivi, dall’atteggiamento alla cognizione delle varie situazioni di gioco. In ogni caso, ha mezzi eccellenti in quanto a taglia e rapidità che, in teoria, potrebbero portarlo ad avere impatto sia in difesa che a rimbalzo.

Fit e aspettative

Dopo il suo commitment con Loyola Marymount, Coach Mike Dunlap aveva detto di aver trovato una gemma, “esattamente il pezzo del puzzle di cui avevamo bisogno”. Ci sono pochi dubbi sul fatto che Ivan possa essere un’opzione valida in uscita dalla panchina in una squadra che ha un’attitudine offensiva ormai consolidata, ma pur sempre con poca esperienza. Ancor più importante, la presenza di Alipiev va incontro al bisogno di un tiratore affidabile che possa ricoprire vari ruoli. Con la PG James Batemon come prima opzione offensiva, il giovane bulgaro ha tutto ciò di cui ha bisogno per strappare minuti e migliorare sia sul fisico che in difesa. I Lions non hanno grandi aspettative per quest’anno e quindi possono aspettare che i neoarrivati crescano insieme al resto del gruppo.

Quanta differenza può fare un anno. Lo sa bene Caleb Fuller, ala britannica che l’anno scorso è passato al Barking Abbey, la miglior academy del Regno Unito e squadra di punta della EABL, il campionato U19 inglese. Da allora, Caleb ha attirato i riflettori di cui aveva bisogno, vincendo il campionato nazionale con tanto di corona da MVP delle finali e piazzandosi al primo posto del ranking del prestigioso Deng Camp UK Top 50. In estate, si è fatto valere vestendo la maglia della Gran Bretagna agli Europei U20 dove la squadra ha salvaguardato la propria permanenza in Division A mettendo in mostra un bel basket fatto di quintetti piccoli e atletismo. A coronamento di un grande anno, Fuller si è trasferito a UC Davis: riuscirà a salire di livello nella Big West così come ha fatto durante l’ultima stagione? Caleb, slasher di razza che segna e porta tanta energia, sicuramente darà tutto sé stesso ancora una volta.

Caratteristiche tecniche

  • Ala mancina, forte fisicamente e con QI alto nel muoversi nei pressi del ferro. Ama sfruttare i mismatch con difensori più piccoli. Può migliorare nel controllo del pallone, specialmente con la mano destra, anche se ha abbastanza forza per attaccare in penetrazione, dove non ha paura di attirare il contatto.
  • Ha esperienza nel ruolo di 4: gioca come se fosse più grosso di quel che è in realtà. Usato spesso per distribuire pallone dal post alto. Porta versatilità e difesa sui cambi, sia dal perimetro che a zona.
  • Buon tiro coi piedi per terra. Ama innescare l’azione dall’angolo, allargando il campo, ma necessità di continuità nel rilascio. Efficiente quando attacca i close out e anche in campo aperto.
  • Riempie tante voci statistiche pur mettendo la squadra al primo posto. Valido in entrambe le metà campo, sempre pronto a dare una mano e a calarsi nelle rotazioni difensive. Mostra buona energia e attività sotto i tabelloni.

Fit e aspettative

La sospensione con conseguente addio di Chima Moneke porterà UC Davis a vivere un anno molto diverso da quelli precedenti. Il senior australiano era il cuore della squadra e Coach Jim Lees avrà bisogno di resettare tutto. Ci sono transfer e giocatori provenienti da junior college che faranno un buon lavoro sotto i tabelloni insieme ai veterani AJ John e Garry Goode, ma è proprio sotto questo aspetto che Fuller potrà aiutare di più sin dall’inizio. La sua esperienza internazionale e abilità nel calarsi in un assetto small possono dargli un vantaggio rispetto ad altri ragazzi del roster. In alternativa, potrà spendere minuti da ala piccola in un assetto più tradizionale. Giocatore caparbio e utile, aspettatevi di vederlo soddisfare le necessità della squadra mentre lavora sul migliorare la sua difesa in uno-contro-uno ed espandere il suo repertorio offensivo.

Considerato da tempo come uno dei migliori prospetti sudamericani, Juan Ducasse ha già passato due anni negli USA, giocando in prep school che gli hanno permesso di adattarsi ai ritmi di gioco americani. Si è da poco ripreso da un infortunio al ginocchio che lo aveva escluso dal Sudamericano U21, ma sarà pronto per giocare a Santa Clara. Per Coach Herb Sendek, quest’ala di 203 cm rappresenta un colpo a livello di recruiting e un perfetto esempio di giocatore moderno con una combinazione poco consueta di taglia, wingspan e abilità cestistiche. Insomma, un giocatore che è una definizione di versatilità, che può avere impatto in entrambe le metà campo e il cui mix di caratteristiche lo ha portato a essere uno dei più giovani di sempre a indossare la maglia della nazionale senior dell’Uruguay. Di certo, una bella pedina per i Broncos.

Caratteristiche tecniche

  • All around che può occupare entrambi gli spot di ala. Ha buona taglia, braccia molto lunghe e la capacità d’imporsi su avversari più piccoli. Interessanti margini di miglioramento nella difesa sul pallone dati dalla sua mobilità e apertura di braccia.
  • Abilità nel mettere palla a terra, con qualche potenzialità in quanto a playmaking. Fluido in palleggio con entrambe le mani, capace di gestire il pick and roll e di sfidare avversari più grossi di lui partendo in palleggio dalla linea da tre.
  • Tiro dall’arco in crescita. La sua meccanica è fluida, specialmente da piazzato. Sviluppare continuità dal mid-range gli permetterebbe di fare passi in avanti nel suo gioco offensivo.
  • Taglia ideale per un 4 a livello di college, potendo avere alcuni vantaggi contro avversari più grossi sfruttando gioco fronte a canestro, palleggio ed equilibrio. Ha bisogno di qualche muscolo in più per affrontare gli avversari nel pitturato e per prendervi posizione. Deve lavorare sui movimenti in post basso.

Fit e aspettative

Un vero jolly: Ducasse è un giocatore che può garantire diverse combinazioni e piani partita. La sua abilità nel gestire il pallone e, a volte, d’innescare l’attacco non dovrebbero essere sottovalutate. Ad ogni modo, c’è ancora margine di miglioramento in quanto a forza fisica, istinti a rimbalzo, scivolamenti, capacità di orientarsi in difesa. Sembra avere poche chance di strappare minuti in un frontcourt guidato da Josip Vrankic, con un alcuni transfer esperti e l’italiano Guglielmo Caruso. D’altro canto, la flessibilità di Juan potrebbe calzare bene per il ruolo di SF, proprio come fa con l’Uruguay in una sorta di triple-post lineup. In tal caso, il suo talento si potrebbe calare bene in un backcourt dove affiancherebbe KJ Feagan e Matt Hauser, trovando la possibilità di sviluppare il proprio bagaglio tecnico e la propria fiducia.

by MaceoBaller16, Federico GaibottiRiccardo De Angelis

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